Verrà un giorno, probabilmente non troppo lontano, in cui la realtà supererà la fantascienza. Le avvisaglie ci sono tutte: basta guardare cos’è successo in un laboratorio di Facebook, il social media che sta tentando investire molto sui chatbot, dei software dotati di intelligenza artificiale che possono comunicare con le persone o computer gestendo informazioni e offrendo supporto tecnico. Da qualche tempo, però, sappiamo che la situazione può sfuggire di mano. In che senso? Ve lo spieghiamo subito. Il mese scorso, alcuni ricercatori del reparto Facebook Artificial Intelligence Research (abbreviato, FAIR) si sono resi conto che due bot, chiamati Bob e Alice, anziché allenarsi con la lingua inglese, che gli era stata insegnata mediante algoritmi e altri comandi, avevano iniziato a sostituire l’idioma umano con una nuova forma di comunicazione, dal significato incomprensibile. I programmatori, dinanzi ad uno scenario simile, non hanno potuto far altro che spegnere i macchinari, ponendo fine alla comunicazione tra Bob e Alice. Ma cosa si stavano dicendo in quel momento?



ROBOT PARLANO TRA DI LORO E INVENTANO UNA NUOVA LINGUA: FACEBOOK COSTRETTA A SPEGNERLI

LO STUDIOSO, “DOBBIAMO TEMERLI”

Dopo aver visto tanti film in cui i robot tentano di soverchiare l’umanità prendendo il controllo del Pianeta, non dovremmo sorprenderci del fatto che con il progresso tecnologico anche l’intelligenza artificiale aumenterà di livello nei prossimi anni. L’episodio che ha visto protagonisti Bob e Alice, però, rappresenta una spia d’allarme importante. Se è vero che gli esperti di Facebook si sono accorti che i due bot stavano comunicando con un linguaggio da loro inventato e per questo hanno deciso di spegnerli, nessuno può assicurarci che altri episodi di questo genere non siano mai avvenuti, o stiano avvenendo proprio in questo momento. A confermare che lo sviluppo dell’IA potrebbe presto rappresentare un problema per l’umanità è stato il professore di robotica britannico Kevin Warwick, che a tal proposito ha dichiarato: “Questa è una pietra miliare incredibilmente importante, ma chiunque pensa che questo non sia pericoloso ha avuto la testa nella sabbia. Questa è la prima comunicazione registrata, ma ce ne saranno state molte altre non registrate. I dispositivi intelligenti in questo momento hanno la capacità di comunicare e anche se pensiamo di poterli monitorare, non abbiamo modo di conoscerli”.

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