Il piccolo Daniele (nome di fantasia) un giorno si capaciterà difficilmente che il suo battesimo è stata l’occasione per mettere in scena uno spettacolo da Far West. Peccato che non si trattasse di un film: piuttosto di una realtà che ha rischiato di tramutarsi in tragedia, di una resa dei conti che soltanto per un colpo di fortuna non ha dato il via ad una nuova cerimonia, questa volta funebre. Tutto ha inizio domenica 23 aprile a Vigevano, dove una famiglia di origini calabresi e siciliane trapiantata ad Abbiategrasso è intenta a “festeggiare” il battesimo del piccolo Daniele. Sembra filare tutto liscio, per quanto qualcuno in agriturismo alzi il gomito un po’ troppo. E forse è proprio l’alcool ad innescare la bravata da cui ha origine il patatrac.
Qualcuno, infatti, ha la geniale idea di sfilare la sedia a Carmelo, nonno materno di Daniele, mentre sta per accomodarsi a tavola: l’anziano finisce a gambe all’aria e l’affronto proprio non lo tollera. Vuole un colpevole, desidera lavare l’onta, e individua l’autore dello scherzo in Mauro, lo zio paterno del festeggiato, il fratello del papà di Danielino. A questo punto gli ingredienti per una rissa sembrano esserci tutti, ma a placare i bollenti spiriti paterni interviene Giuseppe, il figlio dell’uomo volato per aria, che con un po’ di buon senso riesce a non “rovinare la festa”. Non sa, però, che proprio a lui la festa verrà fatta di lì a poco.
RISSA AL BATTESIMO: INIZIA TUTTO CON UNA SEDIA SFILATA…
I COLPI DI FUCILE E L’ACCOLTELLAMENTO
Il 31enne Giuseppe, che di mestiere fa il pizzaiolo, dopo il ricevimento in agriturismo accompagna il padre, l’offeso, nelle case popolari di via Fusé ad Abbiategrasso, dove abita tutta la famiglia, che stando alle fedine penali di certo non si distingue per rettitudine. Passa qualche ora e alle 21:30 Mauro, l’accusato dello scherzo, imbraccia il fucile, scende per strada e spara alcuni colpi in aria. Lo fa per “intimidire” la famiglia “rivale”. I residenti, allarmati, chiamano i carabinieri, che intervengono e “sembrano” riportare la calma. Sembrano, appunto, perché neanche un’ora dopo si scatena il putiferio.
Ad entrare in scena, questa volta, è Francesco. Lui al battesimo non c’è proprio andato, perché la compagna, sorella del papà dell’inconsapevole Daniele, con i familiari ha avuto alcuni screzi. L’uomo, però, quando sente i colpi di fucile non può fare a meno di rispondere al richiamo della foresta, e consapevole che a sparare è stato uno dei fratelli della compagna, va a dare un’occhiata. E qui incontriamo di nuovo Giuseppe, il paciere dell’agriturismo, che stavolta con il nuovo venuto finisce per scontrarsi. Secondo Il Corriere della Sera, è proprio Francesco a far partire le prime minacce:”Stai attento, perché loro sono il mio sangue”, e dinanzi alla risposta del pizzaiolo aggiunge:”Ti scanno a te e alla tua famiglia”. A questo punto i due cominciano a darsele di santa ragione e ad avere la meglio, finché si tratta di calci e pugni è Giuseppe, il figlio del nonno materno, per intenderci. Stende a terra il suo rivale, e quasi teme di aver esagerato, vedendo tutto quel sangue. Non si rende conto che quel sangue invece è il suo. Per la foga non ha sentito la lama perforargli la carne nei pressi dell’arteria femorale. E per i medici dell’ospedale di Legnano è vivo soltanto per miracolo. Oggi, dopo che è stato necessario impegnarsi con le indagini, vista l’omertà dei protagonisti, l’accoltellatore è finito in galera. Già nei mesi successivi alla rissa, con la compagna, avevano deciso di trasferirsi. E chissà cosa ne penserà Daniele, un giorno, quando chiederà conto del suo battesimo. Chissà se gli diranno da una giornata di festa poteva scaturire, almeno, un funerale…