A TORRE DEL GRECO “FERMÒ” LA LAVA
Oggi si festeggia Sant’Anna, onomastico molto diffuso nelle famiglie partenopee. Si tratta della prima grande Santa cristiana, la madre della Vergine Maria. Il culto di Sant’Anna è radicato su tutto il territorio campano: quasi ogni comune vesuviano ha una Chiesa o una strada dedicata a lei. Il caso più singolare è a Torre del Greco, dove si intrecciano devozione, mito e storia attorno alla Chiesa di Santa Maria del Principio, che secondo il folklore è protetta e miracolata dalla Santa in persona. L’antica Chiesa era tappa obbligata per le future madri e i marinari che andavano a rendere grazie per lo sbarco sereno e per chiedere protezione dalle insidie del mare per le traversate successive. L’edificio andò distrutto per l’eruzione del 1794, eccezion fatta per l’altare sovrastato dall’edicola votiva con l’affresco della Madonna, scavalcato dal fuoco. La lava risparmiò l’edicola votiva, emersa intatta dalle macerie. (agg. di Silvana Palazzo)
IL PRESUNTO MIRACOLO DEL “LUMINO”
A Gerusalemme sorge una chiesa dedicata a sant’Anna che sarebbe stata costruita proprio nel luogo dove avrebbe abitato. Sulle sue reliquie invece scoppiò un caso: stavano per essere distrutte, ma furono salvate. Secondo la tradizione i resti furono custoditi in Terra Santa, poi alcuni monaci li portarono in Francia. L’intero corpo durante le famose incursioni ottomane fu chiuso in una bara di cipresso e murato precauzionalmente in una cappella scavata sotto la cattedrale di Apt. Dopo il ritrovamento, che sarebbe stato preceduto e seguito da diversi miracoli che portarono all’identificazione del corpo, ci fu una smembratura e divisione tra nobili e clero. Il teschio attualmente è custodito e portato in processione a Castelbuono, in Sicilia. Tra i presunti miracoli viene ricordato quello del “lumino”, che rimase acceso accanto alla bara di cipresso per anni, sebbene mancasse l’aria. (agg. di Silvana Palazzo)
SANT’ANNA, PROTETTRICE DI TUTTI
La figura di Sant’Anna non è legata “solo” a tutte le donne incinte, avendo lei partorito la vergine Maria da molto anziana assieme al marito Gioacchino, anch’esso ormai “adeguatosi” alla possibilità di essere sterile. La nonna di Gesù è ricordata dalla tradizione cattolica anche perché patrona di molte categorie, proprio per quella sua “portata” di Grazia (in ebraico Hannahe significa proprio grazia) verso tutti i fedeli. Sant’Anna è considerata infatti portatrice di Speranza – per questo spesso rappresentata nelle iconografie con un mantello verde – e in Bretagna è invocata ad esempio per la raccolta del fieno. In quanto poi custode di un “tesoro” come quello della Madre di Dio in grembo, Sant’Anna è ricordata e resa Patrona anche per gli orefici, gli ebanisti, i minatori e i falegnami. Da ultimo, in quanto in da piccola Maria era stata educata dai genitori a pulire la casa, cucire e tessere, Sant’Anna è ricordata per essere la protettrice di tessitori, commercianti in biancheria e sarti. (agg. di Niccolò Magnani)
IL “BACIO” NEL QUADRO DI GIOTTO
I santi Anna e Gioacchino oggi vengono celebrati da tutta la Chiesa Cattolica rappresentano una delle coppie di coniugi più ricordati e amati nella tradizione per il ruolo di paziente amore e attesa per una figliolanza che tardava ad arrivare, con la fede che li ha tenuti insieme per moltissimi anni senza mai perdere la fiducia nel Signore. Nella meravigliosa Cappella degli Scrovegni, Giotto ha dipinto un dettaglio che per questa giornata è perfetto: si tratta dell’Incontro tra Gioacchino e Anna sotto la Porta d’oro e l’episodio richiama l’annuncio della concezione di Maria con la Porta che riguarda una trasposizione simbolica di quell’Immacolata Concezione di cui la Vergine Maria era portatrice. Giotto sceglie di raffigurare una scena “ispirata” al Protovangelo di san Giacomo, allo Pseudo Matteo e al De Nativitate Mariae, tutti testi apocrifi ma che aiutano a provare a ricostruire la figura di questi due grandi Santi. Il dipinto più realistico fino a quell’epoca per un bacio, considerato “scabroso e per nulla religioso” che invece Giotto seppe rendere commovente e sacro al tempo stesso. Un legame che diede il via alla Sacra Famiglia con quel legame tra Anna e Gioacchino che ha reso possibile la venuta al mondo della Madre di Dio. (agg. di Niccolò Magnani)
40 GIORNI NEL DESERTO E LA GRAZIA DI UNA FIGLIA
“Ave Maria, piena di Grazia…”: il messaggio dell’Angelo alla Vergine Madre di Dio conteneva quella “grazia” che è duplice: rappresenta infatti la sua origine, dai genitori Sant’Anna e San Gioacchino e ovviamente il “fine”, il portare in grembo e far nascere al mondo quella Grazia di Gesù che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità. Oggi si celebra la festa dei genitori di Maria e quella “grazia” viene ricordata nel corso di rimandi storici e della tradizione: il nome di Anna in ebraico significa proprio “grazia” (Hannahe) ed è la protettrice delle donne gravide e dei parti impossibili, proprio per la sua clamorosa e tardiva gravidanza con il rischio fortissimo di sterilità che per lei e Gioacchino sembra ormai una condanna. Essendo il marito ormai piuttosto avanti con l’età, e non essendo riusciti a generare figli, venivano trattati con disprezzo dalla comunità di 2000 anni fa perchè la sterilità era considerata il sintomo di una maledizione divina. E invece, proprio quella “maledizione” diviene tramutata in grazia dando alla luce quella Donna immacolata che cambiò per sempre ala storia dell’uomo. Addirittura il vecchio pastore Gioacchino si ritirò in una landa deserta per 40 giorni in modo da chiedere a Dio la grazia di un figlio. Arrivò una bimba e tutto da quel giorno non fu come prima… (agg. di Niccolò Magnani)
