Non ci sarà alcuna sentenza per Charlie Gard: i genitori hanno anticipato la decisione dell’Alta Corte di Londra facendo una clamorosa retromarcia. Nell’udienza di oggi Connie Yates e Chris Gard hanno annunciato, attraverso il loro avvocato, la volontà di chiudere la battaglia legale per il trasferimento del piccolo negli Stati Uniti, dove sarebbe stato sottoposto ad una cura sperimentale. La vicenda, caratterizzata da polemiche (e culminata anche nelle minacce di morte al personale del Gosh), arriva dunque ad una inaspettata svolta. I risultati delle analisi sono stati confermati dallo specialista americano, con il quale i genitori di Charlie Gard si sono confrontati nelle ultime ore, arrivando alla drammatica decisione. Il medico malato di Sla Mario Melazzini aveva testimoniato uno “sguardo diverso” e alternativo a tutta l’intera vicenda giuridica e politica legata a quel piccolo Charlie, affetto dalla grave malattia mitocondriale. A nulla serve dunque ora l’appello della zia.



CHARLIE GARD: ULTIME NOTIZIE

IL COMMENTO DEL GIUDICE NICHOLAS FRANCIS

La battaglia legale finisce dunque un giorno in anticipo, oggi 24 luglio 2017: Charlie Gard non sarà trasferito, non saranno svolte le cure sperimentali per la volontà degli stessi genitori che viste le condizioni del loro piccolo bimbo hanno deciso di non andare oltre. «Ora ti lasciamo andare dagli angeli», hanno detto Chris e Connie Gard all’uscita dall’Alta Corte di Londra, in un breve e commovente messaggio-video che potete vedere in questo nostro speciale. «I genitori del piccolo Charlie Gard ora devono affrontare la realtà, cioè che è nel migliore interesse di Charlie morire. Confermo il mio verdetto di aprile», sono invece le parole in aule di Nicholas Francis, mettendo la parola fine definitiva alla vicenda del piccolo Charlie. «Nessuno di noi può comprendere l’agonia dei genitori; voglio pagare un tributo a Chris e Connie. Nessun genitore avrebbe potuto fare di più», spiega il giudice che riceve i saluti e i ringraziamenti anche dalla stessa Connie Yates che pure non ha risparmiato un’ultima importante critica, «si è mossi troppo tardi, Charlie aveva una possibilità concreta di migliorare, ora non sapremo mai che cosa sarebbe accaduto se avesse ricevuto il trattamento». Il giudice dell’Alta Corte ha invece replicato davanti a tutti, «e mie decisioni, prese l’11 aprile con un cuore pesantissimo, sono state accolte. Ma gli avvocati dei genitori hanno detto che avrebbero presentato nuove prove. All’epoca Hirano non aveva visto Charlie, se un medico deve presentare delle prove a questa corte, dovrebbe vedere prima il paziente».



RETROMARCIA GENITORI: “NON C’È PIÙ NULLA DA FARE”

Non c’è più nulla da fare per Charlie Gard: i suoi genitori si sono arresi. Connie Yates e Chris Gard hanno deciso di concludere la loro battaglia legale per portare il figlio di 11 mesi negli Stati Uniti per sottoporlo ad un trattamento sperimentale. Ennesimo colpo di scena nella vicenda che vede protagonista il piccolo affetto da una rara malattia genetica, ma molto probabilmente sarà l’ultimo. Stando a quanto riportato dalla Bbc, l’avvocato che rappresenta i genitori di Charlie Gard ha annunciato all’Alta Corte di Londra che il tempo è finito per il piccolo. Grant Armstrong ha spiegato che i suoi assistiti hanno preso questa dolorosa decisione dopo essersi confrontate con il medico arrivato dagli Stati Uniti per un consulto con il personale del Great Ormond Street Hospital. Anche lo specialista americano ha confermato che è ormai troppo tardi per Charlie e che la terapia nucleosidica non provocherebbe alcun giovamento al piccolo. Da qui la decisione di chiudere la battaglia legale. (agg. di Silvana Palazzo)



