Che l’Isis cerchi di arruolare adepti per lo stato islamico sfruttando Internet è cosa nota. Che lo faccia anche dall’Italia, è una pista finora poco battuta, ma che secondo un articolo pubblicato su L’Espresso, si sta rivelando particolarmente credibile. Un certo Mouner El Aoual, meglio conosciuto nella città dove opera abitualmente e dove risiede come “Mido”, è stato arrestato per aver diffuso proprio dal computer nel suo appartamento torinese opera di propaganda e reclutamento per il sedicente Stato Islamico. Terrorismo vero e proprio, il che ha fatto scattare anche l’allarme riguardo al fatto che Mido stesse organizzando una vera e propria cellula terroristica italiana. Opzione esclusa dalla Procura di Torino, che dai rilevamenti effettuati ha appurato come Mido avesse in realtà contatti esclusivamente con interlocutori esteri. Come spesso avviene per i terroristi dell’Isis il sistema privilegiato per operare per Mido era Telegram, il sistema di messaggistica che permette di operare nell’assoluto anonimato e il social Zello.
L’ISIS RECLUTA A TORINO
ARRESTATO L’AMMINISTRATORE DI UN SITO WEB DELLO STATO ISLAMICO
Le indagini stanno facendo emergere chiaramente come Mido fosse in realtà un amministratore in grado di accedere alle informazioni più riservate dell’Isis, e questo sta rendendo l’indagine particolarmente interessante. In pratica, Mido era venuto in contatto con oltre dodicimila potenziali adepti dell’Isis. Lavorava dal quartiere Barriera di Torino ma era finito da tempo sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, tanto che le sue conversazioni sono state intercettate anche dall’FBI. In particolare sarebbe stata una conversazione in cui Mido si era detto esplicitamente alla ricerca della “forza di 15 uomini” per ottenere le qualità necessarie per sferrare un attacco, e in cui affermava di di essere quasi pronto, avendone già 12 a disposizione. Frasi che hanno allarmato le forze dell’ordine con i procuratori americani e quelli italiani che hanno lavorato in concertazione per mettere sotto controllo l’indagato, anche con l’aiuto di analisti anti-terrorismo e psicologi.
LE INDAGINI DELL’FBI E L’ARRESTO DI “MIDO”
La storia è stata ricostruita dalla stampa solo negli ultimi giorni, ma l’arresto di Mido risale in realtà allo scorso 18 aprile, con l’antiterrorismo che ha portato il terrorista di fronte ai procuratori americani, che alla presenza del giudice di Torino per ore gli anno rivolto domande sulla sua potenziale attività terroristica. Il fatto che Mido fosse entrato nella rete di reclutamento dello stato islamico è stato d’altronde confermato anche dal suo avvocato difensore, Francesco Furnari, che ha dichiarato: “Il mio cliente viveva in un contesto di forte emarginazione ed è stato ammaliato dagli affabulatori dello stato islamico. Ora però si è reso conto della vera natura del suo ruolo e ha deciso di combattere le stesse persone che lo hanno trascinato in quel contesto, collaborando con la giustizia.” Le deposizioni di Mido agli inquirenti potrebbero essere particolarmente preziose per capire quanto sia radicata la rete di reclutamento dell’Isis online in Italia.