Non si può certo dire che Virginia Raggi sia “fortunata” nella gestione della “sua” Roma Capitale: i due manifesti uno più blasfemo e offensivo dell’altro, apparsi alle fermate dei bus Atac in giro per la Città, non sono certo il migliore spot per la sua gestione della “cosa pubblica”, anche se questa volta davvero sembra non c’entri nulla. Ma soffermiamoci sui manifesti, apparsi all’improvviso negli scorsi giorni: in uno si vede la Madonna “Maria Immacolata con concezione in vitro” che gioca sul cattivo gusto della reale “immacolata concezione” della Madre di Gesù con l’utero in affitto. Ma non è addirittura il manifesto peggiore, infilato sotto la teca del pannello presente a tutte le fermate dei bus di Roma (è il medesimo che funziona anche a Milano, gestito dalla Clear Channel, ndr): nell’altro (un immagine inqualificabile che abbiamo deciso di non mostrarvi) che ha fatto decisamente più scalpore viene raffigurato sotto la scritta “Ecce Homo” e sopra la “legenda” con scritto “erectus” un Gesù con l’erezione in corso e intento ad accarezzare un bambino inginocchiato. Il disgusto per il riferimento alla pedofilia della Chiesa è tale che anche solo a descrivere l’immagine si fa fatica: inulte dire che la protesta è scattata subito nei tanti che hanno visto i manifesti così allegramente in giro come una normale pubblicità.
Non si sa chi li ha messi, per quale motivo e per che obiettivo: di certo, non pare essere una decisione dell’Atac o del Comune di Roma, che hanno subito denunciato la vicenda prendendo le distanze. «Le pubblicità apparse oggi su alcune pensiline gestite dall’azienda dei trasporti romani risultano altamente offensive verso milioni di persone e risultano di stampo completamente blasfemo», ha dichiarato Maurizio Politi, consigliere di Fdi-An nell’Assemblea Capitolina, che ha attaccato la gestione del Campidoglio per l’intera vicenda. “Si tratta ovviamente di un atto vandalico”, dicono dalla municipalizzata di Roma. Le brutte immagini ora bisognerà capire chi le ha inserite, evitando magari il gioco e teatrino delle responsabilità e della politica con la “p” minuscola. Perché però arrivare a tanto con manifesti del genere? Questo ancora stupisce, al netto di ogni polemica politica e pubblica; “Nessuna autorizzazione è stata concessa da Atac, né del resto poteva essere concessa da Atac trattandosi di spazi nella piena disponibilità, in base ad un contratto vigente da molti anni, della società Clear Channel».
La stessa società ha già provveduto a presentare denuncia all’autorità giudiziaria ha fotografato il tutto per prova e ha rimosso per rimettere al centro il decoro nella capitale della Cristianità. La blasfemia pubblica di cattivo gusto arriva anche a Roma, vedere la reazione e le conseguenze sarà interessante ma non toglie la gravità di un gesto inutile, offensivo e di “bassa” leva culturale, ammesso ve ne sia…