Saranno mostrate in esclusiva mondiale su Rai 1 a Petrolio oggi, 28 luglio, le immagini del ritrovamento della tomba monumentale di Pompei emersa dagli scavi nell’area di San Paolino, nei pressi della Porta Stabia. Una scoperta di immenso valore storico, quella effettuata nell’ambito della ristrutturazione degli edifici demaniali negli Scavi per iniziativa del Grande Progetto Pompei, che secondo gli studiosi avrebbe riportato alla luce la tomba di Gneo Alleo Nigidio Maio, un impresario noto per l’organizzazione di grandi giochi gladiatori, sullo stile di quelli di Roma, che gli valsero non solo il soprannome di “principe” della colonia, ma anche l’apprezzamento dell’intera popolazione che non a caso gli dedicò l’epigrafe più lunga che sia mai stata ritrovata. Gneo Alleo Nigidio Maio morì un anno prima dell’esplosione del Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C., che rase al suolo la città.
TOMBA RITROVATA A POMPEI: GNEO ALLEO NIGIDIO MAIO
TRACCE DI POMPEIANI IN FUGA DALL’ERUZIONE
La portata storica del ritrovamento della tomba di Gneo Alleo Nigidio Maio, di cui saranno mostrate in esclusiva mondiale le immagini nella puntata di oggi di Petrolio, riguardano da vicino la storia di Pompei. Da una parte, infatti, vi è la possibilità di apprendere dall’epigrafe presente sulla tomba informazioni sulla antica civiltà pompeiana, dall’altra, gli scavi hanno già dato delle risposte importanti. Come riferito da Il Sole 24 Ore, per la prima volta sono stati infatti ritrovate le tracce dei pompeiani che tentavano di mettersi in salvo in seguito all’eruzione del Vesuvio. Questa la spiegazione fornita dagli studiosi:”Agli occhi dei nostri archeologi sono visibili le striature lasciate da una carovana al di sopra dello strato di due metri di lapillo, da porsi in relazione con il rinvenimento – poco lontano – di scheletri a una quota più alta da quella di frequentazione dei romani”.
L’ORIGINE DELLA SCOPERTA
Se la tomba dell’impresario Gneo Alleo Nigidio Maio, detto il “principe”, è stata rinvenuta nell’area di San Paolino, a Pompei, lo si deve anche ad un colpo di fortuna. Ad ammetterlo, come riferisce Il Sole 24 Ore, è il Soprintendente per i beni archeologici, Massimo Osanna, che ha ammesso candidamente come sia giunti ad una scoperta di tale portata. Queste le sue parole:”È stato un colpo di fortuna straordinario: si stavano effettuando scavi nella zona San Paolino per controllare le fondazioni dell’edificio in corso di restauro che dovrà ospitare la Biblioteca della soprintendenza, entro il prossimo autunno. Durante un saggio in profondità, è emerso il marmo di questa tomba e – siccome a Pompei non esistono tombe in marmo – abbiamo immediatamente intuito che ci trovavamo di fronte a una scoperta importante”. Da qui la decisione di azzardare un’operazione di ricerca in piena regola:”Abbiamo recuperato tutti i fondi disponibili in cassa – spiega Osanna – e con 200 mila euro abbiamo dato avvio allo scavo. Non ci sbagliavamo”.