In questi ultimi giorni di tensione alle stelle tra Corea del Nord e Usa, le grandi potenze mondiali si sono spesso domandate quale potrebbe essere la soluzione a questo stato di perenne crisi. Per la Cina sarebbe opportuna l’apertura di un dialogo e questo non è il solo Paese a pensarla così. Una possibile soluzione, o meglio il solo modo per risolvere la crisi, invece, potrebbe essere quello di ammettere lo status di potenza nucleare della Corea del Nord. E’ quanto osservato dal Financial Times e reso noto da Sputniknews.it. Le speranze degli Usa di confidare tutto nell’intervento del Cremlino nella soluzione della crisi nordcoreana, dunque, secondo gli esperti russi sarebbero oltremodo eccessive. Secondo gli opinionisti ed analisti russi, il sostegno del Cremlino alle sanzioni inflitte al regime di Kim dall’Onu ha evidenziato la poca influenza che la Russia avrebbe sul suo vecchio alleato. “Di conseguenza l’affidamento della Corea del Nord su di noi è diminuito. Tuttavia non ci hanno accusato e non ci attaccano nella loro retorica”, ha commentato in merito l’ex ambasciatore russo in Corea del Nord Valery Sukhinin, sottolineando come comunque sia giunta la critica alla Russia per il suo appoggio a Washington. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



GIAPPONE AVVIA ESERCITAZIONI MILITARI

Mentre la Cina ha invitato la Corea del Nord a sospendere i suoi test nucleari e missilistici, il Giappone ha deciso di passare all’azione conducendo manovre militari congiunte con cacciabombardieri Usa a Sud Est del territorio coreano. Come riporta Articolotre.com, trattasi di esercitazioni che hanno avuto luogo nel Mare Cinese Orientale alle quali hanno preso parte anche due aerei militari statunitensi B-1B Lancer, progettati per portare bombe nucleari e partiti dall’isola di Guam (prossimo bersaglio annunciato da Kim) e due jet F-15 del Giappone. A prendere parte alle operazioni anche alcuni aerei della Corea del Sud. Le esercitazioni si sono svolte nei pressi di un territorio non abitato, presso le isole giapponesi del Mare Cinese a Est, rivendicate dalla Cina. Gli usa, pur essendo neutrali sull’attribuzione delle isole hanno già fatto sapere di essere disposti a schierarsi con i loro alleati giapponesi in caso di attacco. Il clima, dunque, continua a restare molto delicato al punto che un qualunque passo falso potrebbe realmente far esplodere un conflitto di proporzioni mondiali. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CINA: SEGNALI DI ALLENTAMENTO TENSIONI

Il mese di agosto è stato caratterizzato da una tensione sempre crescente in riferimento alla delicata situazione in Corea del Nord e che ha chiamato in causa non solo gli Usa ma anche altre potenze mondiali, dalla Cina alla Germania, fino alla Russia. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha di recente avuto una conversazione con il suo omologo tedesco, Sigmar Gabriel nella quale ha evidenziato i primi segnali di un allentamento delle tensioni in corso intorno alla Corea del Nord, ma occorre ancora lavorare insieme affinché l’enorme crisi possa trovare presto soluzione. Le sue parole, come riporta Sputniknews, emergono da quanto riportato sul sito del Ministero degli Esteri cinese e che ha messo in luce soprattutto un passaggio saliente del colloquio telefonico intercorso. “Attraverso gli sforzi di tutte le parti, le tensioni sulla penisola coreana stanno mostrando alcuni segni di allentamento, ma la crisi di agosto non è ancora stata superata”, ha detto Wang Yi, chiarendo come “le parti devono collaborare per risolverlo”. In precedente lo stesso ministro aveva avuto un colloquio anche con il suo omologo russo sempre in riferimento alla possibile Terza Guerra Mondiale tra Usa e Corea del Nord e che potrebbe presto trasformarsi in realtà. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CINA INVITA AL DIALOGO

TERZA GUERRA MONDIALE. La Cina prosegue nella lunga e complessa fase di invito al dialogo, dopo la “strigliata” ricevuta dagli Stati Uniti (e soprattutto dopo le sanzioni comminate contro Pechino per accordi commerciali con Pyongyang). Il guerra mondiale vuole essere evitata, almeno a parole, e la Cina insiste sul tavolo delle trattative come unico vero strumento in grado di esorcizzare lo scontro: «la linea di fondo per risolvere la questione nucleare della Corea del Nord ed è “mantenere la direzione generale del dialogo, della negoziazione e della politica», racconta il Ministero degli Affari Esteri cinese alla CNN. Secondo il ministro Wang Yi, «la situazione attuale sulla penisola coreana è altamente complessa e sensibile, speriamo di vedere i lati rilevanti: “spegnere il fuoco” attraverso le parole e le azioni anziché aggiungere benzina in mezzo alle tensioni. Speriamo di vederli migliorare nella fiducia reciproca e spostare l’obiettivo per preservare la pace e la stabilità sulla penisola e realizzare la denuclearizzazione della penisola stessa», ha concluso il ministro cinese al network americano.

