La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta sugli omicidi di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin con una richiesta di archiviazione. Non c’è modo di risalire al movente né agli autori degli omicidi dell’inviata del Tg3 e dell’operatore, avvenuti il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia. Non c’è neppure prova di presunti depistaggi. Da qui, dunque, la chiusura dell’inchiesta sui fatti aperta ben 23 anni fa con la richiesta di archiviazione dell’ultimo fascicolo d’inchiesta sulla complessa vicenda. Era stato il gip Emanuele Cersosimo nel dicembre 2007 a disporre nuove indagini. La Procura, attraverso il pm Elisabetta Ceniccola, ha risposto punto su punto alle questioni sollevate dal giudice con il suo provvedimento. E dagli accertamenti non è emersa alcuna verità, se non un grande buco nero.
Non c’è modo di attivare indagini in Somalia né c’è una indicazione su movente e assassini. L’unico condannato in merito all’omicidio, è stato assolto nell’ottobre scorso dopo un processo di revisione: si tratta del somalo Hashi Omar Hassan. Nessun riscontro poi – come riportato da Askanews – sui presunti depistaggi. Non è ancora stata trovata una senso al ruolo rivestito dal testimone rivelatosi fasullo, Ahmed Ali Rage detto Gelle. Nessuno è riuscito a spiegare se ci sia stato o meno un disegno o una strategia di qualche tipo. Di conseguenza, la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin restano un mistero. Non c’è la parola fine all’intera vicenda, ma un grande punto interrogativo.