Ritorna a far discutere il processo a carico di Veronica Panarello, condannata in primo grado di aver ucciso il figlio Loris Stival. Nel corso delle indagini e dell’iter processuale, la madre di Santa Croce di Camerina ripercorre quell’orribile giorno e la sentenza con cui i giudici l’hanno condannata a 30 anni di carcere. Ha sollevato diverse polemiche in questi giorni anche la volontà dei giudici di accordare a Veronica Panarello una visita al cimitero in cui è stato sepolto il figlioletto di 8 anni. La data verrà stabilita in un secondo momento dalla Polizia penitenziaria. In una lunga lettera, affidata a Quarto Grado e letta lo scorso venerdì, la Panarello sottolinea di trovarsi dietro le sbarre “con l’accusa più orribile che possa esistere” e di essere rimasta sola, circondata dal “conforto di mio padre e lo studio legale Villardita”.
Nel suo lungo scritto la donna menziona anche l’altro figlio, il primogenito, evidenziando che la lontananza forzata le procuri molta sofferenza. E riguardo al famoso video in cui si era messa in piedi su una sedia, intonando una canzone e dando segni di ipotetico squilibrio, Veronica Panarello attribuisce tutto alla sospensione improvvisa degli psicofarmaci che nel frattempo aveva iniziato ad assumere. Veronica Panarello non condivide inoltre la sentenza che l’ha condannata a 30 anni per l’omicidio del figlio, sottolineando come non possa “accettare che mi si accolli anche quello che non ho fatto”. Non nasconde di avere delle colpe in merito alla tragedia, ma rigetta l’accusa di omicidio.
Lo scritto, riportato integralmente da Live Sicilia, si dirige poi su Davide Stival, il padre di Loris e marito della donna, a cui non nasconde di comprendere il dolore e la delusione che sta provando tuttora, “ma non che usi nostro figlio, l’unico che mi rimane, per infliggermi più sofferenza di quanta ne abbia”. Veronica Panarello non incontra infatti il figlio da oltre un anno e non riceve sue notizie da allora, ma si ripromette di continuare a scrivergli nella speranza che un giorno legga le sue parole.