L’Ordine dei Fratelli della Carità in Belgio è nell’occhio del ciclone. Infatti la dichiarazione del capo della congregazione dell’Ordine, Raf De Rycke, che ha aperto all’applicazione dell’eutanasia negli Ospedali Cattolici amministrati dalla congregazione, ha causato enormi polemiche. Innanzitutto all’interno dello stesso Ordine dei Fratelli della Carità, con il superiore generale della congregazione, René Stockman, che si è opposto esplicitamente, parlando di vera e propria “tragedia in atto”, con i Fratelli della Carità che a suo avviso hanno ceduto alle pressioni dei pro-eutanasia in Belgio, sconfessando i valori fondativi per l’Ordine. Una decisione simbolicamente importante, anche se in termini pratici, ha sottolineato Stockman, gli ospedali gestiti dall’Ordine dei Fratelli della Carità non sono molti e non coinvolgono molti appartenenti alla congregazione, visto che gli amministratori sono in gran parte laici. Questo però non ha certo sminuito l’indignazione da parte di Stockman e dei componenti dell’Ordine contrari all’eutanasia.



EUTANASIA, IL CASO DEI FRATELLI DELLA CARITA’

IL PAPA MINACCIA SCOMUNICA PER L’ORDINE IN BELGIO

Stockman ha deciso di passare dalle parole ai fatti per contrastare la decisione di Raf De Rycke, informando innanzitutto l’intera congregazione del fatto che l’apertura pro-eutanasia non poteva essere assolutamente accettata da chi come lui era entrato a far parte proprio dell’Ordine dei Fratelli della Carità per dei principi che stridono completamente con le più recenti decisioni. Inoltre, della situazione è stata informata anche la Conferenza Episcopale belga nella persona del Cardinale De Kesel, chiamato ora a prendere una posizione dell’accaduto. E i fatti sono stati esposti infine anche alla Segreteria di Stato del Vaticano. L’annuncio di De Rycke ha sicuramente colpito in maniera particolare Stockman che a prescindere dai recenti accadimenti, è uno dei più strenui oppositori dell’eutanasia in Belgio dove è una pratica molto diffusa, e che ha affermato senza mezzi termini come “la secolarizzazione sta rovinando la congregazione in Belgio”.



LA DENUNCIA ALLA CONFERENZA EPISCOPALE DI RENE’ STOCKMAN

E proprio dal Vaticano sarebbe arrivata la prima risposta, e per l’Ordine dei Fratelli della Carità e soprattutto per il suo capo Raf De Rycke, il monito del Santo Padre sarebbe stato perentorio. Papa Francesco avrebbe lanciato infatti un ultimatum all’ordine, chiedendo una presa di posizione entro fine agosto per smettere di praticare l’eutanasia ai pazienti dei 15 ospedali psichiatrici che sono sotto l’influenza della congregazione.  E per accettare il cambio di rotta il Papa non si accontenterà di una semplice dichiarazione d’intenti: i fratelli che fanno parte dell’organizzazione, dovranno infatti anche firmare una lettera congiunta al loro superiore generale dichiarando di “sostenere appieno la visione del magistero della Chiesa cattolica che ha sempre ha affermato che la vita umana deve essere rispettata e protetta in termini assoluti, dal momento della concezione fino alla sua fine naturale “. Chi si rifiuterà affronterà sanzioni relative al diritto canonico che potranno arrivare anche alla scomunica.



IL CAMBIAMENTO DI POLITICA DEI FRATELLI DELLA CARITA’

Difficile fare previsioni su cosa potrà accadere, visto che l’Ordine dei Fratelli della Carità è comunque un’importante istituzione religiosa in Belgio: sono stati fondati nella città di Gent da padre Peter Joseph Triest, il cui processo di beatificazione è stato aperto nel 2001. La missione dell’Ordine è quella di servire gli anziani e i malati, e il gruppo è considerato il principale fornitore di servizi di assistenza sanitaria mentale nella regione delle Fiandre del Belgio, dove vengono curati 5.000 pazienti all’anno. Di questi, 12 pazienti in cura presso i Fratelli della Carità hanno chiesto l’eutanasia nell’ultimo anno, e nello scorso mese di marzo l’Ordine ha affermato di voler armonizzare le pratiche dei centri con la legge belga sull’eutanasia, in vigore dal 2003, I Fratelli della Carità hanno cambiato la loro politica riguardo l’eutanasia a un anno dalla condanna al risarcimento di 6600 dollari per una donna di 74 anni ricoverata in una struttura da loro gestita nella città di Diest, alla quale era stata rifiutata la possibilità di scegliere autonomamente il fine vita nonostante fosse affetta da un cancro ai polmoni allo stadio terminale.