Si è svolta oggi, presso il Tribunale di Ivrea, la nuova udienza del processo per il delitto di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa il 13 gennaio 2016. A prendere la parola nell’ambito del nuovo appuntamento con la giustizia e che vede alla sbarra, per il rito abbreviato, Gabriele Defilippi ed il complice Roberto Obert, sono state le rispettive difese. Come sappiamo il pm ha chiesto la condanna all’ergastolo per il 22enne ex studente di Gloria e 20 anni di reclusione per l’ex amante. Il primo a prendere la parola in aula, come rivela La Stampa nell’edizione online, è stato l’avvocato Celere Spaziante difensore di Obert, il quale al termine della sua requisitoria ha chiesto al giudice il riconoscimento delle attenuanti generiche sulla contestata aggravante e, quindi, un contenimento della pena. A ciò si potrebbe giungere, secondo il suo difensore, tenendo conto del “comportamento processuale encomiabile portato avanti dal mio cliente”. Ad intervenire è stato poi anche l’avvocato Giorgio Piazzese, difensore di Gabriele Defilippi, la cui arringa è durata oltre tre ore. All’uscita dal tribunale di Ivrea, ai cronisti ha spiegato quali sono stati i punti fermi della sua difesa, commentando: “Abbiamo chiesto l’assoluzione, durante le fasi dell’omicidio Gabriele non era in grado di intendere e volere”.
Secondo il difensore di Gabriele Defilippi, assassino reo confesso di Gloria Rosboch, il ragazzo soffrirebbe di un parziale vizio di mente. Ma come spiega l’ultimo colpo di scena che lo ha interessato nella precedente udienza, quando ha deciso di intervenire addossandosi tutte le responsabilità dell’omicidio e scagionando, di fatto, Roberto Obert? “Soltanto adesso Defilippi ha preso coscienza di quello che ha fatto”, ha spiegato il suo difensore. Ora la parola passa alla difesa della madre di Gabriele, Caterina Abbattista, accusata dell’omicidio in concorso con il figlio e Obert e per la quale i suoi difensori hanno optato per il rito ordinario. E’ probabile però, che in questo caso la sua difesa avanzerà al gup Alessandro Scialabba la richiesta del non luogo a procedere. Decisione giustificata da quanto asserito dalla difesa di Caterina già nella precedente udienza, quando ribadirono che contro di lei non vi era alcun indizio di colpevolezza.