Nei giorni scorsi è iniziato il processo d’Appello a carico di Veronica Panarello, la mamma di Santa Croce Camerina accusata dell’omicidio e dell’occultamento del figlio Lorys Stival e per questo condannata a 30 anni di reclusione in primo grado. Alla vigilia della prima udienza è comparsa la notizia dell’avvenuta visita alla tomba del piccolo di otto anni da parte della sua presunta assassina. Per la seconda volta, dunque, Veronica ha lasciato il carcere per recarsi nel cimitero dove riposa Lorys e nel quale è rimasta per un paio d’ore durante le quali ha dedicato le sue preghiere al figlio ucciso. Un episodio che non è affatto piaciuto al marito Davide Stival, padre della piccola vittima, il quale da tempo ha preso le distanze dalla donna. Dopo la notizia, il giovane ha riservato il suo duro sfogo – già anticipato dal suo avvocato difensore – tra le pagine del settimanale Giallo: “Avrei voluto essere avvisato!”, ha tuonato l’uomo in merito al permesso ottenuto dalla Panarello e che le ha dato la possibilità di recarsi sulla tomba di Lorys. “Anche io ci vado spesso, il più delle volte con l’altro bambino. Significa che abbiamo rischiato di incontrarla”, ha aggiunto infastidito Davide. Il marito della presunta assassina, infatti, non ha intenzione di vederla né desidera che veda suo figlio minore, “almeno fino a quando non sarà il Tribunale dei Minori a darle il permesso”, ha aggiunto.



VERONICA PANARELLO, DAVIDE STIVAL: LO SFOGO DOPO L’INIZIO DELL’APPELLO

ULTIME CARTE PER LA DIFESA

Veronica Panarello continua a professarsi innocente. Il suo difensore, l’avvocato Francesco Villardita, ha presentato ricorso in Appello contro la sentenza di condanna giunta in primo grado. Il legale, dunque, continua a credere all’ultima versione della sua assistita la quale, pur avendo dichiarato il suo ruolo nella fase di occultamento del corpicino di Lorys Stival, ha invece respinto l’accusa di omicidio del figlio attribuendo tutta la colpa al suocero Andrea, il cui alibi tuttavia sembrerebbe inattaccabile. La donna, dunque, pretende che siano riconosciute anche le responsabilità del nonno paterno del piccolo ucciso la mattina del 29 novembre 2014. L’intento della difesa è ora quello di ottenere almeno uno sconto di pena e per questo si sta giocando tutte le carte in Appello. Di contro, a seguire il processo appena iniziato a Catania (sebbene alla prima udienza non fosse presente), è anche il padre di Lorys, Davide, distrutto dal dolore e impegnato nell’arduo compito di ricostruire la sua vita e quella del figlio minore, Diego. Il settimanale Giallo rivela che l’uomo nei mesi scorsi avrebbe già avviato le pratiche per il divorzio e ottenuto dal Tribunale dei minori l’affido esclusivo del figlioletto, che ora cerca di preservarlo da incontri improvvisi con la madre, presunta assassina. Uno di questo poteva verificarsi proprio nei giorni scorsi, in occasione della sua visita al cimitero, autorizzata dal giudice ma di cui nessuno ne sapeva nulla.



“SENTENZA DI PRIMO GRADO PERFETTA”

“Non me la sono sentita di andare in aula perché mi sento molto stressato da tutta questa vicenda”: così Davide Stival, padre del piccolo Lorys, ha motivato la sua assenza nel corso del processo d’Appello a Veronica Panarello, appena iniziato a Catania. A rappresentarlo è stato il suo avvocato, Daniele Scrofani. Come commentato dal padre della vittima, la “sentenza di primo grado sembra perfetta”. Per questo motivo, a sua detta, non occorrerebbe una nuova perizia psichiatrica chiesta dalla difesa della moglie poiché già compiuta da esperti autorevoli in passato, confermando la piena capacità di intendere e di volere della donna. Villardita, di contro, ha messo in dubbio l’esito dell’esame disposto dalla Procura ed effettuato lo scorso anno e quindi ha ritenuto necessaria una nuova perizia. Grande assente alla prima udienza del processo che riprenderà dopo l’estate è stato anche Andrea Stival, padre di Davide e principale accusato di Veronica Panarello, anche lui molto provato e stanco.

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