Il fratello è uno degli italiani morti nell’attentato sulla Rambla di Barcellona, Luca Russo, l’ingegnere 25enne di Bassano Del Grappa, e Chiara da oggi è la paladina di chi non ne può più di tragedie di questo tipo. Perché il suo Luca, quella fine “non la meritava”. Lui che “era intelligente, bravo, sarebbe stato un papà perfetto. Non aveva mai dato nessuna preoccupazione ai nostri genitori”. Adesso Chiara Russo ha soltanto un desiderio, che il fratello non diventi un nome senza volto:”Non voglio che mio fratello diventi un numero fra tanti, deve cambiare qualcosa. Non è questo il modo di vivere – spiega a La Repubblica – dobbiamo avere la libertà di viaggiare, di conoscere il mondo. Spero che i ministri europei cerchino di difenderci, di salvaguardare questo nostro diritto”. Vuole che la morte del fratello, senza senso, abbia almeno il merito di smuovere le acque: è la sua battaglia, ma anche quella di un intero popolo. Lei l’affronterà in prima fila: da perdere, ormai, ha poco.



“VOGLIAMO DONARE GLI ORGANI DI LUCA”

Tra le richieste formulate da Chiara Russo, la sorella di Luca, l’ingegnere di Bassano Del Grappa rimasto ucciso nell’attentato a Barcellona, ce n’è una che, come si evince dalle lacrime della ragazza davanti alle tv, le sta particolarmente a cuore. La ragazza, residente a Verona e tirocinante presso il polo chirurgico Confortini, le ha recapitate per telefono al ministro degli esteri Angelino Alfano. “Al ministro ho chiesto che gli organi e i tessuti di Luca possano essere donati e lui mi ha assicurato di aver già inoltrato la sollecitazione a Madrid. Conoscendo l’ambiente medico temo però che sarà difficile. Lo dico sempre in ospedale ai parenti. Donare gli organi significa dare al proprio congiunto la possibilità di continuare a vivere in qualcuno che di quegli organi ha bisogno”. Richieste sacrosante, che rischiano di scontrarsi con la burocrazia. Assecondarle sarebbe un segno di grande civiltà laddove le barbarie hanno colpito. Chiara Russo chiede aiuto, sembra quasi una preghiera:”Aiutateci a riportarlo a casa”.

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