GIAPPONE, VIA A TEST SISTEMA D’ALLARME NUCLEARE

Il Giappone non si fida per nulla dello stallo e della pausa presa dalla Corea del Nord rispetto al tentativo di attaccare l’isola di Guam con missili nucleari: il vento di guerra mondiale soffia ancora molto forte dalle parti di Tokyo con il premier Abe che ha ordinato in “fretta e furia” per i prossimi giorni una serie di esercitazioni in ben 9 prefetture locali per controllare al meglio l’adeguatezza del sistema di allerta nazionale in caso di attacco nucleare. Se infatti Kim Jong-un dovesse lanciare i missili su Guam, il Giappone vuole essere subito pronto a reagire: il lancio del regime infatti comporterebbe il sorvolo dei missili sui cieli di Shimane, Hirosima e Kochi, spiega oggi Il Velino. Per questo motivi in quelle prefetture e in altre sei “vicine” (Torroti, Okayama, Yamaguchi, Tokushima, Kagawa e Ehime), il ministero della Difesa giapponese ha dispiegato i test dei sistemi Patriot nelle zone a rischio. 

TILLERSON, “OK A DIALOGO MA ATTENDIAMO PASSI DI KIM”

È passata un’altra giornata campale ieri nelle piccole o meno mosse di Usa e Corea del Nord sotto il pesante vento di terza guerra mondiale che spira ormai da troppi mesi. La minaccia di attaccare con missili nucleari l’isola di Guam è per ora scongiurata, con Kim Jong-Un che si è detto di voler aspettare le prossime mosse degli “stupidi americani” prima di sparare. Cercando di andare oltre al “lessico” mediatico e demagogico del dittatore nordcoreano – ricordiamo ogni tanto che il popolo di Pyongyang è tutt’altro che un Paese che vive nel lusso sfrenato e nel benessere totale, dunque Kim deve spesso “tenere” la briglia dell’ideologica molto attiva in modo da legittimare il suo ruolo di “dio” contro l’intero mondo anti-rivoluzione – la mossa di ieri significa una sorta di apertura a possibili rapporti diplomatici, come auspicato dall’incessante ruolo di mediazione che la Corea del Sud cerca di immettere ormai da mesi.

In serata arriva anche la controreplica del Segretario di Stato Usa, Rex Tillerson: «l’amministrazione Trump resta interessata al dialogo con il leader della Corea del Nord Kim Jong-un ma sta aspettando un segnale di interesse da parte di Pyongyang», spiega Tillerson davanti ai giornalisti, senza commentare però lo “stallo” prodotto da Kim con la sua dichiarazione di “attesa”. «Continuiamo ad essere interessati a cercare un modo per dialogare, ma spetta a lui fare il primo passo», avanza l’uomo di Trump mantenendosi anch’egli in condizione di attesa. Chi farà il primo vero passo allora?

COLLOQUIO USA-GIAPPONE DOPO FRASI KIM

Dopo la “frenata” di Kim Jong-un che ancora una volta arriva comunque a provocare gli Stati Uniti in una terza guerra mondiale finora, per fortuna, solo diplomatica e mediatica, Trump e il premier giapponese Shinzo Abe hanno deciso di risentirsi in un ennesimo colloquio telefonico per fare il punto della situazione con il principale alleato economico e politico in Asia. «I due leader hanno concordato sulla necessità di prevenire un lancio di missili sul territorio americano», fanno sapere le cancellerie dei due leader mondiali, mentre la Corea del Sud richiama all’ordine anche nel giorno di Ferragosto facendo sapere, «nessuna azione militare potrà essere intrapresa nella penisola coreana senza il nostro consenso». Non solo, il presidente Moon Jae-in ha assicurato che il governo di Seul farà di tutto per evitare una guerra a tutti i costi sia ora che in futuro.