Si nascondono, ma hanno un profilo Facebook sempre attivo. Hanno una pistola sempre a portata di mano, l’altra invece serve a spulciare le bacheche social. Il tempo passa, la camorra si evolve e diventa 3.0, sempre più social. Proprio indagando nelle maglie del mondo virtuale si riesce a ricostruire rapporti criminali e a riconoscere i malavitosi in erba. Prendete il caso di Alessio Angrisano, un babyboss arrestato in un recente blitz: come riportato da Il Mattino, si nascondeva in un appartamento con soldi, pistola e… profilo Facebook attivo. La rete di contatti diventa allora oggetto per la Dda di un filone investigativo. I banditi però non sono stupidi: nascondono la propria identità su Facebook per cautelarsi, ma non sempre ciò è sufficiente. Si è passati dall’epoca della latitanza nei sotterranei ai pizzini che viaggiano sui social. L’Antimafia non esclude che alcuni omicidi siano stati ordinati proprio dalle piattaforme virtuali, che tra l’altro diventano luogo nel quale compiacersi delle proprie “imprese”. Se la camorra si evolve, lo fanno anche gli inquirenti che cercano i nuovi criminali sui social.



LA NUOVA CAMORRA COMUNICA SU FACEBOOK

LA FOTO CHOC DI UN BIMBO BLOCCATO DALLA POLIZIA

I vari “mi piace”, gli “amici”, i post e le immagini condivise diventano terreno fertile per indagare, anche se non è un lavoro facile per gli investigatori. Ci si muove in un mondo di doppi sensi, di identità nascoste e di soprannomi. L’obiettivo è individuare i veri esponenti della nuova camorra e i profili usati per le conversazioni che devono sfuggire alle intercettazioni. Facebook è ormai pieno di profili di parenti e amici di camorristi che li sostengono platealmente. C’è pure una pagina che inneggia alla camorra: è quella di Vanella Grassi, un clan di Secondigliano che punta al malaffare di Scampia. «VG regna…Il leone è ferito ma non è morto», recita la pagina del clan che vanta camorristi appena maggiorenni. Sette di loro sono imputati in un processo con rito abbreviato: rischia 9 anni chi è accusato di estorsione al titolare di un distributore di benzina, 6 chi minaccia una donna per costringere la sua famiglia a lasciare il quartiere. Come i terroristi, così i giovani camorristi usano i social per organizzare i propri piani criminali.



Di seguito alcune foto che compaiono sul profilo Facebook di Vanella Grassi…

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