Si stanno moltiplicando le manifestazioni di cordoglio per l’improvvisa scomparsa di Chiara Fumai, l’artista barese che a soli 39 anni è stata ritrovata morta nel capoluogo pugliese nella galleria d’arte Doppelganger, molto probabilmente per abuso di farmaci. Era stata proprio Bari negli ultimi mesi a regalarle nuova sicurezze e minori ansie, ma alla fine nulla ha potuto evitare la sua scomparsa. Il Sindaco del capoluogo pugliese, Anonio Decaro, si è espresso così riguardo la morte di Chiara Fumai: “Con la scomparsa di Chiara Fumai il panorama dell’arte italiano e internazionale perde una delle protagoniste più interessanti dell’ultimo decennio. Chiara Fumai, che a Bari è cresciuta e ha mosso i primi passi del suo originale e personalissimo percorso artistico, lascia un vuoto profondo non solo tra gli esperti e gli appassionati dell’arte contemporanea ma anche tra tutti i baresi che hanno avuto modo di scoprire il suo mondo e la sua arte”. (agg. di Fabio Belli)
DALLA PUGLIA AL SUCCESSO INTERNAZIONALE
Il mondo dell’arte piange oggi la morte di Chiara Fumai, giovane artista barese trovata senza vita nella galleria Doppelgaenger, nella quale era ospite. A mettere fine alla sua promettente carriera che l’aveva resa celebre in tutto il mondo, potrebbe essere stata una overdose di farmaci. A darne notizia è oggi la giornalista ed amica Antonella Marino che su Repubblica.it ricorda di aver seguito Chiara sin dai suoi esordi, fino agli ultimi tempi, quando le sue performance erano state popolate in modo sempre più evidente dai numerosi fantasmi che stava tentando di spazzare via. La linea sottile, a volte impalpabile tra la sua arte e la vita, emergeva dalle opere della giovane Chiara, dove l’ambiguità tra la realtà e la finzione ha sempre rappresentato la sua massima cifra stilistica. Dalla Puglia l’artista era riuscita ad affermarsi anche all’estero grazie ad una carriera, seppur breve, ricca di prestigiosi riconoscimenti.
IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SUA ARTE
Chiara Fumai non si è mai risparmiata quando si trattava della sua arte. Era la stessa a dichiararlo sostenendo con fermezza: “Credo che vivere l’opera d’arte in maniera totale – quindi anche su un piano realmente autobiografico – sia un modo intenso e generoso di stare al mondo”. Nata a Roma nel 1978, padre pugliese, aveva poi vissuto a Bari dove si era diplomata frequentando il liceo. Sin da giovanissima ha avuto una carriera promettente, sebbene sia stata fulminea. Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano frequentò il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti. La sua arte era basata sull’uso di performance combinata con metodi di decostruzione, freak show, metafisica, travestitismo, dj set. Il ruolo della donna ha sempre giocato un ruolo fondamentale in quanto affrontato da un punto di vista anarco-femminista. Il suo nome divenne celebre in ambito artistico nel 2010 durante una lecture alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Dopo aver vinto un’importante residenza, lo scorso gennaio Chiara aveva lasciato New York per fare ritorno in Italia. L’obiettivo era quello di prendersi cura di sé e combattere alcune brutte crisi. La ripresa sembrava ormai raggiunta e la giovane artista era pronta ad un nuovo debutto: la grande mostra che avrebbe tenuto il prossimo novembre nella galleria di Rino Costa a Valenza. La sua carriera, però, termina qui, stroncata nella giornata di ieri dalla notizia che nessuno avrebbe mai voluto apprendere. I funerali si terranno questo pomeriggio alle 17:00 presso la Chiesa del Sacro Cuore di Bari.