La terza guerra mondiale non deve essere uno spauracchio “fantapolitico”, ma una opzione purtroppo reale per quanto lo scenario mondiale “regala” in questi tempi assai difficili anche per le diplomazie internazionali. Dalla lotta all’Isis in Siria e Iraq, fino allo scontro quasi totale su ogni campo tra Russia e Usa fino alla minaccia della Corea del Nord: giusto ieri con un vertice telefonico il presidente americano e l’omologo giapponese Shinzo Abe hanno convenuto sui prossimi step per provare ad arginare il pericolo del regime di Kim Jong-un. «bisogna cooperare strettamente per mettere pressione sulla Corea del Nord», spiega il vicesegretario giapponese Kochi Hagiuda, secondo Il Velino. Sarà il prossimo G20 ad Amburgo, tra il 7 e l’8 luglio, il luogo dove Usa e Giappone faranno ulteriori pressioni davanti alla comunità internazionale contro la Nord Corea: le sanzioni non bastano, ci vuole un progetto comune con il sostegno dei grandi della Terra, anche per non lasciare “solo” Trump e l’amministrazione americana che nella sola Corea del Nord stanno da mesi conducendo una politica interlocutoria e a più riprese anche decisioni opposte tra loro. (agg. di Niccolò Magnani)
La Corea del Nord è in grado di colpire gli Stati Uniti: l’allarme è stato lanciato da James Syring, capo dell’Agenzia di difesa missilistica americana. Il rischio che scoppi una Terza guerra mondiale è dunque concreto. Secondo l’ammiraglio di squadra navale Pyongyang potrebbe colpire in qualsiasi momento la costa occidentale, comprese grandi città come San Francisco, Los Angeles e Seattle. Intervenuto davanti alla commissione Difesa della camera dei rappresentanti Usa, Syring – come riportato da Libero – ha spiegato che la Corea del Nord ha attualmente a disposizione un missile balistico in grado di trasportare una testata nucleare fino alla costa occidentale americana. L’ammiraglio inoltre sostiene che, se Pyongyang dovesse attaccare all’improvviso, l’attuale sistema difensivo americano da 40 miliardi di dollari, e basato su 36 missili intercettori in Alaska e California, potrebbe fare troppo poco. (agg. di Silvana Palazzo)
Il contrastare la minaccia nucleare di Kim Jong-un è uno dei punti chiave per la battaglia dI Trump verso/contro la “terza” guerra mondiale. Il presidente Usa nelle prossime ore avrà una conversazione-vertice a tre con i presidenti cinese e giapponese proprio sul futuro immediato della Corea del Nord. Le conversazioni, al momento solo telefoniche, detteranno la reazione di Usa, Cina e Giappone rispetto alla minaccia balistica prima e nucleare poi dello stesso regime di Pyongyang: il tutto avviene dopo le nuove sanzioni comminate dalla Casa Bianca verso il regime di Kim Jong-un, che prosegue nel ritenere Trump la più “grave minaccia dell’umanità, il nazista del terzo millennio”. Il Giappone e soprattutto la Cina dovranno tentare di trovare un accordo anche a livello economico, visto che Pechino ha notevoli interessi di scambi commerciali con Pyongyang ed è chiamata in prima linea con le sanzioni ad alcune banche cinesi che commerciano con Kim. (agg. di Niccolò Magnani)
Lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale potrebbe essere dietro l’angolo, soprattutto se le intenzioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulla Corea del Nord, venissero confermate dai fatti. Nel corso di un incontro bilaterale con l’omologo della Corea del Sud, Moon Jae-in, andato in scena a Washington, il tycoon ha spiegato che con il leader nordcoreano Kim Jong-un è deciso a perseguire la linea dura. Queste le sue parole riportate da Il Secolo XIX: “Abbiamo molte opzioni sulla Corea del Nord. Abbiamo un piano forte, solido. La Corea del Nord richiede una risposta determinata”. L’incontro è stato anche l’occasione per rinsaldare l’asse Usa-Corea del Sud, con il paese asiatico che ha stretto dei nuovi accordi con il paese americano, parola di Donald Trump:”Mi auguro sia un accordo equo e giusto per entrambi. Vogliamo qualcosa che sia molto buono per i lavoratori americani. Seul sta facendo anche grandi ordini agli Usa per il suo esercito”.
-Rassicurato da Donald Trump sul fatto che il sostegno Usa non verrà a mancare, il neo-presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, a Washington ha lasciato intendere che lo scenario di una Terza Guerra Mondiale non è il più auspicabile, ma ci sono delle condizioni fondamentali affinché il dialogo con il Nord di Kim Jong-un possa essere ripristinato. Come riportato da sputniknews.com, il leader sudcoreano ha spiegato:”Per esempio, possiamo avviare un dialogo con la Corea del Nord, quando la smetterà con le provocazioni balistiche e nucleari. Oppure ci saranno le condizioni per il dialogo quando libereranno i tre detenuti americani”. Aggiungendo che “ora non possiamo dire per certo quali dovrebbero essere queste condizioni”, Moon Jae-in ha chiarito che in ogni caso l’obiettivo finale di questa contrattazione dovrebbe essere “l’eliminazione del programma nucleare della Corea del Nord”, che comunque nella migliore delle ipotesi non avverrà con un colpo di bacchetta, ma obbligatoriamente “a tappe”.