Si chiama Luca Russo e assieme a Bruno Gulotta sono i due italiani morti nel barbaro attentato di Barcellona, falciati dal furgone lanciato sulla folla sulle Rambals del centro storico. La conferma è arrivata ora dal premier Gentiloni che in un tweet ha scritto, «Barcellona, l’Italia ricorda Bruno Gulotta e Luca Russo e si stringe attorno alle loro famiglie. La Libertà vincerà la barbarie del terrorismo». Anche Luca Russo come lo sfortunato Gulotta si trovava sulle Ramblas nel momento sbagliato, il giorno sbagliato e ha trovato la morte per via dell’atroce e sanguinaria volontà omicida dei terroristi islamici, tra l’altro ancora in fuga. In un primo momento la Farnesina aveva tenuto riserbo assoluto sul nome in attesa del via libera delle autorità catalane su nomi delle 14 vittime della strage di Barcellona, ora però la conferma direttamente dal Presidente del Consiglio. 25 anni, residente a Bassano del Grappa in provincia di Vicenza, ma originario di Marostica: un anno fa il ragazzo si era laureato in ingegneria energetica a Padova. Una semplice vacanza con la fidanzata, Marta Scomazzon, anche lei travolta dal furgone sulle Ramblas ma in condizioni assai meno gravi, ferita solo di striscio. Luca invece è rimasto investito e nulla ha potuto l’ambulanza arrivata negli attimi dopo l’attentato: i due fidanzati prestavano servizio di volontariato presso la Croce Verde di Bassano e l’intera comunità è sotto choc per quanto avvenuto nella vicina Spagna.



L’ULTIMO MESSAGGIO SU FACEBOOK

La conferma del Capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, non lascia scampo; «Confermo le due vittime italiane. Siamo in contatto con i loro familiari e li stiamo assistendo. Ci sono stati anche tre feriti, due dei quali sono stati dimessi. La terza, Marta, è la fidanzata di Luca Russo, ed è ancora ricoverata in ospedale per alcune fratture, ma non è non in condizioni gravi». Luca Russo come Bruno Gulotta era un giovane italiano alle prese con i primi anni di lavoro e i tentativi di costruirsi una vita, felice, con le proprie donne a fianco. Luca era più giovane e la sorella subito dopo la notizia della sua scomparsa ha riversato Facebook di messaggi per chiedere lumi e notizie su dove possano essere finiti Luca e Marta. «Aiutatemi a riportarlo a casa»: poche ore dopo la conferma della morte, dolorosa, straziante e senza particolari commenti. Fa impressione rileggere quel suo ultimo messaggio su Facebook, dove il giovane ingegnere diceva ai suoi amici, «Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. Ed in mezzo litighiamo per possedere qualcosa». Non ne conosciamo il motivo, ma leggerle ora dopo la morte improvvisa per un attentato così vile, ci lascia attoniti e senza altre parole.

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