“Quando non ci si aggrappa alla parola del Signore ma, per avere più sicurezza, si consultano oroscopi e cartomanti, si comincia ad andare a fondo”: così, a sorpresa, Papa Francesco aggancia quello che poteva sembrare un discorso “alto e spirituale” sulla nostra fede alla vita quotidiana: a chi di noi, ghermito dall’angoscia per la mancanza di lavoro, per una malattia o per una sventura si aggrappa alla fortuna, al gioco delle carte, agli indovini. E affonda, poi, nel peggiore dei modi. Non solo perché spesso incappa nei debiti dell’usura ma perché chi sta dietro la magia quasi sempre è il demonio, non “la magia”.



 “Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (Mt 24,37-44). Queste parole del Vangelo, già da sole, dovrebbero metterci al riparo dalla tentazione di consegnare le nostre vite a sedicenti veggenti, oroscopi, a chi “legge” le carte e dice di poter prevedere il futuro. Non conoscere “il giorno e l’ora”, cioè non avere la possibilità di prevedere il futuro, non è una cecità a cui Dio ci ha condannato. E’ invece l’unica garanzia di conservare la nostra libertà e di quindi di poter amare veramente: perché se l’amore è l’unico senso possibile per la vita umana, la libertà ne è la condizione necessaria. Se io sapessi che un’amicizia mi porterà fortuna o disgrazia, che l’amico mi volterà le spalle o mi aiuterà a superare un momento drammatico della mia vita non avrei davvero la possibilità di scegliere se vivere o no quell’amicizia. E lo stesso vale per l’amore. Sapere come quella relazione si svilupperà nel bene o nel male mi impedisce di essere libero: invece non conoscendo gli eventi futuri posso scegliere di donarmi con tutto me stesso o di risparmiarmi. Più ancora bere “filtri d’amore” impedisce di amare perché, se li trangugiassi, amerei “per il filtro” e non perché sono io. Tutto questo serve per capire che per attribuire come ho fatto più sopra la magia al demonio non è necessario essere teologi: basta essere persone di buon senso che conoscono un po’ il cuore dell’uomo e come esso riposi sulla libertà.



Oroscopi, tarocchi e compagnia cantante danno l’illusione di una conoscenza che invece è una galera: oltretutto, non solo tolgono la libertà, ma, provenendo dal demonio padre della menzogna, sono sempre illusori e bugiardi. A volte, raramente, chi li pratica è in buona fede: quasi sempre, invece, chi si spaccia per veggente e profetizza sui destini altrui, sfrutta fragilità e debolezze: i momenti di dolore e smarrimento nei quali tutti cadiamo e che, quando ci stringono alla gola, ci fanno credere che tutto sta per finire. Invece proprio in quella tempesta — ecco il vangelo da cui era partito il Papa — Gesù appare e lì, proprio lì, ci dà la mano, ci dà insegnamento e orientamento. 



A chi chiedere allora aiuto? Se crediamo, a Gesù stesso. Ma se non crediamo rivolgiamoci a chi ci vuole davvero bene: il filo rosso dell’amore vero è quello che ci conduce a Dio. Allora non un cartomante ma un familiare, un parente, un amico, saranno la mano di Dio, la mano di Gesù, e ci tireranno fuori dalla solitudine e ci faranno restare attaccati alla nostra vita normale.

Maria, appena ricevuto l’annuncio dell’Incarnazione — cioè l’irruzione del più grande evento miracoloso e misterioso possibile nella vita di un uomo — non si chiude compiaciuta nello straordinario miracolo, ma va dalla cugina Elisabetta per aiutarla negli ultimi mesi di gestazione, poi a partorire e, in generale, per condividere all’interno di un rapporto amicale e familiare il grande mistero che l’ha avvolta.

Essere consapevoli di chi si è stati e di chi si vorrebbe essere, fa vivere il presente con maggiore vigilanza e consapevolezza. Con maggiore dignità. Sapere che ciascuna persona ha una dignità inalienabile, rende più difficile prendere la scelta di consegnare la propria vita a chi ci offre facili soluzioni, levandoci la libertà e creando in noi dipendenza e paura. Quando nostro figlio ha un problema o un dolore noi cerchiamo di fargli capire la situazione usando linguaggi e parole che partano dalla sua esperienza, che lo possano aiutare a capire. Oroscopi, tarocchi e carte parlano invece linguaggi enigmatici e inaccessibili che alludono a coincidenze astrali, a segni arcani e misteriosi, fatti proprio per non far capire. Ecco un altro modo per trovare la mano di Dio quando abbiamo bisogno: mai farci chiudere in situazioni di sudditanza, di minorità, che non hanno altre soluzioni se non quelle di consegnarci al “mago”. Noi dobbiamo sempre pretendere, da chi ci aiuta, che si metta sul nostro stesso piano, che usi i nostri strumenti, che ci renda veramente capaci di prendere decisioni autonome e consapevoli. Questo è il modo di agire di Dio, ed è quello del cristiano.

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