SANT’ANNA PROTETTRICE DELLE DONNE PARTORIENTI
Per la nonna di Gesù, Sant’Anna, la festa di domani rappresenta una contemporanea celebrazione di tutte le donne partorienti che vedono nella santa moglie di San Gioacchino la loro protettrice. La mamma di Maria Vergine è venerata da moltissimi secoli nella storia della Chiesa proprio per l’aver dato alla luce, dopo anni di fatiche e di tentativi che non arrivavano, la piccola bimba che solo 16 anni dopo diede in vita il Figlio di Dio. Sant’Anna è proprio per questo particolarmente ricorda dalle donne gravide, specie per i parti considerati difficili se non impossibili: ha avuto il privilegio di dare alla luce Maria di Nazareth dopo aver sofferto di sterilità. Esattamente come per l’Annunciazione, anche per Anna e Gioacchino un angelo apparve in sogno e secondo la tradizione riferì, «Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo». E così accadde. (agg. di Niccolò Magnani)
LA STORIA DEI SANTI
Nella giornata del 26 luglio la Chiesa Cattolica e i cristiani di tutto il mondo ricordano le importantissime figure di sant’Anna e san Gioacchino, che secondo la tradizione sono stati i genitori della Vergine Maria e quindi nonni di Gesù, il che ne fa comprendere la grandissima importanza da un punto di vista religioso. Per quanto riguarda san Gioacchino sono poche le notizie che si hanno sul suo conto, visto che non è mai stato citato nei testi religiosi di maggiore importanza. Tuttavia le notizie che si hanno sul suo conto sono abbastanza precise: era una persona benestante e questa sua condizione sociale agiata lo portò a unirsi in matrimonio con sant’Anna, nonostante tra i due corresse una grande differenza d’età. Per quanto riguarda le notizie riguardanti sant’Anna, si possono trarre attraverso i vangeli non ufficiali, ovvero quello apocrifi: questo ovviamente comporta che le notizie che vi si trovano non sono ufficialmente riconosciute dalla gerarchia ecclesiastica come veritiere. Di sant’Anna si sa che era di origini umili e che correva una gran differenza di età con quello che sarebbe diventato suo marito. Dopo molti anni di matrimonio i due vivevano a Gerusalemme e entrambi volevano fortemente un figlio. I vangeli non riconosciuti narrano che un giorno san Gioacchino ebbe una visione consistente in un angelo che gli portò la lieta novella della nascita di una bambina. Nello stesso momento anche la moglie ebbe la stessa identica visione. Questa doppia visione sembra porre fine ad un periodo difficilissimo della vita della coppia, che desiderava più di ogni altra cosa un figlio e che doveva fare i conti con l’idea di alcuni uomini di fede di Gerusalemme, i quali vedevano non di buon occhio l’impossibilità di avere figli da parte della coppia, anche se molto dipendeva dalla grande differenza di età tra i due. Quando la bambina venne effettivamente al mondo non vi furono difficoltà per scegliere il nome, visto che entrambi si trovarono d’accordo nel scegliere Maria, che in ebraico sta per Amata dal Signore. San Gioacchino, per ringraziare del miracolo della nascita di una figlia quando ormai tutto sembrava perduto, portò una serie di doni al Tempio di Gerusalemme e questa scena è stata oggetto di varie rappresentazioni nel mono dell’arte. All’età di 3 anni la figlia venne poi portata al Tempio per essere consacrata. Infine, secondo i vangeli non ufficiali, san Gioacchino morì negli anni successivi e sant’Anna si risposò altre due volte, anche se va ribadito che tali versioni dei fatti delle vite dei due santi non sono riconosciute dalla Chiesa Cattolica.
FESTE A LORO DEDICATE
Sant’Anna è tra i santi più amati nel mondo cristiano e sono tante le città che l’hanno eletta a propria patrona. Tra le tante si può ad esempio citare Caserta. La città è nota non soltanto per la presenza della Reggia di Caserta, facente parte del Patrimonio Unesco, ma anche per il fatto di essere un importante centro tessile. Il 26 luglio nella città campana si ricordano sia Sant’Anna che San Gioacchino, il tutto attraverso una processione che attraversa tutto il centro cittadino.
GLI ATRI SANTI DI OGGI
Ovviamente queste due figure sono le più importanti tra quelle che vengono ricordate e venerate nel mondo cristiano nella giornata del 26 luglio, ma sono diversi i santi e i beati celebrati in questa stessa giornata. Trai i tanti santi si possono ad esempio rammentare Sant’Erasto e Santa Bartolomea Capitanio, mentre per quanto riguarda le figure rientranti tra i beati si possono citare senza dubbio quelle di Ugo de Actis e Guglielmo Webster.