Poveri maschi, con un numero sempre minore di spermatozoi; povera umanità, destinata a estinguersi se questo calo non si ferma. E povera ragione umana, se si continua a far finta di niente! È storia di questi giorni che studiosi inglesi e australiani hanno misurato i numeri del crollo della fertilità maschile a livello mondiale, riprova di un attacco alla riproduzione umana di cui abbiamo parlato più volte. E che ha nemici diffusi e subdoli: nelle cose che mangiamo, nell’aria che respiriamo, nei lavori che facciamo. Basti pensare alla diminuzione degli spermatozoi da surriscaldamento dei genitali in chi fa attività sedentarie e resta seduto ore ed ore; o in chi fa lavori che espongono le parti intime a vibrazioni e scosse continue, come sui trattori o con i martelli pneumatici. Si pensi poi alle plastiche e ai solventi (tintorie, tipografie) che entrano in circolo per contatto con la pelle e ingannano l’organismo dato che, diabolici, hanno una struttura simile a quella degli ormoni sessuali. Pensiamo infine ai metalli pesanti che circolano nell’aria come il piombo o che si mangiano col pesce inquinato d’alto mare, come il mercurio. Insomma, non si riesce a essere tranquilli, si rischia la sterilità per il semplice fatto di appartenere a questa generazione “siderurgicamente avanzata”, dunque ultra inquinata.



Il fatto è che a questa emergenza si risponde come sempre con dei palliativi, dei contentini, degli slogan commerciali: dalla diffusa propaganda a non far figli, che quindi se non vengono tanto meglio, alla propaganda ai mezzi di fecondazione artificiale (se non funzionano i tuoi spermatozoi, useremo quelli di qualcun altro…). Il fatto è che non è tutto oro quello che riluce, soprattutto se il fatto che sia oro è solo, per l’appunto, propaganda. Uno studio recente di un gruppo italiano di genetisti e pediatri di Napoli e Torino ha mostrato che nei casi di fecondazione artificiale i rischi di certe malattie gravi genetiche aumentano di 10 volte rispetto alla popolazione generale. Ma questo non ce lo dice nessuno, pur essendo solo uno tra tanti studi che dovrebbero farci stare in guardia. Da cosa? Dal pensare che le cose si risolvono con formule palliative e non con la prevenzione.



Ma la prevenzione costa, è difficile perché richiede di informare; ed è pericolosa perché richiede… la libertà delle persone, mentre le risposte palliative di cui sopra hanno soltanto bisogno di una popolazione impaurita e di farle credere che non ci sono alternative. E non si tratta di avercela con la fecondazione laboratoristica: chi la vuol fare la faccia, potremo discutere poi in profondità ma in altra sede; ma si tratta di avercela con la disinformazione. E con una mentalità che cerca solo la palliazione, cioè “metterci una pezza”. Tutte cose note, tutte cose che la comunità scientifica denuncia da tempo, su cui pediatri, ginecologi e genetisti mettono in guardia da anni. Ma il mercato della paura, che travalica la scienza e gli scienziati, può più degli allarmi scientifici.



Pazienza allora: di fronte al terrore e alla disinformazione dovremo solo attendere, come spiega qualche giornale, l’inevitabile estinzione del genere umano. Almeno finché continuerà a tirare questo vento.