Stando ai conti fatti dal Ministero dell’Economia, l’8 per mille alla Chiesa Cattolica è in forte diminuzione con le minor donazioni arrivate per l’anno 2017 dalle tasse degli italiani. Durante l’ultima assemblea della Cei, sono stati ratificati i dati diffusi dal Mef che vedono appunto una somma sotto il miliardo di euro per quanto riguarda l’8 per mille dell’Irpef assegnato alla Chiesa per quest’anno. Nello specifico, resta pari a 986.070.639,38 euro, in forte diminuzione dallo scorso anno che invece era rimasta sopra al miliardo. Secondo la stessa Conferenza Episcopale Italiana, «emerge un calo delle destinazioni per le esigenze di culto e per la catechesi e un aumento per la carità». L’Italia resta un Paese a maggioranza cattolico, nonostante il calo delle donazioni, visto che comunque tra le 17 milioni di scelte valide sulle donazioni degli italiani – va ricordato che il 60% dei contribuenti non esercita una scelta per l’8xmille – l’80% delle scelte sono andate alla Chiesa Cattolica. Il calo però negli anni è sempre più netto e mostra una crisi di “immagine” e di sostegno alle opere promosse dalla Cei a livello nazionale: guadagnati 26 milioni di euro in meno quest’anno, nonostante l’imponente campagna di comunicazioni e testimonianze “Chiedilo a loro” messa in atto dalla Chiesa italiana per l’ultimo biennio. I donatori nel 2015 sono stati meno di 14 milioni, mai così pochi dal 2004, e questo dato fa riflettere. A vedere i dati diffusi dal Mef, è la Chiesa Valdese ad ottenere la seconda fetta dell’8 per mille con 523mila contribuenti che hanno scelto di versare il proprio contributo Irpef: al terzo posto sale e di molto la donazione per le chiese buddiste, anche se in termini di numeri resta sempre molto basso (lo 0,99% delle scelte complessive, ovvero poco già di 5 milioni di euro).
CALA L’8 X MILLE ALLA CHIESA CATTOLICA: ECCO PERCHÈ
LA POLEMICA SULLE QUOTE INEPRESSE
I dati ufficiali diffusi sull’8 per mille, come ogni anno, risultano il momento di critica feroce e forte contro la stessa Chiesa Cattolica per quanto riguarda la vicenda legislativa delle quote inespresse. Secondo quanto stabilisce lo stesso ordinamento italiano, se i contribuenti non firmano nessun destinatario per l’8 per mille, la quota viene ripartita in proporzione delle altre scelte compiute dagli altri contribuenti: in poche parole, le cifre non finiscono allo Stato come di norma si pensa, ma viene ridistribuito in maniera equa a seconda della altre scelte pattuite. Ciò significa – e qui sorge la polemica – che la Chiesa Cattolica essendo scelta dal’80% dei contribuenti che hanno posto il destinatario, vedrà un maggior guadagno tra le quote inespresse (circa il 60% dei contribuenti). Polemiche feroci anche quest’anno arrivano dall’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), e dalle altre chiese minori presenti in Italia, dalla Valdese in giù: «noi ci auguriamo che negli anni a venire si velici non tanto una diminuzione delle firme alla chiesa cattolica, ma che si giunga ad un ripensamento dell’8 per mille quantomeno attraverso l’abolizione delle quote inespresse». Di contro la Chiesa, senza una risposta diretta ad una polemica che dura da anni, prosegue nella sua campagna di promozione dell’8 per mille, il modo più semplice e diretto per contribuire alle varie opere sparse su tutto l territorio per fini sociali, umanitari e culturali.