L’APPELLO DELLA ZIA LAURA

Ha parlato in queste ultime ore prima dell’udienza finale iniziata in questo momento a Londra, la zia di Charlie Gard, come già avvenuto alcune volte nelle scorse settimane per offrire il pensiero della famiglia nel momento in cui i genitori sono giustamente impegnati nelle battaglie legali o sono al fianco del loro piccolo bimbo di quasi un anno. «In che mondo triste viviamo, in cui i giudici guardano meramente agli argomenti legali definiti da professionisti, e non negli occhi di un bambino, che hanno il potere di salvare», scrive sui social Laura Gard, sottolineando come gli ultimi rumors che arrivano dalla Gran Bretagna non fanno ben sperare la famiglia di Charlie. I medici inglesi restano scettici sulla possibilità di una cura sperimentale, ma ora sarà la corte a dover dare, una volta di più, il suo parere definitivo. Decisive dunque le prossime 48 ore, con la famiglia di Charlie e i tanti amici spuntati in questi mesi che si stringono attorno al “loro” piccolo testimone di vita.

IL RESOCONTO MEDICO (IN RITARDO)

Secondo quanto riportato dalla Bbc, lo spostamento dell’udienza all’Alta Corte sul caso Charlie Gard (dalle 10, inizialmente prevista, fino alle 15) sarebbe avvenuta per un motivo molto semplice: pare infatti che il resoconto medico e gli ultimi documenti richiesti dal giudice Francis al pool di specialisti che hanno visitato in settimana Charlie, siano arrivati in ritardo. In questo dossier tanto atteso sono inserite le carte del medico Usa Michio Hirano, ma anche il responso del dottore romano Enrico Silvio Bertini, specialista dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, che hanno elaborato il protocollo sperimentale per il piccolo bimbo affetto di malattia mitocondriale. Ora la parola spetta al giudice dell’Alta Corte di Londra, che dovrà tirare le somme di tutta la vicenda e di questi ultimi, importanti, documenti giunti in mattinata: un ulteriore indizio per capire che la sentenza è assai difficile, se non impossibile, arrivi già oggi.

ALLE 15 LA CORTE DECIDE SULLE CURE SPERIMENTALI

Alle ore 15 di oggi (14 ore Uk) l’Alta Corte si riunisce davanti anche ai genitori di Charlie Gard per le cure sperimentali in merito al bimbo affetto da grave malattia anche debilita muscoli e condizioni cerebrali. La “due-giorni” che porterà fino alla sentenza di domani scatterà alle ore 15 di questo pomeriggio, come riportato con ufficialità da Sky News: si tratterà anche delle minacce di morte ricevute dal personale dell’ospedale GOSH e dagli stessi genitori di Charlie, ovviamente per motivi opposti, come da loro confermato negli ultimi giorni. Il rispetto tra le parti è massimo, nonostante gli scontri evidenti avuti nelle scorse settimane vista l’assoluta distanza che li separa: dover staccare le spine per sempre o il trasferimento negli Usa, il mondo intero guarda alla Corte di Londra dove da questo pomeriggio fino a domani si deciderà il futuro di Charlie Gard.

ULTIMA UDIENZA

In queste ore si riapre l’Alta Corte di Londra per decidere in maniera definitiva sul destino del piccolo Charlie Gard: morte dignitosa o permesso per il trasferimento in Usa (o in Italia) in modo da testare l’ultima cura sperimentale. Da questa scelta, qualsiasi sarà, il giudice Nicholas Francis verrà contestato e parecchio con le due “fazioni” in gioco che promettono battaglia per il destino assai “simbolico” per questo piccolo bambino divenuto conosciuto in tutto il mondo. Chris e Connie Gard entrano oggi alla Corte di Londra forse per la penultima volta, in attesa che i giudici diano lettura dei responsi del pool di medici specialisti a riguardo dello stato di malattia attuale e delle possibilità concrete di cure sperimentali. Una penultima volta perché dagli ultimi rumors riportati da Reuter, dovrebbe arrivare domani la sentenza finale della Corte. L’attesa è tanta, il dramma pure e la speranza dei genitori ancora non è del tutto spenta.

