Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, continua a seguire con estrema partecipazione la situazione dell’immigrazione, tema caldo dell’Italia in questa estate già di per sé bollente. Nella sua memoria restano intatte quelle 48 ore vissute tra il 27 ed il 28 giugno scorsi, quando nei porti italiani sbarcarono 27 navi, Ong comprese, con ben 12 mila migranti a bordo. In quell’occasione il ministro arrivò ad una conclusione chiara: l’Italia non poteva più confidare nell’aiuto o nella compassione dell’Unione Europea. La soluzione al grave problema deve trovarlo da sola. Dopo quei 12 mila sbarchi, secondo quanto riporta oggi Il Giornale, ai suoi interlocutori Minniti rivelò quali fossero le intenzioni dell’Ue rispetto alla situazione italiana. Nessuna soluzione politica o operazione concreta atta a mettere fine all’emergenza, ma solo “più soldi per creare nuovi hotspots”, ovvero centri di detenzione dai quali non vi alcuna via di fuga. Vere e proprie galere, dunque. Sempre secondo lo sfogo di Minniti, si comprende come la soluzione secondo Bruxelles non fosse fermare definitivamente l’ondata di migranti verso il nostro Paese ma mettere i numerosi profughi nelle condizioni di non potersi muovere fuori dall’Italia.



IMMIGRAZIONE: ITALIA SEMPRE PIÙ SOLA

Uno dei presenti ai colloqui dello scorso Ferragosto avrebbe riferito, in merito all’emergenza immigrazione ed all’intervento dell’Unione Europea: “Pensate ci proponevano di fare dei centri di internamento, cioè delle vere e proprie galere, persino per i minori non accompagnati”. Sempre secondo quanto emerso dalle persone vicine a Minniti, Bruxelles avrebbe offerto al nostro Paese dei soldi non destinati certamente a far stare meglio i migranti, a curarli ed a garantire loro una integrazione adeguata, ma per creare centri da cui i migranti possano non uscire. In merito a queste dichiarazioni choc non arriva la conferma del ministro ma gli intenti sono chiari: evitare che i migranti giunti sulle coste italiane in massa possano avvicinarsi ai confini di Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Un atteggiamento, quello paventato da coloro che hanno avuto modo di confrontarsi con il ministro Minniti, che evidenzierebbe una sorta di egoismo dell’Ue in base al quale l’Italia è chiamata a trattare da sola con la Libia e trovare da sé la soluzione al problema.

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