Eli Bombataliev, trentottenne foreign fighter dell’Isis, da tempo viveva in Italia. Un uomo pronto a tutto: “Se domani mi chiamano per offrire me stesso lo devo fare per forza”. E ancora: “Bisogna punire questi diavoli”, “Gli italiani sono peggio degli animali”. Così il foreign fighter ceceno fermato dalla polizia di Bari si confidava con la moglie.  



Eli Bombataliev da tre giorni è sottoposto a custodia cauterale nel carcere di Foggia per associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a commettere delitti. L’uomo di 38 anni è accusato di aver indottrinato due fratelli albanesi, di 26 e 23 anni, e di aver spinto al martirio con un attacco suicida la moglie, Marina Kachmazova, russa di 49 anni.



Bombataliev partecipò nella notte tra il 3 e il 4 dicembre del 2014 all’attacco alla casa della stampa a Grozny,  sede delle principali emittenti locali, e a una scuola, da parte di un commando composto da jihadisti aderenti all’Emirato del Caucaso. Nell’attentato persero la vita 19 persone. Ha combattuto in Siria nell’Isis tra il 2014 e il 2015, passando dalla Turchia. Dopodiché si è trasferito in Italia, pur facendo la spola con il Belgio.

La donna — secondo quanto emerso dalle indagini — sarebbe stata istigata al martirio attraverso un lento percorso di persuasione iniziato alcuni mesi fa, fino alla richiesta esplicita di diventare una “shahidka”, donna kamikaze con cintura esplosiva. Lei, per tutta risposta, gli rispondeva: “Visto che hai un’altra moglie, che si sacrifichi prima lei” e lui le confermava che la sua prima moglie, su cui sono tuttora in corso delle indagini, “è già pronta”, riferisce Repubblica.



Ecco l’esempio del nemico assoluto nel nostro tempo. Adesso dovrei trovare frasi adatte per combattere contro di lui, del tipo: da cosa ricavi di essere superiore a noi italiani, “bestie”? Da cosa ti viene la soddisfazione di aver ucciso 19 persone in Cecenia, tuoi connazionali, che non puoi definire bestie cecene perché dovresti mettervi anche te stesso? E ancora: quella seconda moglie di 11 anni più vecchia di te, sapendo che hai l’altra moglie, come può sentirsi superiore ad una bestia?

Ma questo nemico, che ora è in carcere, dovrebbe anche essere aiutato a riprendere la ragione.

Caro Eli, il tuo mondo di convinzioni è sottoposto al perverso disegno di grandi centri di potere; sei reso schiavo da alcune grandi famiglie di ricchi che dominano dietro quella che tu credi essere una religione; il loro sistema di potere costringe i loro sudditi — come te — ad approvare l’accumulazione di enormi capitali e tu non sei neppure in grado di rivendicare qualcosa di buono per quei lavoratori, quelle donne, quei giovani che vivono intristiti perché nessuno dice loro che hanno diritto di essere felici.

Caro Eli, hai girato per il mondo eppure non conosci il mondo. Il presidente degli Stati Uniti, simbolo del mondo che tu combatti, vende enormi quantità di armi ai potenti dell’Arabia Saudita, che sostengono la tua causa; sei ceceno, dovresti almeno chiederti se Putin lotta per rendere schiavi i popoli vicini alla Russia oppure se rispetta la loro indipendenza. 

Ma soprattutto, caro Eli, credi veramente che odiando e uccidendo tu ti stia guadagnando un posto in paradiso? Là dove ci sarebbero le settanta vergini che ti attendono? In primo luogo: che te ne fai di settanta vergini? In secondo luogo non sarebbe meglio pensare che Dio, che non odia ma ama, ti attende per insegnarti ad amare? Questo Dio non premierà la tua vita cattiva.

Perché il Creatore ha fatto gli esseri umani se non per indicare loro la strada della felicità. Ma tu non lo ascolti, non guardi a Dio, tu guardi al progetto politico del califfato; ti piace far parte di un disegno di potere che non genera giustizia, ma l’inferno sulla Terra. 

Piango per te caro Eli, vorrei che tu potessi vedere l’amore in azione nella tua vita. Ma perché questo possa un giorno avvenire, devi ripulire i tuoi occhi carichi di odio, quegli occhi che non ti fanno vedere che l’amore ti sta passando di fianco, e ti chiama ad un anticipo di Paradiso qui, ora.