Aideen Strandsson è diventato un caso scottante per la Svezia. L’attrice iraniana si era trasferita nella penisola scandinava dopo essersi convertita dall’Islam al cristianesimo, ma ora dovrà tornare in Iran e mettere così a rischio la sua vita. Nel suo paese d’origine infatti l’apostasia è un reato. In Svezia sono divampate le polemiche: anziché offrirle assistenza umanitaria, le autorità svedesi le hanno voltato le spalle, anche se rischia di essere torturata e uccisa. «Non è un nostro problema se hai deciso di diventare cristiana», le hanno sostanzialmente detto. Eppure la Svezia vanta una reputazione di nazione con una profonda coscienza umanitaria e di luogo sicuro per i rifugiati. La concessione dell’asilo potrebbe salvare la vita a Aideen Strandsson, che nel 2014 si era trasferita in Svezia per un visto di lavoro, invece è stato respinto in due occasioni. «Mi hanno detto che sono scelte personali, che essere diventata cristiana è un mio problema», ha raccontato l’attrice ai microfoni di Christian Broadcasting Network. Finora gli appelli non hanno sortito alcun effetto: «Tornare in Iran è davvero pericoloso per me, non so perché nessuno mi creda». Ulrika Langels, funzionario della migrazione svedese, a CBN ha spiegato che anche i tribunali svedesi si sono allineati alla decisione dell’Agenzia per la Migrazione. L’avvocato Gabriel Donner invece teme per la vita di Aideen Strandsson: «Nelle prigioni iraniane la tortura e lo stupro sono comuni. Sottoporre qualsiasi persona a questo trattamento è una violazione del diritto internazionale».



AIDEN STRANDSSON, PERCHÈ LA SVEZIA NON VUOLE SALVARLA?

IN IRAN RISCHIA CONDANNA A MORTE PER APOSTASIA

La vicenda desta molte perplessità anche perché in aprile la Svezia ha concesso l’asilo a Maria Teresa Rivera e a suo figlio, protetti dalle persecuzioni politiche che avrebbero subito in El Salvador. La dura persecuzione dei cristiani in Iran è un fenomeno noto, non a caso sono all’ottavo posto nella classifica dei primi 50 paesi che perseguitano i cristiani. Peggiore è il trattamento riservato ai convertiti: per loro la legge Sharia comporta la pena di morte per il reato di apostasia. Perché dunque Aideen Strandsson non può essere protetta? Peraltro a 150 ex foreign fighters è stata concessa protezione, per l’attrice non se ne parla proprio… Questo caso, come dicevamo, è diventato scottante: tante persone che hanno seguito il servizio di CBN News sulla vicenda e l’intervista all’attrice iraniana hanno preso d’assalto l’Agenzia per la Migrazione, che però ha ribadito la propria posizione. Aver acceso i riflettori sul caso ha permesso però alla giovane di ottenere diverse offerte d’asilo da altre nazioni. Peccato che non possa lasciare la Svezia, visto che il suo passaporto le è stato portato via, quindi la prima scelta resta la permanenza nel paese scandinavo. La sua ultima speranza resta Mikael Ribbenvik, il capo dell’Agenzia per la Migrazione: potrebbe riaprire il caso. L’avvocato dell’attrice ci sta provando, ma non ci sono garanzie in tal senso.

Leggi anche

Ultime notizie/ Ultim'ora oggi sciopero 29 novembre: “scontro” fra Matteo Salvini e i sindacatiDAL CARCERE/ D’Avenia e la lezione di don Puglisi che tocca il cuore di tutti: bisogna essere felici