La Diocesi del quartiere San Nicolò di Treviso si è trasformata nel peggior incubo per i religiosi, che si sono imbattuti in uno stravolgimento del Nipponbashi, il festival in onore all’arte e cultura giapponese. L’evento si è tenuto lo scorso week end nel centro di Treviso ed erano previsti degustazioni, incontri per approfondire la cultura nipponica e sessioni di arte del Sol Levante. Tutto fuorché i corsi di bondage e shibari, l’arte del sadomaso praticata in Giappone, e grazie a cui i religiosi della Diocesi trevigiana hanno vissuto un vero e proprio shock. Nessun inganno tuttavia, dato che le due pratiche sessuali sono parte integrante della cultura giapponese ed affonda le sue radici in epoche piuttosto antiche. Secondo la visione nipponica, lo shibari ed il bondage sarebbero infatti utili per promuovere una maggiore sensibilità all’interno della coppia, ma non è questa la visione della Diocesi. 



“Sono trasecolato”, ha affermato Adriano Bordignona, il direttore del centro culturale della Diocesi, a Il Gazzettino. “La nostra idea di affettività e sessualità è diversa”, ha sottolineato in seguito, spiegando come l’arte di legare le donne si allontana di molto dal concetto di amore portato avanti dal centro per famiglie, così come dall’idea di piacere fisico. Una presa di posizione che ha incontrato tuttavia il rimbrotto da parte del web che, sottolinea Il Giornale, ha accusato i religiosi di oscurantismo. Non è la prima volta tuttavia che Treviso ospita il Nipponbashi, dato che si tratta della settima edizione consecutiva. Quest’anno, sottolinea il sito ufficiale italiano, è stata promossa la variante Nipponbashi Matsuri, ovvero la danza degli spettri, un evento volto alla spiritualità e che ha dato vita alla “Marcia dei 100 spettri”, la sfilata in cui i giovani si travestono da spiriti e spettri seguendo la tradizione nipponica. 

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