CHARLIE GARD: AVVENIRE, “DIVERSO DAL CASO ELUANA”

Mentre ancora si attendono novità sui funerali di Charlie Gard – ancora non vi sono notizie in tal caso, neanche dai media del Regno Unito – fanno riflettere alcune parole dette dal quotidiano Avvenire nelle veci del direttore Marco Tarquinio, in risposta alla lettera inviata dal Presidente del Movimento per la Vita, Gigli. A fine lettera il parlamentare aveva accennato alla vicenda di Alfie Evans, un possibile “nuovo” caso Charlie sempre in Uk con diversa malattia e diversa situazione giuridica ma con simili possibilità di scontro tra la famiglia e lo Stato Inglese: ebbene, il direttore Tarquinio nel ringraziare Gigli per la lettera, ha voluto pubblicare una risposta in cui viene ribadito come l’incomprensibile “tenaglia” fatta scattare da scienza e tribunali improvvisamente rinunciatari non va adottata a prescindere su tutti i casi anche famosi del passato. «nella mia responsabilità di cronista, e specialmente di direttore di questo giornale – devo aiutare quanti più posso a comprendere che c’è un problema di giustizia, di umanità e di buona medicina che riguarda tutti, eppure che nessun caso è del tutto uguale. Alfie Evans non è e non sarà Charlie. Charlie non è in alcun modo Eluana Englaro o Terry Schiavo e neppure èVincent Lambert…». Secondo Tarquinio inoltre, oltre alla medicina anche la legge dovrà dimostrare alla gente che bisogna in primo luogo essere vicino alla concreta esistenza delle persone, come invece a Londra «non è avvenuto. L’opinione pubblica deve essere messa in condizione di capire e valutare senza confusioni. La vita va accolta e difesa sempre, l’aborto e l’eutanasia scongiurati, l’abbandono terapeutico combattuto e l’accanimento riconosciuto ed evitato».



LA LETTERA DI UNA MAMMA

Con una lunga e commovente lettera inviata al quotidiano Today, una mamma italiana – Laura Solimine – ha voluto scrivere “ai genitori” di Charlie Gard per esprimere tutto il suo dolore e il soprattutto il risveglio della sua particolare storia personale. Una donna e una madre che, come Chris e Connie Gard, ha dovuto fare i conti con l’addio forzato ad un figlio troppo piccolo e con una malattia troppo grave. «Non sono la mamma del piccolo Charlie, ma so cosa sta provando oggi, perché anch’io, come lei ho dovuto prendere la decisione più difficile della mia vita, lasciare la mano di mio figlio e darla a Dio», scrive la donna a Today. Una leucemia fulminante ha portato via quel giovanissimo Andrea, a 11 anni, con non poche conseguenze in termini di dolore, vita e ovviamente anche famiglia. Eppure, mentre nella lettera viene chiesto un rispetto e un silenzio attorno a questa vicenda – “nessuno può giudicare Chris e Connie Gard” – la donna racconta anche come una vicenda del genere abbia paradossalmente rilanciato e cambiato l’intera sua fede in Dio. «Sembrerà strano e per molti è inconcepibile, se non addirittura assurdo, che una madre che ha perso il suo bambino non provi rabbia e odio verso chi avrebbe potuto o dovuto intervenire per salvarlo dalla morte, ma non l’ha fatto (…).Come potrei negare di aver visto attraverso gli  occhi del mio bambino la Sua presenza, quando sul punto di morte, sul suo viso non c’erano tracce di paura, ma solo pace e serenità». Ecco qui il nostro articolo speciale dedicato al “dramma simile” a quello di Charlie e alla sua famiglia.



