Uno sfogo-boomerang per Gianna Nannini, la celebre cantante rock toscana che ha avuto modo di lamentarsi, anche con l’uscita del libro-biografia ‘Ca**i miei’, della scarsa tutela che le coppie omosessuali ricevono in termini di diritti civili. La Nannini, lesbica, ha affermato di avere intenzione di lasciare il paese perché in Italia la figlia Penelope, di soli sei anni, non sarebbe tutelata se accadesse qualcosa a lei o alla compagna Carla. Da qui la decisone di espatriare e di andare a vivere a Londra, dove le coppie dello stesso sesso sono tutelate maggiormente rispetto a quanto avviene in Italia. Una presa di posizione che non è piaciuta però alla comunità LGBT del nostro paese, che ha messo in evidenza come, al contrario di molte altre celebrità, volti noti e dello spettacolo, Gianna Nannini non si sia mai mossa in prima persona per manifestare vicinanza e solidarietà e rivendicare i diritti delle persone omosessuali.
I social, si sa, al giorno d’oggi sono una grande cassa di risonanza, e così non sono mancate risposte piccate allo sfogo della cantante. Alla Nannini è stato rimproverato lo scarsissimo impegno a favore della causa LGBT negli anni ruggenti della sua carriera, quando una presa di posizione sarebbe stata senz’ombra di dubbio maggiormente significativa rispetto ad oggi, quando comunque una legge sulle unioni civili almeno è stata approvata. Questi alcuni dei messaggi pubblicati sui social: “#GiannaNannini si trasferisce a #Londra perché in #Italia non è tutelata sua figlia. Avesse mai mosso un dito per i #diritti civili…bye”. “Ma nel 2016, quando in piazza con #SvegliatItalia si chiedevano diritti per le coppie omosessuali e i loro figli, #GiannaNannini dov’era?”. E ancora: “Cara #GiannaNannini l’Italia è in queste condizioni anche perché persone come te non hanno mai avuto il coraggio di fare coming out. Ciao.” Una presa di posizione chiara da chi probabilmente si aspettava ben altro contributo da una persona influente mediaticamente come Gianna Nannini in favore della comunità omosessuale.