Nella giornata di oggi è giunta l’attesa sentenza nell’ambito del maxiprocesso di Mafia Capitale e con la quale il Tribunale di Roma ha reso note le condanne. Sono 20 gli anni di carcere a carico di Massimo Carminati, il quale è stato chiamato anche al pagamento di una multa del valore di 14 mila euro, 19, invece, gli anni di reclusione a Salvatore Buzzi. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, però, le condanne non finiscono qui in quanto 11 anni sono stati attribuiti all’ex capogruppo comunale del Pdl, Luca Gramazio, 6 a Mirko Coratti, ex capo dell’assemblea di Roma del Pd, mentre 6 anni e 6 mesi a Luca Odevaine. L’ex Ad di Ama, Franco Panzironi è stato condannato dalla corte a 10 anni, mentre 5 sono gli anni di reclusione a carico dell’ex sindaco di Ostia, Andrea Tassone. Gli imputati erano in totale 46, dei quali solo tre sono stati assolti: si tratta di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, i quali rischiavano 16 anni come chiesto dalla Procura, poiché secondo l’accusa avevano garantito i contatti tra Mafia Capitale e ambienti della ‘ndrangheta, e di Giovanni Fiscon, ex dg di Ama e che rischiava 5 anni.



MAFIA CAPITALE, LA SENTENZA: TUTTE LE CONDANNE

CADE L’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA

La X sezione del Tribunale di Roma, nel pronunciare le condanne a carico degli imputati nel maxiprocesso di Mafia Capitale, l’associazione che avrebbe condizionato drasticamente la politica romana e che vedeva alla guida l’ex Nar Massimo Carminati e il ras delle cooperative Salvatore Buzzi, ha fatto cadere per 19 imputati l’accusa di associazione mafiosa. Tra loro spiccano anche i nomi dei due maggiori accusati, Carminati e Buzzi per l’appunto. La Corte alla fine non ha confermato le richieste di condanna avanzate dalla procura e che aveva proposto per tutti i 46 imputati un totale di 5 secoli di carcere. In realtà alla fine sono stati 250 gli anni di reclusione inflitti, dunque la metà delle pene richieste. “Rispettiamo la decisione dei giudici anche se ci danno torto in alcuni punti mentre in altri riconoscono il lavoro svolto in questi anni. Attenderemo le motivazioni”, ha commentato il procuratore aggiunto Paolo Ielo dopo la lettura della sentenza.



CARMINATI E BUZZI IN VIDEOCONFERENZA

A seguire il momento cruciale della sentenza pronunciata nell’aula bunker di Rebibbia dalla presidente Rosanna Ianniello è stato ovviamente anche l’ex Nar Massimo Carminati, in videoconferenza dal carcere di Parma nel quale è detenuto in regime di 41 bis, ovvero quello più duro per i mafiosi. Al momento del verdetto ha ascoltato in piedi, al contrario di Salvatore Buzzi che invece è rimasto seduto a prendere appunti, come rivela Il Messaggero nell’edizione online. Anche quest’ultimo era in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo ovviamente al 41 bis, al pari di Riccardo Brugia, braccio destro di Carminati, il quale al momento della condanna è rimasto in piedi scuotendo ripetutamente la testa. Da parte di Carminati è stata grande la soddisfazione per essere riuscito ad evitare i 28 anni di reclusione non essendo stata riconosciuta l’associazione mafiosa.

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