LE “DOMANDE” DEL MPV

Sono tante le domande che il Presidente del Movimento per la Vita italiano, Gian Luigi Gigli, rivolge al quotidiano L’Avvenire nell’edizione di oggi sulla vicenda ancora non conclusa di Charlie Gard. Non è ancora stata data notizia dei funerali del piccolo bimbo inglese, morto ormai una settimana fa nell’hospice privato in Londra. Secondo Gigli, l’ospedale che ha ricoverato per mesi Charlie Gard, il Great Ormond Street Hospital, aveva tutto il diritto di rifiutare una cura di efficacia non dimostrata; con un “ma” evidenziato bene dallo stesso presidente del Mpv: «Il Great Ormond però è andato ben oltre, pretendendo che senza terapie efficaci il bambino, nelle sue condizioni, non avesse più diritto di vivere. Solo l’opposizione tenace dei genitori ha fatto sì che il piccolo non fosse già morto da tempo e potesse giungere quasi al suo primo compleanno. Ma qui si pone un fondamentale quesito: può un’istituzione sanitaria decidere che un paziente non in grado di esprimere la sua volontà debba essere fatto morire ‘nel suo interesse’ sospendendogli i sostegni che lo tengono in vita?». Gigli accusa il GOSH di aver attuato eutanasia omissiva, e non si ferma evidenziando come lo stesso ospedale londinese è come se avesse “deciso che doveva morire. Il ragionamento secondo cui il rimanere in vita provocherebbe il prolungarsi di ulteriori sofferenze non riguarda però solo i neonati affetti da malattie degenerative o da gravi malformazioni. Esso potrebbe essere riproposto per tutti i pazienti in condizioni di incoscienza per malattie ad andamento progressivo o comunque privi di speranze di guarigione o miglioramento, come quelli in stato vegetativo o con demenze in fase avanzata. Saranno anch’essi obbligati a uscire di scena nel loro migliore interesse?».



ANCORA MISTERO SULLA DATA DEI FUNERALI

Come avevano promesso nel giorno della morte del loro “piccolo bimbo meraviglioso”, i genitori di Charlie Gard si sono ritirati in una lunga e giusta fase di riflessione, dolore e vicinanza alle loro rispettive famiglie. Appelli, battaglia, critiche per mesi sono state la costanza giornaliera, tutto per provare a dare una possibilità in più a quel corpicino affetto dalla grave deplezione da Dna Mitocondriale. Ora però spazio al pianto, al dolore e alla preghiera per la salvezza dell’anima di Charlie, innocente più di tutti, e anche per trovare la forza di andare avanti dopo un dramma del genere. Il giorno dei funerali resta ancora un “mistero” avvolto dentro al silenzio autoimposto da Chris e Connie Gard: da giorni non ci sono aggiornamenti, dopo quanto detto rispetto alla sepoltura con le due scimmiette amate da Charlie. Resta in piedi l’ipotesi che a questo punto i funerali potranno essere celebrati in forma privata, come tematizzato da un amico di famiglia intervistato due giorni fa dal Sun. La conferma manca, anche rispetto al giorno in cui questa celebrazione potrebbe arrivare: domani sarà il primo compleanno del piccolo Charlie, ora in cielo, e forse a questo punto potrebbe anche essere la data di una cerimonia in forma privata per dare l’ultimo saluto “terreno” a quella anima meravigliosa per cui mezzo mondo ha pregato per mesi.

LA RISPOSTA DI TARQUINIO

Dopo la lettera del cardinal Sgreccia, ha risposto il direttore di Avvenire Marco Tarquinio che ha voluto sottolineare i passaggi più importanti della trattazione lasciata dal cardinale e bioeticista esperto in Vaticano sul caso di Charlie Gard: «ho lasciato detto che chiedo cure e rispetto, tutto ciò che la preziosa scienza medica può offrire di buono, cioè senza abbandono e senza accanimento e, soprattutto, senza terapie basate su disumane manipolazioni (commercio di organi, distruzione di embrioni)», spiega il direttore di Avvenire, rispondendo all’identica dichiarazione del Card. Sgreccia sempre sulla pagine del quotidiano cattolico. Quel piccolo Charlie però continuerà la sua vita, come del resto tutti noi, in quando «qualcosa va oltre al male fatale procurato»; secondo Tarquinio infine, «a Londra «né la scienza né la legge hanno saputo e potuto e forse voluto» aiutare la speranza dei genitori del piccolo malato terminale, tentando, tempestivamente e non fuori tempo massimo, il miracolo della guarigione attraverso una inedita terapia sperimentale. Il resto è stato triste congedo e atroce «stacco», senza neanche la grazia del ritorno a casa del bimbo per gli ultimi istanti».