I GENITORI: “MINACCE AL GOSH? ANCHE NOI OFFESI”

Oggi il caso di Charlie Gard verrà nuovamente affrontato all’Alta Corte di Londra. Nuovi esami medici verranno presentati per discutere delle condizioni di salute del piccolo di 11 mesi affetto da una rara sindrome mitocondriale. I genitori, Connie Yates e Chris Gard, spingono per sottoporre il figlio ad una terapia sperimentale, per i medici del Great Ormond Street Hospital invece questa cura non funzionerà. Nel frattempo un gruppo di londinesi ha organizzato una marcia a sostegno delle cure sperimentali per Charlie Gard. Si è tenuta proprio davanti all’Alta Corte della City. Stando a quanto riportato dai media locali, l’udienza comincerà alle 14. Intanto i genitori di Charlie Gard hanno commentato la vicenda relativa alle minacce di morte ricevute dallo staff dell’ospedale londinese. «Non abbiamo mai giustificato le offese e le minacce rivolte a qualsiasi membro dell’ospedale. Anzi, anche noi abbiamo subito commenti dannosi da parte della gente». (agg. di Silvana Palazzo)

GOSH, GLI ESAMI NON “VANNO”

Le ultime notizie di queste ore dall’Inghilterra segnalano ancora molte tensioni, specie dopo quanto avvenuto tra venerdì e sabato nella riunione tecnica all’Alta Corte di Londra con lo scontro, l’ennesimo, tra i legali del Great Ormond Street Hospital e i genitori di Charlie Gard. Viene tutto innescato dalle parole del legale Katie Gollop che segue gli interessi del GOSH, quando in riunione tecnica afferma «l’ultimo esame clinico ha un esito molto triste». Papà Chris e mamma Connie si ribellano a queste parole, con varie rimostranze contro la Corte per quelle parole arrivate a livello pubblico senza ancora che la famiglia avesse potuto visionare i protocolli con gli esiti degli esami clinici. «Lei è malvagia!», è stato gridato dal padre di Charlie Gard contro l’avvocato Gollop che ha dovuto poi fare un passo indietro chiedendo scusa alla famiglia Gard e alla stessa Corte, «Mi dispiace molto, non intendevo provocare sconvolgimenti». Il referto era arrivato prima dell’udienza in mano ai Gard e quelle parole dell’avvocato GOSH non sono affatto piaciute, oltre che essere in contrasto con quanto pare abbia refertato il dottor Michio Hirano negli ultimi esami tecnici. Lo scontro è ancora aperto e le prossime ore di udienza definitiva si apprestano ad essere letteralmente infuocati.

MELAZZINI, “DIPENDENTE DAGLI ALTRI MA NON DALLA MALATTIA”

Con un lungo editoriale sull’Avvenire di venerdì scorso il medico Mario Melazzini, affetto da grave forma di Sla, ha voluto in qualche modo dare il suo personale contributo sia come medico esperto che come semplice persona malata e bisognosa esattamente come Charlie di affetto e vita. «La mia è una vicinanza umana: da persona che convive con la Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia rara neurodegenerativa, e che ogni giorno ha bisogno di assistenza per compiere qualsiasi atto quotidiano», scrive Melazzini, già alla guida dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Ma pur essendo così “dipendente” dall’altro, prigioniero di un corpo che non risponde più alla mia volontà, ho deciso di non essere “dipendente” dalla malattia. E sfido da diversi anni l’«inguaribilità» della malattia anteponendo con forza quella della «curabilità» della stessa. Perché ne sono fermamente convinto anch’io: «inguaribile» non è sinonimo di «incurabile», e questo determina uno “sguardo” diverso rispetto alla persona malata e al suo percorso di vita», afferma con forza Melazzini nella sua disamina sul caso Gard. Secondo il professore affetto di Sla di fronte alla speranza, al diritto di vita di un bimbo di 10 mesi, se pur legata a una macchina, al desiderio di due genitori di curare il proprio figlio, «si può accettare il parere espresso dai medici e dai giudici di “staccare la spina”? E quanti Charlie ci sono nelle nostre quotidianità?». È con queste domande che il mondo intero oggi si appresta ad attendere le novità, per una volta definitive, sulla drammatica vicenda del piccolo grande Charlie Gard.