A Palermo si festeggia con mortaretti e fuochi d’artificio il ritorno a casa (in realtà ai domiciliari) del “boss del pizzo”: lo riporta Repubblica, con la storia di Maurizio De Santis, titolare del ristorante Il Bucatino, accusato di essere un esattore del pizzo legato al clan di Porta Nuova. Ebbene, al suo ritorno a casa un quartiere intero, tra via Bazzano e via Padre Puglisi, feste e traffico bloccato di notte con lo scoppio di fuochi d’artificio e mortaretti per le strade. Il video, fatto da un parente del “boss”, è finito su Facebook e inevitabilmente divenuto virale nel giro di poche ore: l’area orientale di Palermo diviene bloccata per una sera – si tratta dello scorso 11 luglio 2017 – con gente in festa dai balconi, auto fermate per strada, quasi come se l’Italia avesse vinto i mondiali. Invece è il “boss” che torna a casa dove dovrà scontare i prossimi 3 anni di arresti domiciliari: una “lieta novella” che tutti dovevano sapere e che ovviamente non è la prima volta in quel di Palermo. «A Palermo sta diventando una tradizione quella dei fuochi d’artificio per festeggiare i domiciliari o i «fine pena» dei mafiosi e dei loro fiancheggiatori», scrive lo speciale di Repubblica dopo il ritorno a casa degli affiliati di Cosa Nostra. Gentile con i clienti e arrogante con i commercianti a cui chiedeva l’odiosa tassa mafiosa: così lavorava De Santis, secondo le accuse, e così viene “ringraziato” dal quartiere che lo ha riaccolto a braccia, e fuochi, aperte. I finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria hanno sequestrato a lui e al suocero beni per 10 milioni di euro, solo due anni fa: e ora, la super “festa”…
FUOCHI D’ARTIFICIO PER IL BOSS DEL PIZZO: ECCO COSA È SUCCESSO
QUARTIERE IN FESTA NELLA VIA DI DON PUGLISI
«A questo può servire parlare di mafia, parlarne spesso, in modo capillare, a scuola: è una battaglia contro la mentalitàmafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi»: sono le celebri parole di Don Pino Puglisi, il prete ammazzato da Cosa Nostra il 15 settembre 1993 in quella Palermo che oggi, come ieri, festeggia in alcune aree il ritorno a casa, la scarcerazione o la mancata cattura di affiliati alle varie cosche. Don Pino Puglisi è anche il nome della via dove lo scorso 11 luglio sono avvenuti i festeggiamenti con fuochi d’artificio per il ritorno a casa del “boss del pizzo”. A poche vie di distanza infatti si trova la casa dove è nato il sacerdote fatto beato di recente dalla Chiesa Cattolica. Ha combattuto la mafia educando i più giovani: senza armi ma con l’armatura della fede ha imboccato la via che tanta gente per bene sta raccogliendo per fortuna in quel di Palermo e non solo. Ma la mafia non accettava questa “educazione” alternativa alla criminalità indifferente a tutto e tutti, e per questo lo ha ucciso. Oggi si festeggia in quelle vie, non certo il “teatro” migliore per il rilancio nel nome del Bene e della Libertà di una città funestata dal morbo mafioso.