Con l’avvicinarsi del giorno della sentenza (oggi ultima veglia di preghiera davanti al GOSH) continua a crescere l’attenzione e la tensione attorno al destino di Charlie Gard. Il weekend che anticipa la settimana del verdetto è tutt’altro che di riflessione, perché il clima si è fatto teso attorno al Great Ormond Street Hospital di Londra. Lo ha fatto sapere il presidente della struttura, che ha allertato la polizia in seguito alle tantissime minacce di morte ricevute dal personale. Inoltre, lo scontro in aula tra l’avvocato del GOSH e i Gard ha aumentato ancora di più i toni della drammatica vicenda. La vicenda sta prendendo una piega inaspettata, ma soprattutto insidiosa: c’è la necessità di abbassare i toni e di riportare il caso entro i giusti contorni. Intanto emerge un’indiscrezione: potrebbe essere ascoltato il genitori di un altro bambino affetto dalla stessa patologia di Charlie Gard. Nel frattempo arrivano gli ultimi rumors dalla Gran Bretagna dei medici del GOSH e non sono positive..



CHARLIE GARD: ULTIME NOTIZIE. MARTEDÌ LA SENTENZA

CEI, “NON ANESTETIZZARE LE COSCIENZE”

Un nuovo appello della Chiesa Cattolica italiana arriva nei giorni che preparano l’attesa e angosciante per i genitori di Charlie Gard ultima udienza all’Alta Corte di Londra: schierata per prima in difesa del bimbo inglese ormai mesi fa, è stata poi seguita nei suoi appelli dagli ospedali vaticani, dai medici internazionali specialisti in malattie mitocondriali e addirittura dal presidente Trump e dal Congresso Americano. Ma la Cei ribadisce sempre con forza oltre alla necessità di dare una possibilità a quella piccola vita, anche l’assoluta motivazione originaria che sta alla base di un appello del genere, molto poco politico e molto umano. «La vita va difesa e protetta anche quando siamo in presenza di una malattia, che noi possiamo giudicare una malattia gravissima. Perché la vita va difesa e protetta? Il Papa l’ha detto con una chiarezza estrema: perché non esiste nessuna vita che non sia degna di essere vissuta. Altrimenti cadiamo nella cultura dello scarto e questo è terribile perché ciò che si scarta vuol dire che è inutile», sono le parole del Cardinal Bassetti, neo presidente Cei. Quella vita “innalzata” è sempre un dono, una relazione: per questo motivo la Chiesa insiste con forza che Charlie Gard sia una vicenda e una sfida che chiama tutti noi. «Pensate che forma di relazione è stata ed è di fatto la vita di Charlie: tutto il mondo in qualche modo si è concentrato attorno a lui, non solo la sua grande e nobile famiglia ma nazioni intere si sono concentrate attorno a questo fatto perché c’è una vita e perché la vita è relazione, capace di coinvolgere anche l’opinione mondiale. La vita, quindi, non è mai un fatto unilaterale: anche la vita di una sola persona sulla terra, ci coinvolge tutti». Un appello ulteriore a non “anestetizzare” quelle coscienza così scosse in questi giorni per la storia del piccolo grande Charlie (agg. di Niccolò Magnani)



PARLA LA NEUROLOGA SERVIDEI (GEMELLI DI ROMA)

