Due recenti scoperte dimostrano che ciò che è scritto nella Bibbia è realmente accaduto. Gli archeologi dell’Israel Antiquites Authority con gli scavi nella Città di David, il primo storico insediamento di Gerusalemme, hanno scoperto che quanto si legge nei versetti in merito all’incendio della capitale israeliana di cui parla l’Antico Testamento ha una validità dal punto di vista scientifico. La prova che a Gerusalemme ci fu un grande rogo che distrusse gran parte della città è arrivata dagli ultimi scavi, che hanno portato alla luce reperti e artefatti bruciati e ricoperti di cenere. Secondo il capo archeologo Joe Uziel, sono caratteristici del periodo di costruzione del Primo Tempio. Il ritrovamento più importante, decisivo per la datazione, è stato quello delle anfore, perché su questo era impresso un sigillo appartenente proprio al periodo di costruzione del Primo Tempio. Questo vuol dire che la Città di David avrebbe subito l’incendio devastante nello stesso periodo indicato nella Bibbia.
LA BIBBIA HA RAGIONE: LE PROVE SUL ROGO DI GERUSALEMME
L’INVASIONE BABILONESE
Le recenti scoperte non confermano solo l’incendio di Gerusalemme, ma anche che venne invasa dai Babilonesi. Il riferimento si trova nel libro di Geremia (52, 12-13), dove si cita proprio un incendio. «Nel quinto mese, il dieci del mese, essendo l’anno decimonono del Regno di Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, che prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme. Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme, diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili». Ed è andata proprio così. La Bibbia, dunque, non è uno dei testi più importanti della storia dell’umanità perché è il libro, secondo ebrei e cristiani, ispirato a Dio e da Dio, ma anche perché ha un’attendibilità storica. La conferma in tal senso è arrivata dai nuovi recentissimi studi.