Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona, nelle ore immediatamente successive all’attentato sulle Ramblas, ha commentato la carneficina commesso da un commando che sostiene di agire in nome di Dio e di una guerra santa che continua a mietere vittime innocenti. Da uomo di chiesa è difficile anche per il cardinale Omella spiegare il perché di un gesto simile ma, come dichiara a L’Avvenire, non c’è dubbio che gli autori dell’attentato non possano definirsi interpreti dell’Islam o mossi da vera fede religiosa. La motivazione è semplice:”La distruzione non è religione e non viene da Dio“. Secondo Omella “ogni atto terroristico è senza motivo, e tanto meno ha motivo che simili atti siano compiuti nel nome di una religione, in nome di Allah: perché sappiamo che Dio, Allah è misericordia, perché Dio è Dio della pace e della misericordia, e religione vuol dire cammino di fraternità e di costruzione di pace, non di morte e distruzione“. Anche l’arcivescovo di Barcellona, da cristiano, ci tiene a distinguere tra terroristi e musulmani:”Io dico sempre che una cosa è essere musulmani, fedeli discepoli di Allah, altra cosa è essere terroristi. Bisogna distinguere. Il terrorista può utilizzare il nome della religione musulmana ma non è un religioso perché attenta alla vita stessa del musulmano e attenta alla religione, alla vita religiosa. Non è umano e non è religioso“.
“NOS NO TENEMOS MIEDO”
I passi da compiere per l’arcivescovo di una comunità come Barcellona, colpita da un attentato tanto sanguinoso come quello da giovedì, sono delicati e difficili da scegliere. Il cardinale Omella cos’ha fatto nelle ore seguite all’eccidio:”In plaza Catalunya noi vescovi ci siamo trovati insieme alle autorità governative e politiche per un incontro pubblico con la popolazione al quale sono stati presenti anche il presidente del Consiglio e il re di Spagna. Dopo il silenzio per le vittime, spontaneamente tutti insieme abbiamo cantato «Nos no tenemos miedo», noi non abbiamo paura. Con il primo ministro è prevista a una riunione. Noi come vescovi e come cittadini abbiamo la responsabilità di far recuperare la speranza. Domenica (domani, ndr) celebrerò la Messa per tutte le vittime e il loro familiari nella basilica della Sagrada Famiglia. Pregheremo per la pace chiedendo al Signore che cambi il cuore di pietra di questi terroristi e li trasformi in cuori di carne, perché si convertano da costruttori di morte a costruttori di pace“. In ogni caso il messaggio è quello di plaza Catalunya:”Non dobbiamo lasciarci strangolare dalla paura. La nostra fede deve costruire la convivenza e la pace, con le porte aperte a tutti. Noi tutti facciamo parte della medesima casa comune che è la terra. Siamo di differenti razze, culture e religioni ma tutti siamo fratelli, e siamo chiamati a costruire la fraternità nel mondo“.