LA COMMOVENTE LETTERA DELLO ZIO ANDY

È diventata virale la lettera che lo zio di Charlie Gard ha scritto dopo aver appreso la notizia della morte di suo nipote. Il fratello di Chris Gard ha scritto su Instagram un tributo al piccolo, per il quale hanno combattuto una battaglia giudiziaria affinché restasse vivo e fosse sottoposto ad una cura sperimentale. La lettera, pubblicata qualche ora dopo la morte di Charlie, ha fatto il giro del mondo. «So che hai sempre saputo quanto i tuoi genitori hanno combattuto per te. Ma ora entrambi hanno bisogno che tu li guardi dal cielo. Non sapevo che la vita potesse essere così crudele, ma so per certo che sono lo zio più orgoglioso del mondo. Mentre noi rimaniamo in un mondo così brutto, il tuo spirito ora è libero», ha scritto Andy Gard. E ha provato ad esprimere la sofferenza che ha invaso la sua famiglia: «Ora tutto quello che facciamo è sentire dolore, ci sentiamo tristi e piangiamo. Ma restiamo convinti che questo non sia un addio. Quindi lascio questa lettera qui per ora, solo per chiarire». Poi il saluto finale: «Ti amo Charlie. Grazie per essere stato te stesso». (agg. di Silvana Palazzo)

FUNERALI IL GIORNO DEL COMPLEANNO?

E se i genitori decidessero di fare i funerali di Charlie Gard il giorno del suo primo compleanno? Non ci sono ancora conferme ma le ultime parole di mamma Connie – «avremmo dovuto pianificare il primo compleanno di Charlie, ma invece stiamo progettando il suo funerale» – sembrano portare al prossimo 4 agosto come data possibile per le esequie del piccolo bimbo inglese. Il tempo passa e i comunicati della famiglia sono fermi allo scorso 29 luglio, ma la sensazione dei media inglesi è che la data drammatica di quello che sarebbe stato il primo compleanno del piccolo Charlie sarà proprio la data dell’ultimo addio, in forma forse privata. Proprio ieri sera il Sun ha pubblicato – ecco le esatte parole – la dichiarazione di un amico di famiglia che ha rivelato come la famiglia voglia rimanere nell’ombra dopo mesi passati al centro delle cronache mondiali. «Non sanno se farlo in forma privata o se pianificarne uno pubblico», avrebbe riferito l’amico vicino alla famiglia Gard. Intanto, l’unica informazione certa è che Charlie sarà sepolto con i suoi due peluche preferiti, come hanno raccontato gli stessi genitori nell’ultimo commovente messaggio rilasciato alla memoria del loro piccolo bimbo

ROCCELLA: “LA NUOVA EUTANASIA DI STATO”

Charlie Gard, l’accanimento terapeutico e l’eutanasia: la vicenda del piccolo bimbo inglese è stata attraversata in questi ultimi mesi da queste due decisivi e inquietanti “modalità” di leggere il caso del piccolo grande Charlie, ovviamente anche in Italia. Dopo aver negli scorsi giorni scritto che la morte di Charlie è in realtà un esempio di “eutanasia di stato”, la parlamentare di Idea, Eugenia Roccella, davanti ai giovani del Movimento per la Vita ha ribadito anche ieri, «I concetti dell’individualismo di massa si stanno rovesciando e stanno cominciando a minare la stessa integrità dell’umano». La vicenda di Charlie Gard aveva fatto scrivere ad Eugenia Roccella una durissima nota proprio nei giorni immediatamente successivi alla morte del bimbo: «E’ morto Charlie, il piccolo guerriero. Per la nostra civiltà morire era il suo ‘migliore interesse’», contesta e molto il concetto di “best interest” affermato prima dal GOSH e poi dalla Corte inglese. «Ma noi, insieme ai suoi genitori – aggiunge sempre la Roccella in una nota ufficiale – pensiamo invece che meritasse ogni sforzo per aiutarlo a vivere. E’ questa la nuova strada per l’eutanasia: l’abbandono terapeutico e la sospensione dei sostegni vitali». Una “eutanasia di stato” che è tra i principali argomenti di discussione dei tanti che contestano la fine burrascosa di una piccola vita che, forse, avrebbe potuto avere qualche chances in più se intervenuti prima come del resto hanno ben spiegato anche dagli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.