Charlie Gard può essere salvato o no? Ieri due clamorose novità: il Congresso Usa che concede al bimbo e ai genitori la cittadinanza americana (o meglio la residenza permanente) in modo da poter essere trasferito negli States per essere sottoposto alla cura sperimentale. Di contro, da quanto filtra dai media Uk i medici inglesi non avrebbero cambiato idea, per nulla convinti dalle visite ed esami del medico Michio Hirano e dal pool di esperti favorevoli alla cura sperimentale. Secondo il Telegraph l’Alta Corte dovrebbe riprendere l’esame del caso venerdì e pronunciarsi definitivamente la prossima settimana, forse già il 15 luglio come detto dallo stesso giudice Nicholas Francis. Resta il problema aperto delle conseguenze giuridiche della cittadinanza americana di Charlie, se questo potrà farlo dimettere anche senza il parere della Corte (ma i genitori rischiano così il carcere) e ovviamente il rebus sulle reali condizioni di salute di questo piccolo “lottatore” che da mesi contro tutto e tutti testimonia ancora di avere animo e occhi tutt’altro che chiusi (di ieri l’ultima foto con palpebre spalancate).
CHARLIE GARD: VERSO LA SENTENZA DEL 25 LUGLIO, LE ULTIME NOTIZIE
GB VS USA: SCONTRO DIPLOMATICO
Charlie Gard conteso tra Inghilterra e Stati Uniti: dopo il caso molto discusso del passaporto sanitario – qui sotto tutti i dettagli per capire di cosa si tratta – concesso dal Congresso Usa, è in atto ancora di più uno scontro giuridico e diplomatico tra i due Paesi amici e alleati. Un piccolo bimbo di 11 mesi sta mettendo a nudo la differente visione nei casi molto delicati come quello del bimbo inglese: arrivare negli States per i signori Gard renderebbe possibile il tentare la cura sperimentale prodotta dal dott. Michio Hirano, di contro invece i medici e fino ad ora anche i giudici inglesi sono convinti del contrario e per questo non intendono rilasciare il permesso per il trasferimento. “Troppe sofferenze per Charlie, è più dignitoso staccare la spina”: con queste motivazioni l’Alta Corte aveva dato il suo parere ufficiale e ora è chiamata a riprendere in mano quella decisione nel giro di pochi giorni. Nello scontro diplomatico, con la mossa Usa letta ormai da tutti come una volontà di mettere “pressione” ai colleghi inglesi per non prendere la stessa decisione di due mesi fa, ad avere l’ultima parola al momento sembra essere ancora Londra. Sarà infatti il giudice Francis a dover decidere chi, tra Usa e Gb, avranno ragione “giuridicamente”.
LA COMPLESSA VICENDA GIURIDICA
Dopo la clamorosa novità arrivata ieri della cittadinanza americana concessa dal Congresso Usa a Chris, Connie e Charlie Gard la già intricata situazione legale rischia di tramutarsi in un vortice assai più complesso e di difficile lettura. Al momento infatti non ci sono fatti certi su quanto potrebbero decidere i genitori del piccolo bimbo inglese, specie se il prossimo 25 luglio il giudice Francis dovesse confermare la sua scelta iniziale, ovvero di far staccare i macchinari che tengono in vita Charlie. Con la cittadinanza americana infatti non è detto che effettivamente Conni e Chris Gard potrebbero portare Charlie oltre oceano: secondo alcuni legali sentiti dal Mirro, a quel punto Charlie Gard potrebbe comunque essere sottoposto alla decisione dell’Alta Colte di Londra, rendendo così vana la mossa del Congresso. Se infatti i medici del GOSH assieme al pool di specialisti dovessero ritenere che Charlie stia subendo inutili sofferenze, allora i suoi genitori potrebbero addirittura rischiare il carcere per la legge britannica di protezione dei minori.
DIMISSIONI SENZA PARERE DELLA CORTE?
Se Charlie Gard è cittadino americano, come del resto tutta la famiglia – così ha legiferato il Congresso Usa questa mattina (in Italia, sera negli States) – ora l’ospedale GOSH sarà costretto a dimetterlo, anche contro il parere della Corte Inglese? Il caso è più che mai aperto visto che al momento non si conoscono gli effetti immediati della decisione clamorosa (ma comunque preannunciata da Trump qualche settimana fa): «Abbiamo approvato un emendamento che garantisce status di residenza permanente a Charlie Gard e alla sua famiglia, in modo che Charlie possa essere sottoposto alle cure di cui ha bisogno», ha scritto su Twitter il deputato repubblicano Jeff Fortenberry. Ora però resta non chiarito se tale decisione “obbligherà” i medici inglesi a far dimettere il bimbo con l’assenso dei genitori, senza attendere l’autorizzazione della Corte inglese. Secondo il Daily Mail, l’ospedale GOSH potrebbe comunque impedire ai genitori di Charlie di portarlo negli Usa, «perché se i medici credono che un genitore provocherà sofferenze al figlio, la polizia può essere chiamata a intervenire per arrestarli in base alle norme di legge sulla protezione dei minori». Ma se il cittadino Charlie, come i suoi genitori, sono da oggi americani, questo potrebbe creare un cortocircuito giudiziario e politico che potrebbe non essere così tanto semplice da “sciogliere”…
CHIESTO NUOVO ESAME SUI MUSCOLI
Tra le tante novità spuntate ancora ieri nella complessa e delicata vicenda attorno a Charlie Gard, è passata in secondo piano la richiesta di un nuovo test sulla funzionalità dei muscoli del piccolo bimbo inglese ricoverato ancora al Great Ormond Street Hospital. Alcune fonti vicino all’Ospedale Bambino Gesù certificano che saranno svolti altri esami a breve sul piccolo Charlie, per poter vedere se la funzionalità dei muscoli è stata compromessa (per niente, in parte o definitivamente) dalla malattia mitocondriale. L’esame sarà a corredo degli altri studi e visite compiute dal pool di medici nominati dalla Corte di Londra, in attesa di avere un resoconto che entro il prossimo 25 luglio verrà valutato in vista della sentenza finale. Anche per l’ospedale Vaticano quell’esame sui muscoli di Charlie sarà fondamentale per capire se al piccolo potrà essere applicato il tanto nominato protocollo sperimentale messo a punto dal medico Michio Hirano, con altri ricercatori internazionali e coordinati dal Bambino Gesù di Roma. Come spiega TgCom24, «La patologia di cui soffre Charlie colpisce i mitocondri, le ‘centrali energetiche’ delle cellule, e proprio i muscoli sono una delle parti del corpo più colpite. L’esame verificherà se i danni subiti sono irreversibili, e in questo caso non ci sarà la possibilità di sperimentare la possibile terapia a base di desossinucleotidi».