La situazione della siccità a Roma e nel Lazio prosegue senza sosta purtroppo, con i rumors che ora vedono una conferma: l’Acea, che ha in corso un braccio di ferro totale con la Regione Lazio, ha proposto lo stop forzato dell’acqua per 8 ore al giorno per circa 1,5 milioni di cittadini romani, situati nell’area nord della Capitale. O di notti o in primo mattino, sarebbero queste le idee dei “turni” per lo stop forzato dell’acqua corrente in corso di decisione per l’azienda del Comune di Roma; la siccità in tutto il Lazio sta mettendo in ginocchio del resto l’intera regione, con l’area di Latina che vede le maggiori criticità, assieme a Roma. Secondo le stime della Coldiretti, complessivamente i danni «tra investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito – si attestano tra 90 e i 110 milioni di euro». (agg. di Niccolò Magnani)



ROMA SENZ’ACQUA, ALLARME SICCITÀ: LE AZIONI DI REGIONE E ACEA

SCONTRO ACEA-REGIONE LAZIO

Una misura “obbligata”: così ha definito l’Acea la decisione di razionare l’acqua per oltre un milione di cittadini romani, giunta dopo la decisione della Regione Lazio di sospendere il prelievo dal lago di Bracciano. Acea non ha gradito molto l’atto regionale definendolo “unilaterale e illegittimo”, intravedendo in esso “importanti e gravi conseguenze per i cittadini di Roma”. “La drastica riduzione dell’afflusso di acqua alla rete idrica della Capitale ci costringerà a mettere in atto una rigida turnazione nella fornitura che riguarderà circa un milione e mezzo di romani”, ha ribadito Acea, come riporta l’Ansa, sebbene l’azienda abbia annunciato il suo impegno a redigere un piano di emergenza che sarà prontamente reso pubblico. Lo scontro, dunque, è ormai alle porte. Lo stesso presidente di Acea Ato 2 Paolo Saccani è di recente intervenuto a SkyTg24 spiegando: “Azzerare la derivazione da Bracciano fa risparmiare 1,5 millimetri ma porterà agli abitanti di Roma pesantissimi disagi”. Un atto della Regione Lazio oltremodo “illegittimo ” ed “inutile” nei confronti del lago stessi. Lo stesso ha anche replicato sul problema delle perdite, un “problema Nazionale, non di Acea” che non può essere negato. Tuttavia, a differenza di quanto annunciato da Zingaretti, 7 giorni non saranno sufficienti per trovare una soluzione. L’unica, dunque, sembra essere proprio la razione dell’acqua che colpirà non solo i cittadini di Roma ma anche attività produttive, turistiche, palazzi delle istituzioni, fino al Vaticano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CITTADINI ROMANI: RUBINETTI CHIUSI 8 ORE AL GIORNO?

L’allarme siccità ha colpito anche Roma, dove nelle ultime ore il primo ad aver lanciato l’allarme parlando di vera “tragedia” è stato proprio Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio che senza mezzi termini ha annunciato: “Sta finendo l’acqua a Roma”. Per questo la stessa Regione ha deciso di interrompere il prelievo dal lago di Bracciano, considerato una vera riserva idrica della Capitale. La situazione appare davvero preoccupante e ora il rischio sempre più concreto è che 1,5 milioni di cittadini romani resti senz’acqua, almeno per 8 ore al giorno. Dopo l’annuncio da parte del governatore del Lazio circa la sospensione dei prelievi di acqua potabile dal lago di Bracciano, la società Acea non l’avrebbe presa affatto bene al punto da avanzare una minaccia, come riporta Corriere.it: “Dal 28 luglio un milione e mezzo di romani avrà l’acqua razionata, con i rubinetti a secco per 8 ore al giorno”. Ovviamente le polemiche non si sono fatte attendere facendo scendere in piazza la politica ed in particolare Pd e M5S, le forze che guidano la Regione Lazio e lo stesso Comune di Roma. Ad intervenire nella delicata questione, alla luce della grave situazione di siccità in atto, è stato anche Maurizio Martina, ministro della Politiche agricole, che come rivela l’agenzia di stampa Ansa ha commentato: “Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica”.



RISCHIO DANNO AMBIENTALE E DISAGIO CITTADINI

Sono due i maggiori rischi che emergono dalla mancanza di acqua a Roma che ha elevato al massimo il livello di siccità di questi giorni: il possibile danno ambientale legato al lago di Bracciano che rischia il totale prosciugamento da una parte ed il forte disagio per oltre un milione di cittadini romani. Lo ha sottolineato anche il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti commentando: “Il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione Civile, su richiesta regionale”. Zingaretti ha fatto sapere che il massimo di tempo a disposizione per cercare una soluzione che non lasci i cittadini in una situazione di incredibile disagio è parti a 7 giorni, e pertanto ha invitato tutti a non “chiudere gli occhi”. “Il problema c’è ed è grave”, ha aggiunto. A scendere in campo è stata anche il sindaco Virginia Raggi che ha giurato che “sarà fatto tutto il possibile per assicurare l’acqua ai cittadini, agli ospedali, ai vigili del fuoco, alle attività commerciali”. Il suo augurio è che Regione e Acea possano trovare nell’immediato una soluzione condivisa per il bene di oltre un milione di cittadini romani.