Charlie Gard soffre oppure no? La domanda è di quelle cruciali visto che la Corte di Londra domani e dopo dovrà stabilire questo punto per accettare di trasferire il bimbo in America oppure per staccare per sempre i macchinari al bimbo inglese. In una lunga intervista ad Avvenire in questi giorni ha parlato il direttore del Servizio di Neurofisiopatologia del Policlinico Gemelli di Roma, Serenella Servidei, che ha cercato di spiegare nel dettaglio cosa si sa ad oggi delle condizioni del bimbo inglese ricoverato al GOSH di Londra. «Ci sono forme che compromettono soltanto il muscolo, altre il cervello, il fegato. Quello che è difficile capire nel caso di Charlie, non conoscendo tra l’altro la sua cartella clinica, è l’entità del danno neurologico. Molti di noi hanno dei dubbi che sia così grave», ammette la neurologa, appoggiando la scelta del Bambino Gesù di condurre un protocollo sulle cure sperimentali del dottor Hirano, utile a cercare di convincere anche l’Alta Corte. «Se il danno cerebrale fosse stato gravissimo, il bimbo sarebbe già morto. In ogni caso, quantificare il danno di un bambino che non si muove, quindi non ha la capacità motoria di esprimersi, è difficile». La Servidei spiega che se davvero vi fossero intervenute altri gravi patologie, Charlie sarebbe morto in questi mesi, eppure è ancora lì, anche se i medici continuano a sostenere che stia soffrendo “notevolmente, dunque è giusta la morte come unica scelta dignitosa possibile”. «Un bambino che è attaccato al respiratore, immagino sia anche sedato. Quando sostengono che possa soffrire, credo si riferiscano ad una sofferenza globale. Nella loro opinione, probabilmente la qualità della vita di Charlie è scarsa». 



MEDICI, “UNICA SOLUZIONE È LA MORTE DIGNITOSA”

Lo scontro tra i medici dell’ospedale inglese e chi invece intende ancora provare una cura sperimentale per salvare la vita del piccolo Charlie Gard è tutt’ora insoluto: domani la Corte si aggiorna e dovrà cercare di stabilire una soluzione finale e definitiva per capire chi delle due “fazioni” possa avere ragione. Il tutto non dimenticando di considerare che il caso giuridico dell’anno riguarda un piccolo bimbo di 11 mesi che in una battaglia incredibile per la vita sta continuando a testimoniare al mondo interno tutta la centralità e la necessità di non decidere “a cuor leggero” sulla vita e la morte, specie se “imposte” dallo Stato. Secondo i medici, citando fonti della stampa britannica anche in questa domenica, l’unica soluzione è “la morte dignitosa”, mentre per i genitori Gard queste sono ore decisive per capire se e come gli esami clinici avuti in settimana hanno potuto convincere l’Alta Corte della possibilità di trasferire Charlie per l’ultima cura sperimentale. È in corso la veglia di preghiera (cui sotto il dettaglio) con annessa anche la marcia a sostegno della vita di Charlie: i genitori al momento non sono ancora arrivati ma potrebbero giungere ad un certo punto per ringraziare tutti quanti si stanno spendendo per aiutare il piccolo Charlie. (agg. di Niccolò Magnani)

LA VEGLIA DI PREGHIERA PER CHARLIE

Alle ore 15 davanti all’ospedale inglese dove è ricoverato Charlie Gard comincerà una nuova veglia per provare a salvare la vita del piccolo bimbo affetto da deplezione Dna mitocrondiale: il GOSH vedrà ancor una volta davanti al suo ingresso una lunga veglia di preghiera per il destino del piccolo Charlie, che compirà 1 un anno il prossimo 4 agosto ma da ottobre qui ricoverato con sempre meno speranze di rimanere attacco alle macchine, avvicinandosi la sentenza dell’Alta Corte che non promette buone notizie per i genitori di Charlie. Domani l’udienza finale, martedì la sentenza ma oggi con partecipazione di moltissimi semplici cittadini inglesi una nuova veglia di preghiera chiederà il miracolo per questo bimbo divenuto tra i più celebri al mondo nelle ultime settimane. (agg. di Niccolò Magnani)

