Risulterebbe coinvolta anche l’Italia tra i 15 Paesi che avrebbero ricevuto uova dalle aziende coinvolte nello scandalo sulla contaminazione da fipronil. A segnalarlo, come rivela l’agenzia di stampa Ansa, è stata la Commissione europea, anche se occorre chiarire come non è detto che il nostro Paese abbia ricevuto uova contaminate. A tal proposito è intervenuto il ministero della Salute con una doverosa precisazione, chiarendo che in Italia non ci sono uova contaminate ma che le autorità avrebbero eseguito alcuni sequestri di prodotti provenienti da un’azienda francese che aveva impiegato le uova di uno degli allevamenti olandesi coinvolti nello scandalo. Questi prodotti non erano mai stati messi in commercio nel nostro Paese. Dunque, chiarisce ancora il ministero, in Italia non ci sono al momento uova o ovoprodotti contaminati da fipronil anche se ha comunque predisposto un piano di campionamenti non solo su uova ma anche su pollo mirato alla ricerca delle sostanze vietate in via puramente precauzionale. Secondo quanto emerso dall’Ue, ecco quali sono i Paesi che hanno ricevuto i lotti provenienti dalle aziende coinvolte: Svezia, Francia, Germania, Regno Unito, Austria, Irlanda, Polonia, Romania, Danimarca, Slovenia, Slovacchia, Lussemburgo, Hong Kong e Svizzera. Al momento le aziende che risultano bloccate sono solo in Belgio, Olanda, Germania e Francia, sebbene i numeri potrebbero essere ancora in evoluzione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UOVA CONTAMINATE, POLLO INFETTO: LE ULTIME NOTIZIE

UNO SCANDALO INTERNAZIONALE?

Si allarga lo scandalo alimentare scoppiato in Olanda: dopo le uova contaminate si parla di pollo infetto. Il caso è scoppiato quando Paesi Bassi, Belgio, Svezia e Svizzera hanno ritirato dagli scaffali dei loro supermercati milioni di uova con il sospetto che fossero contaminate con un insetticida, il fipronil. Usato nei prodotti veterinari per combattere pulci, zecche e pidocchi, non può essere destinato al consumo alimentare. In grandi quantità può essere “moderatamente pericoloso” per la salute umana, in particolare su reni, fegato e tiroide. Il problema potrebbe derivare da una sostanza usata da un’azienda olandese, la Chickfriend, ma secondo fonti francesi sarebbe stata un’azienda belga a mescolare il fipronil con altre sostanze legali. La vicenda ha assunto i contorni dunque di un caso internazionale: il Belgio ha accusato l’Olanda di aver scoperto la presenza dell’insetticida sulle uova già nel novembre scorso, la Germania ha chiesto alle autorità belghe e olandesi di fare luce quanto prima sull’adulterazione con il fipronil. 



CONTROLLI ANCHE IN ITALIA: LA SITUAZIONE

Intanto sono cominciati i test sulla carne di pollo proveniente dalle stesse aziende coinvolte nello scandalo delle uova contaminate. Lo hanno annunciato le autorità olandesi. Ora sono a rischio milioni di polli, che potrebbero essere abbattuti. Si stanno eseguendo analisi su polli di allevamento olandesi, in particolare nelle aziende che producono sia uova che carne di pollo: sono circa una decina, come spiegato dall’agenzia per la sicurezza alimentare olandese. Se i risultati dei test fossero negativi, gli allevatori a cui è stata bloccata la distribuzione di uova per la presenza di fipronil potrebbero riaprire il settore carne. Questa è una misura precauzionale, ha precisato il portavoce dell’agenzia alimentare, perché è molto scarsa la possibilità che la molecola nociva per il consumo umano sia individuata nella carne di pollo.



Intanto Francia e Regno Unito sono state toccate dalla crisi, mentre il ministero della Salute italiano fa sapere che non risultano distribuzioni di uova contaminate nel nostro Paese. Anche in Italia sono in corso infatti monitoraggi e controlli per accertare l’eventuale presenza di uova infette: le verifiche non si sono interrotte nonostante le rassicurazioni del ministero della Salute. Ma per Coldiretti l’Italia è comunque a rischio, visto che nel 2017 sono arrivate 578 tonnellate di uova dai Paesi Bassi, e solo per quanto riguarda i primi quattro mesi dell’anno. Il rischio sarebbe comunque minimo visto che la produzione nazionale raggiunge i 12,9 miliardi di uova all’anno, per cui l’Italia «è praticamente autosufficiente per il consumo di uova».