Tra vaccini e anti vaccini, cure mediche negate e tribunali, questo ultimo periodo è davvero particolare e mette in dubbio tante cose date per sicure da sempre, una sicurezza di sé e dei metodi usati in medicina che invece si scontra con la morte. Soprattutto chi lavora nell’ambiente sembra chiudere la porta a qualunque altra possibilità, muovendosi per ignoranza o per sicumera certezza, ma anche i genitori mostrano una approssimazione nella cura dei loro figli che spaventa. L’ultimo caso è quello che riguarda un bambino di 7 anni che soffriva di otite (quanto di più comune ci possa essere a quell’età) a cui il medico, lo scorso maggio, il dottor Massimiliano Mecozzi diede come cura la sola omeopatia. Una pratica che ormai quasi tutto il mondo scientifico ha definito un inutile placebo non in grado di risolvere i problemi reali.
Dopo quindici giorni il piccolo è caduto in coma ed è morto per encefalite. Adesso l’Ordine dei medici di Pesaro gli ha dato una sospensione di sei mesi dal lavoro, pena che sembra inutile come l’omeopatia, e che tra l’altro il medico non sconterà perché potrà impugnare il provvedimento e fare appello all’ordine nazionale. Al medico sono state intestate due colpe: non aver curato il bimbo al meglio, garantendo la guarigione, ossia somministrando antibiotici di fronte all’aggravarsi della patologia e di non aver informato i genitori dei rischi che il piccolo stava correndo. Per gli avvocati del medico non si doveva arrivare a sentenza dato che l’inchiesta è ancora aperta da parte della procura di Urbino che sta indagando Mecozzi per omicidio colposo. Ma si tratta di due cause diverse, vedremo ora (chissà quando) il verdetto della giustizia civile.