I GENITORI DIFENDONO I MEDICI DEL GOSH

I genitori di Charlie Gard prendono posizione netta, con una breve dichiarazione, contro l’inaudita situazione avvenuta nelle ultime ore contro i medici del GOSH: come ha riportato il presidente dell’ospedale dove il piccolo bimbo inglese è ricoverato e dove potrebbe nelle prossime ore anche vedersi staccate le spine dei macchinari (se la Corte inglese lo riterrà opportuno), alcune minacce di morte e aggressioni verbali sono state rivolte contro il personale del GOSH, scatenando la giusta indignazione dell’opinione pubblica che dovrà essere ancora più accorta per una vicenda sempre più delicata. «Le persone hanno opinioni diverse e lo accettiamo, ma c’è una linea che non deve essere superata», hanno detto mamma Connie e papà Chris dopo aver saputo delle orribili accuse e minacce ricevute da medici, infermieri e primari dell’ospedale al centro degli occhi mondiali per il futuro decisivo del piccolo Charlie Gard. Per tutti i “protagonisti” in campo in questa vicenda i toni e le affermazioni devono essere notevolmente più accorte per evitare di infuocare un dibattito già di per sé ai limiti del dramma. (agg. di Niccolò Magnani)

MEDICI DEL GOSH MINACCIATI DI MORTE

La vicenda relativa alle condizioni di salute di Charlie Gard e alla battaglia legale intrapresa dai suoi genitori per sottoporlo ad una terapia sperimentale ha assunto contorni pericolosi. Il personale del Great Ormond Street Hospital ha ricevuto migliaia di minacce di morte. In un comunicato l’ospedale ha chiarito di aver contattato la polizia per indagare sui messaggi ricevuti, oltre che sugli insulti rivolti a medici e infermieri per strada e online. Non c’è niente nella vicenda del piccolo di 11 mesi che possa giustificare la piega che sta prendendo: «Capiamo l’intenso interesse pubblico e le emozioni che suscita questa storia. Riconosciamo ai genitori l’instancabile vocazione e l’empatia che naturalmente suscitano, ma nelle ultime settimane la comunità del GOSH è stata sottoposta ad una scioccante e disgustosa marea di ostilità», ha dichiarato Mary MacLeod, presidente della struttura ospedaliera londinese.

CLIMA TESO NELL’OSPEDALE DI LONDRA

Minacce di morte e intimidazioni: il clima al Great Ormond Street Hospital di Londra s’è fatto davvero pesante. Lo fa sapere la direzione della stessa struttura ospedaliera che, dopo aver segnalato la questione all’Alta Corte di Londra attraverso i suoi avvocati, ha allertato la polizia. Non solo medici e infermieri sono stati vittime di messaggi intimidatori, ma anche altri genitori e familiari di pazienti ricoverati nell’ospedale. «Le famiglie sono state molestate durante la visita ai loro figli, abbiamo ricevuto denunce di comportamenti inaccettabili anche all’interno dell’ospedale stesso. Non ci possono essere giustificazioni al fatto che i pazienti e le loro famiglie vengano disturbati. Si tratta di situazioni stressanti anche per i medici e gli infermieri», ha spiegato Mary MacLeod, presidente del Great Ormond Street Hospital, come riportato dall’Independent. L’ospedale è dunque in stretto contatto con la polizia per fare chiarezza su questi gravi episodi, ma soprattutto fermarli.

IN GRAN BRETAGNA C’È UN ALTRO “CHARLIE”

Martedì 25 luglio l’attenzione sarà tutta rivolta al giudice Nicholas Francis, che dovrà esprimersi sul caso Charlie Gard e in particolare sulla base di nuove informazioni. Tra queste potrebbe esserci un caso simile a quello del bambino di 11 mesi, a cui ha fatto accenno l’avvocato della famiglia nel corso dell’ultima udienza. Resta da capire dunque se verrà convocato il genitore britannico di un bambino affetto da sindrome da deplezione del Dna mitocondriale che ha colpito Charlie Gard. All’altro bambino sarebbe stata offerta la stessa terapia sperimentale per la quale stanno lottando Connie Yates e Chris Gard. Pare che il genitore sia pronto a raccontare l’esperienza di suo figlio, perché potrebbe rivelarsi utile nella vicenda che vede protagonista Charlie, ma lo scopriremo solo lunedì, quando è prevista la prima udienza della settimana, che potrebbe anticipare quella decisiva di martedì, quando ci si aspetta invece la sentenza.