Un delitto che fa nascere non pochi dubbi, quello di Erika Preti, la giovane biellese uccisa con due coltellate alla gola tre settimane fa, mentre stava per concludere la sua vacanza in Sardegna insieme al fidanzato Dimitri Fricano. Quest’ultimo, ad oggi resta il solo indagato a piede libero per l’omicidio volontario della giovane, sebbene si dica anche lui una vittima dell’assassino della sua ragazza. Il killer avrebbe prima infierito su Erika quindi, secondo il racconto di Dimitri, si sarebbe scagliato su di lui colpendolo con un oggetto contundente alla testa, forse la pietra pomice rotta in due trovata dalla Polizia Scientifica nel giardino della villetta a San Teodoro. Eppure alla tesi dell’aggressione, forse a scopo di rapina, gli inquirenti non hanno mai realmente creduto. Di contro, non avrebbero per le mani sufficienti elementi per procedere con una richiesta di misura cautelare nei suoi confronti, per questo Dimitri resta in libertà.
Tornando alla scena del crimine, l’alloggio sarebbe stato trovato a soqquadro ma dallo stesso non mancherebbe nulla. In merito alla vittima, invece, sin da subito si è detto che avrebbe tentato di lottare con il suo assassino. La conferma potrebbe arrivare presto, come annuncia La Stampa online, e potrebbe riportare uno scenario del tutto differente rispetto a quello finora immaginato: quello di una lite violenta, che secondo gli inquirenti avrebbe visto protagonisti proprio i due fidanzati e che potrebbe essere anche il movente del terribile delitto di Erika Preti.
L’indagine sull’omicidio di San Teodoro, per il momento procede senza alcuna conferma ufficiale. Ciò che è certo è che la 28enne sarebbe stata uccisa da una serie di fendenti alla gola inferti con il coltello con il quale la stessa stava preparando dei panini in vista di una gita in gommone con il fidanzato e con i due amici che li avevano ospitati nella loro villetta. Con ogni probabilità Erika Preti potrebbe essere stata colpita alle spalle, a sorpresa, ma non si esclude che l’aggressione si sia consumata frontalmente. Di sicuro è avvenuta tra le 11:00 (subito dopo aver inviato un sms di saluto, l’ultimo, alla mamma) e le 11:14, quando i soccorritori del 118 tentavano invano di rianimarla. In quel frangente potrebbe essere avvenuta una violentissima lite con tanto di spargimento in terra di stoviglie e mobili, durante la quale quasi certamente Erika ha visto in faccia il suo assassino. L’unico testimone oculare della tragedia, il cagnolino della coppia, che però non potrà essere utile ai fini dell’inchiesta. Ed allora non si può far altro che attendere i risultati delle perizie eseguite, tra cui rientrano anche i cellulari di Erika e Dimitri e che saranno analizzati anche alla presenza dei difensori dell’indagato.
Dopo aver trascorso due settimane in stato di choc presso l’ospedale di Olbia, da qualche giorno Dimitri Fricano è stato dimesso ed ha potuto fare ritorno a casa. La sua versione non muta nonostante i dubbi degli inquirenti. Il giovane, sia nell’immediatezza dei fatti che successivamente al suo ricovero ha sempre sostenuto di essere uscito di casa per comprare le sigarette, di non essere mai giunto al tabacchi poiché avrebbe compreso sin da subito di dover andare in bagno. “Sono rientrato di corsa, non ho visto e sentito nulla di strano. Quando sono uscito mi hanno colpito”, avrebbe quindi aggiunto. Da parte dei due difensori del giovane, gli avvocati Alessandra Guarini e Roberto Onida, continua a non trapelare nulla, ma la loro attività difensiva procede in modo instancabile e nei giorni scorsi, Guarini avrebbe accolto nel suo ufficio anche Luciano Garofano, ex comandante dei Ris nonché uno dei consulenti più richiesti nei casi di cronaca più noti. E’ possibile che Garofano possa presto entrare nel team difensivo di Dimitri, anche lui in cerca di risposte sul delitto di Erika Preti.