In attesa delle decisioni definitive sulla sorte del piccolo Charlie Gard, i genitori del bambino hanno sicuramente sentito il grande sostegno da parte di persone di ogni parte del mondo che si sono commosse nel leggere la storia del piccolo di 10 mesi. Per questo Connie Yates e Chris Gard, genitori di Charlie, hanno lanciato una petizione per quantificare il sostegno che è stato espresso online per dare al bimbo un’ultima possibilità, per cercare di sottoporsi a una cura sperimentale negli Stati Uniti che potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza, a dispetto di chi vorrebbe praticare precipitosamente l’eutanasia sul piccolo. I risultati della petizione, firmata da migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo, sono stati portati nel weekend da Connie Yates e Chris Gard presso il Great Ormond Street Hospital, a testimonianza di quanto l’opinione pubblica sia sostenendo la voglia di Charlie di affrontare quella che potrebbe essere la sfida finale della sua vita negli Stati Uniti. (agg. di Fabio Belli)



In una lunga nota prodotta dal Mitocon sul caso Charlie Gard, viene raccontato come esistono alcuni casi in Italia di malattie molto simili a quella che affligge il povero Charlie: «nonostante tutto sono riusciti a vivere, sostenuti dalla forza e dall’affetto delle loro famiglie. Ad oggi non esistono terapie efficaci per le malattie mitocondriali, eppure negli ultimi anni diverse ipotesi sono state formulate e un numero crescente di sperimentazioni sono state avviate sia su modelli animali sia in studi clinici. In particolare, per quanto riguarda le deplezioni del DNA mitocondriale è attualmente in corso un dibattito scientifico relativo ad alcune possibilità terapeutiche». Di certezze non ce ne sono, né l’associazione vuole sostituirsi al lavoro dei medici, importante e preziosa; «ma va riaffermato con forza il diritto dei pazienti e dei loro genitori di decidere il meglio per sé stessi o per i loro figli. I pazienti e le loro famiglie devono compiere le scelte più importanti insieme ai medici che li assistono e li consigliano».



Purtroppo nel caso di Charlie pare che questo accompagnamento sia mancato e i genitori siano stati come estromessi dalla discussione circa il futuro e le cure per il loro figlio. «La qualità della vita di un paziente, specie se piccolo e grave, deve essere ridefinita da tutti coloro che ne hanno piena esperienza. È una valutazione che devono fare i medici insieme con i pazienti, con le famiglie e con i caregiver. La vicenda del piccolo Charlie ci sembra che metta in evidenza la mancanza di una adeguata condivisione delle scelte tra tutti i soggetti coinvolti», conclude la lunga nota l’associazione Mitocon. (agg. di Niccolò Magnani)



Il governo del Regno Unito si tiene alla larga dal caso di Charlie Gard: il ministro della Giustizia David Lidington lo ha definito «straziante», ma ha precisato che il governo non ha «nessun ruolo da svolgere». La madre del piccolo affetto da una rara malattia genetica aveva invitato il primo ministro Theresa May a sostenerla dopo le decisioni dei tribunali interpellati, ma il ministro ai microfoni di Sky News ha risposto negativamente all’appello di Connie Yates. «È giusto che i giudici interpretino la legge. I ministri e il governo non hanno alcun ruolo da svolgere nel caso di Charlie Gard, come avviene in ogni altra procedura giudiziaria. Non invidio i giudici che devono prendere decisioni in merito», ha dichiarato David Lidington. Intanto Chris Gard e Connie Yates, i genitori di Charlie, parteciperanno oggi pomeriggio ad una manifestazione all’esterno dell’ospedale Great Ormond Street, dove è ancora ricoverato il piccolo. (agg. di Silvana Palazzo)

“La lotta non è finita”: la situazione di Charlie Gard viene riassunta al meglio in questi ultimi giorni dai genitori Chris Gard e Connie Yates nel loro rispondere ai tantissimi messaggi di affetto e stima che sono arrivati in queste settimane per il piccolo bimbo inglese. «Un grazie ENORME a tutti voi che sostenete e diffondete la storia di Charlie! Per favore continuate! La lotta non è finita #charliegard», scrivono in un tweet i due coniugi che attendono la giornata importante di domani, a Londra, quando cioè alle ore 14 dovrebbe tenersi la nuova udienza e decisione dell’Alta Corte sul destino di Charlie dopo la riapertura clamorosa del “caso” per l’Ospedale Great Hormond Street. Il sostegno dal mondo è davvero ampio e un po’ tutti ora attendono una risposta positiva da parte della Corte inglese, anche se non sarà facile dopo un complicato incastro di casi giuridici e legislativi che ora l’Alta Corte dovrà riprendere in mano. (agg. di Niccolò Magnani)

La vicenda di Charlie Gard ha avuto il merito di unire molte persone in tutto il mondo per il sostegno nella battaglia per dare ancora una possibilità al piccolo costretto a combattere contro una malattia incurabile. Secondo quanto riporta l’Avvenire, le iniziative con sit in di protesta, mobilitazioni sul web, qualsiasi cosa per riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica e garantire a Charlie Gard quella cura sperimentale che inizialmente era stata negata dal Tribunale di Londra e dalla Corte di Strasburgo. A Trafalgar Square, a Londra, è stato organizzato un vero e proprio sit in, con i partecipanti che hanno elogiato la presa di posizione del Papa che, probabilmente, ha regalato altro tempo decisivo al piccolo Charlie, che con ogni probabilità potrà essere sottoposto a una cura sperimentale negli Stati Uniti che, pur rappresentando una flebile speranza, terrà ancora viva la fiamma dell’amore intorno al bambino.

Anche i social network si sono mobilitati per la causa di Charlie Gard, ed i cuori blu sono diventati il simbolo della battaglia per la vita del piccolo inglese di soli dieci mesi. Anche i siti web tradizionali hanno fatto la loro parte: questo sostegno non è stato solo simbolico, è infatti grazie al supporto della gente da ogni parte del mondo che la famiglia di Charlie Gard ha potuto raccogliere i fondi per il viaggio e per sottoporre il piccolo alla cura sperimentale, per la quale sarà il primo paziente in assoluto, per provare a ribaltare la sentenza della sua malattia che serve già scritta. Cura negli Stati Uniti che costerebbe moltissimo, ma il milione e mezzo di euro raccolto potrebbe non servire più, visto che anche dagli Usa i medici si sono mobilitati per fornire gratis le cure che possono offrire l’ultima chance di salvezza al piccolo Charlie. Segno che in un mondo spesso spersonalizzato dalla tecnologia, per cause nobili e importanti si possono unire anche persone lontanissime.