C’è qualcosa che lascia interdetti nella storia che ha portato Adele, una ragazzina di 16 anni, a morire per la solita pillola di ecstasy. E’ successo a Genova, dove la ragazza insieme al fidanzato e a un’altra coppia di amici prima di andare in un locale hanno assunto della metanfetamina in forma liquida. Per strada Adele si è sentita male, ma quando l’hanno portata al pronto soccorso, era già in coma. Non c’è stato nulla da fare. Quello che lascia interdetti è che non è stato il solito balordo da marciapiede a vendere loro la droga, ma un altro minorenne, nella cui abitazione gli agenti hanno trovato tutto il necessario per produrre le sostanze stupefacenti. Per Silvio Cattarina, educatore e fondatore della comunità di recupero L’Imprevisto, intervistato da ilsussidiario.net, “lo spacciatore minorenne si sente tranquillo, si sente il padrone del mondo, perché anche se sa che sta facendo qualcosa di mortalmente pericoloso, sa anche che la legge in quanto minorenne non lo punirà. Ci vuole più severità”. 



Cattarina, la droga che ha ucciso la ragazzina di Chiavari era stata prodotta e venduta da un minorenne. Per lei che lavora in questo ambiente è una novità?

Non è una novità purtroppo, ma è comunque una cosa molto grave. C’è una ragione per cui si arriva a questo estremo ed è l’impunità di cui godono questi giovanissimi. Sono convinti di potersi permettere qualunque cosa. 



Intende che sanno che comunque non andranno in carcere?

C’è innanzitutto una trascuratezza e uno stile di vita trasandato in tante frange del mondo giovanile che permea l’ambiente in cui vivono questi ragazzi. La droga gira in quantità enormi, è disponibile come caramelle e si fa molto poco per arginare, anche a livello internazionale, questo spaccio continuo.

Il minorenne fabbricatore e spacciatore di droga che personaggio è?

Tanti ragazzini, e forse anche questo è un caso del genere, si permettono di farlo perché comunque rimangono impuniti, fino anche ai 18 anni, a volte anche di più. Dunque si sentono legittimati. Sanno che se li beccano non pagheranno in termine di anni di carcere. Allora se questo di cui stiamo parlando è un caso del genere, si intervenga in modo pesante perché sia di esempio per chi fa altrettanto. Troppi giovani muoiono per colpa loro.



Difficile chiedere alla legge di essere più pesanti, in un periodo storico in cui ormai sta passando la mentalità che le droghe non fanno male, che bisogna legalizzarne alcune…

Però è una battaglia che va fatta, bisogna essere più severi, c’è poco da fare. Questi ragazzini sanno che il guadagno è tanto, l’avventura è affascinante ovviamente tra virgolette, gli effetti anche, e ci si sente padroni del mondo. Intanto la legge non ti fa niente.Lo dico con dispiacere e anche con dolore: tanti ragazzi che vengono a curarsi da noi avrebbero avuto bisogno di un po’ di carcere. Sanno benissimo di fare una cosa grave e pericolosa però se tanto non rischi nulla… perché non farlo?

Parlando invece della ragazza morta, colpisce che nel 2017 ancora non si conoscano i rischi di queste droghe, con tutti i morti che l’ecstasy ha provocato. Come informarli, se i genitori non lo fanno? Tramite la scuola?

Sicuramente bisognerebbe fare educazione al proposito anche nelle scuole, ma questi ragazzi lo sanno a cosa vanno incontro, sanno cosa rischiano.

Cercano il “brivido del weekend” a costo della vita?

Lo cercano eccome, siccome la vita ai loro occhi e al loro cuore appare così misera, senza proposte e ideale. Il cuore dell’uomo è sempre pieno di attesa che se non viene accontentata, da qualche parte devi sbucare e cercare come riempire questa attesa. E lo fai con la droga. Vivono in una delusione di fondo e si buttano in questo mare di negatività a rischio della vita.

Come è possibile a 16 anni, il momento più bello della vita, essere delusi e pieni di noia?

Non è solo la noia ma piuttosto sentirsi traditi. Il cuore desidera ma se nessuno ti spiega che questo desiderio può diventare realtà grazie a un incontro, ti senti tradito. Più che noia è sentirsi abbandonati nel fondo dell’origine stessa del tuo essere uomo. Anche a 16 anni.

(Paolo Vites)