È stato purtroppo recuperato senza vita il corpo della giovane Lara Scamardella, 13 anni, morta dopo l’immersione divenuta tragedia ad Ischia nella giornata di ieri: è stato recuperato alle 11.30 il corpo di Lara, era vicino alle bombole del suo istruttore Antonio Emanato, nei fondali della Secca delle Formiche tra Ischia e Vivara. Sono già stati portati i familiari per il riconoscimento della salma nel Policlinico di Napoli dove ora è stata prevista anche la necessaria autopsia per capire cosa possa davvero essere successo nei fondali della piccola grotta nei pressi di Ischia. La melma e il fango, sollevati dai colpi di pinna dei due sub, devono aver completamente oscurato il grottino, facendo perdere l’orientamento ai sub che purtroppo sono morti entrambe. Come già raccontato ieri, l’istruttore Antonio Emanato si era tolto le bombole per provare ad aiutare Lara ma è rimasto anche lui intrappolato perdendo i sensi e alla fine anche la preziosa vita. Il corpo di Lara è stato trovato proprio di fianco alle bombole del gas che aveva in dote l’istruttore. (agg. di Niccolò Magnani)



TRAGEDIA NEL MARE DI ISCHIA: MORTI 13ENNE ED ISTRUTTORE

SI CERCA ANCORA IL CORPO DI LARA

Lara Scamardella aveva appena 13 anni, Antonio Emanato, il suo istruttore subacqueo ed amico di famiglia, di anni ne aveva 42 ed era considerato uno dei più esperti in questo settore. Non è bastato ciò ad impedire la tragedia che si è consumata ieri nelle acque della Secca delle Formiche, tra Ischia e Procida, dove entrambi hanno trovato la morte, dopo essere rimasti intrappolati in una grotta a 12 metri di profondità. Un destino beffardo, quello che ha accomunato Lara e l’istruttore subacqueo, proprietario di un centro diving, i quali ieri avevano deciso di immergersi in un tratto di mare caratterizzato dalla presenza di grotte facilmente accessibili, dopo essere partiti dal porticciolo di Baia, frazione del comune di Bacoli. Lo stesso tratto di acqua nel quale sempre nella mattinata di ieri erano presenti anche altri sub accompagnati da una guida. E’ stata proprio quest’ultima a lanciare l’allarme, dopo essersi accorto della prolungata assenza della ragazzina e del suo istruttore, ormai da tempo sottacqua.



LA POSSIBILE RICOSTRUZIONE

Intorno a mezzogiorno, l’imbarcazione di Antonio Emanato risultava ancora vuota. Un dettaglio che non è affatto passato inosservato ad una guida presente nel medesimo tratto di mare e che, come rivela Corriere.it, per prima avrebbe lanciato l’allarme. Il tempo trascorso da Lara e dall’istruttore in immersione sarebbe stato troppo prolungato per permettere alle bombole di cui i due erano in dotazione di fornire l’aria necessaria. La Guardia costiera di Ischia è così intervenuta prontamente, affiancata da alcuni sub dei Vigili del fuoco e da un gruppo di speleo sub giunti da Bari e Brindisi. A causa dell’eccessiva melma e del mare mosso, la visibilità è stata molto ridotta rendendo difficili le operazioni di recupero. Solo nel pomeriggio di ieri i sub sono riusciti a portare a galla il corpo senza vita di Antonio Emanato, rinvenuto a 12 metri di profondità e la cui salma è già stata trasferita all’ospedale Rizzoli di Ischia a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe richiedere l’autopsia. Fino alla serata di ieri il corpo della piccola Lara non era ancora stato recuperato ma come annuncia Isolaverdetv.com, questa mattina sono riprese le operazioni che vedono impegnati gli speleologi. Ancora ignota la causa che avrebbe portato la tredicenne ed il suo istruttore a non risalire più dopo un’immersione a 12 metri di profondità. Quasi probabilmente a tradirli sarà stata la fanghiglia smossa dalle correnti e dal loro passaggio che ha reso impossibile ai due trovare la via d’uscita. Secondo una prima ricostruzione, è probabile che Lara e Antonio abbiano perso l’orientamento trovandosi così costretti a cercare faticosamente, nel buio della grotta, una via d’uscita fino a consumare anche l’ultima goccia di aria disponibile nelle loro bombole. Ora la speranza è quella di recuperare anche il corpo della piccola 13enne appassionate dello studio, del canto e del mare, per poi comprendere le cause dell’immane tragedia consumatasi ad Ischia.

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