Quella di Cristina Abbada è una storia particolare, misteriosa e inquietante: tre anni fa, quando ne aveva solo due e mezzo, è stata rapita dall’Isis, mentre l’8 giugno scorso è stata restituita ai genitori da Aji Abu Nashwan. Quest’ultimo, leader di una famosa famiglia sunnita di Mosul, l’aveva adottata, poi ha accettato di renderla ai genitori cristiani. Ma cosa è accaduto alla bambina in questi tre anni? Se lo chiedono sua madre e suo padre, visto che la piccola ha dimenticato l’aramaico e non sa più comunicare con loro. Risponde urlando in arabo stretto a chi prova a parlare, non vuole giocare con le sorelle ed è sempre nervosa e irrequieta. La figlia che stavano crescendo è un lontano ricordo e allora Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Mosul, ha provato a mettersi sulle tracce dei rapitori per scoprire cose sia successo a Cristina. Riesce a rintracciare Aji Abu Nashwan, ma non a farlo parlare.



Il sunnita aveva assicurato ai genitori della bambina, quando l’ha resa, di averla trovata abbandonata in una moschea. Ora non si fa trovare e gira voce che i genitori di Cristina, con l’aiuto delle associazioni cristiane straniere, gli abbiano dato 10mila dollari di riscatto. Un imam di Mosul ovest garantisce di non aver mai sentito nominare la famiglia Nashwan, ma un vicino di casa rivela: «Non vogliono farsi riconoscere perché sono sostenitori di Isis della prima ora. Oltretutto temono di essere espulsi dalle case che erano dei cristiani». Aggirarsi tra le strade di Mosul però è rischioso: girano le ronde armate di Isis. Ci sono poi le milizie sciite che a Bartalia, un villaggio cristiano che si trova 10 chilometri a nord di Mosul, hanno creato un centro di interrogatori. Pare vi siano racchiusi oltre 200 sunniti accusati di militare per Isis: rischiano di sparire per sempre.



Le uniche informazioni disponibili sono quelle sul rapimento di Cristina Abbada: il 22 agosto 2014 il capo di un drappello di jihadisti ordinò di prendere la bambina dalle braccia di sua madre. I suoi genitori vennero deportati a Erbil. Tornati a Mosul est, la parte della città liberata negli ultimi mesi dall’esercito iracheno, hanno riavuto indietro la piccola, che però non è più come prima. Cosa le sia accaduto durante la convivenza con gli uomini dell’Isis è ancora un mistero…

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