Aveva accusato la madre di averla costretta a sposare un uomo più grande di dieci anni, ora ritratta: Rashida ha rivelato di essersi inventata tutto. Il racconto della 15enne egiziana a febbraio era stato però molto dettagliato, prima ad un’amica, poi al Telefono azzurro e alla polizia. Dal vestito rosso per la festa di fidanzamento alle minacce della madre di spedirla in Egitto dalla suocera se non avesse accettato il fidanzamento, passando per l’addio alla scuola dopo il matrimonio: questi alcuni dei dettagli che ha raccontato e che hanno spinto il pm Dionigi Tibone a sostenere l’accusa di maltrattamenti nei confronti della madre. La donna, però, ha sempre sostenuto di non aver mai costretto la figlia a sposare qualcuno. Come riportato da Repubblica, l’adolescente si è giustificata spiegando di essersi inventata tutto per il dolore della perdita del padre e per una delusione d’amore, una storia finita con un coetaneo che vive in Egitto. La sua retromarcia però non cambia la situazione: deve restare in comunità, mentre proseguono le indagini.



La nuova versione di Rashida, che ha ritrattato le accuse rivolte alla madre, ha insospettito gli inquirenti. Il dubbio è che l’adolescente abbia fatto marcia indietro per una “imbeccata”. Giuseppina Mauri, curatrice speciale della ragazza, a Repubblica ha spiegato che non si può escludere la possibilità che ci siano stati incontri e influenze esterne all’ambiente della comunità, visto che la minore aveva libertà di movimento nel pomeriggio. Gli investigatori allora devono confrontare il racconto fatto in tribunale con il materiale raccolto in questi mesi: la 15enne ha mentito allora, e quindi raccontato ora la verità, o il contrario? Non si esclude che il magistrato richieda nuove verifiche e approfondimenti, visto che la sua ritrattazione apre nuovi scenari e amplia le indagini. Di sicuro la procura di Torino non intende archiviare l’indagine che vede la madre di Rashida accusata di maltrattamenti nei confronti della figlia. Tra l’altro se Rashida avesse mentito davanti al magistrato, rischierebbe di essere incriminata per falsa testimonianza. Ora quindi il pm vuole capire perché abbia radicalmente cambiato versione. 



Il caso è scoppiato lo scorso aprile: Rashida, 15enne di origine egiziana, accusa la madre di averle combinato un matrimonio con un uomo più grande di lei di 10 anni. Aveva anche tentato il suicidio per opporsi a quella imposizione, ma era stato tutto inutile. Si confida con una compagna di classe, una delle sue migliori amiche, poi chiama il numero del Servizio di emergenza Infanzia. E interviene la polizia, che la separa dalla sua famiglia. La ragazzina però parla anche di altri tipi di violenze: non poteva uscire di casa, se non era accompagnata, e sarebbe stata picchiata in alcune circostanze. La madre viene quindi denunciata per abusi, ma nega ogni cosa. La polizia si mette alla ricerca del promesso sposo di Rashida, ma l’uomo risulta fuggito in Egitto forse per paura di strascichi legali. Fondamentale l’aiuto del Telefono azzurro, che ha garantito un intervento immediato. Ora però Rashida ritratta tutto. Il caso però non è chiuso, anzi: va fatta ulteriore chiarezza per capire chi sta mentendo.

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