La Corea del Nord può colpire gli Stati Uniti in qualsiasi momento: lo ha dichiarato Pyongyang, ancora protagonista del braccio di ferro con Washington. Secondo il quotidiano statale Rodong Sinmun, le esercitazioni previste per domani potrebbero spingere Kim Jong-un ad attaccare l’isola di Guam, le Hawaii o il continente americano e per loro non ci sarebbe modo «di evitare lo spietato assalto». Intanto stando a quanto riportato dalla CNN, Lady Dragon, un aereo conosciuto anche come Lockheed U-2, ha sorvolato la penisola coreana per raccogliere dati e inviarli alla sede militare Usa in Corea del Sud. In questo modo Donald Trump potrà valutare la vera minaccia rappresentata da Pyongyang: il pilota James Bartran ha spiegato che Dragon Lady può dare agli Stati Uniti le informazioni necessarie per agire o rispondere e ciò potrebbe fare la differenza tra pace e guerra. (agg. di Silvana Palazzo)



MEDIA COREA DEL NORD: “PRONTI PER SCONTRO NUCLEARE”

Oltre all’agenzia di stato della Corea del Nord, si uniscono al coro delle “provocazioni” contro la comunità internazionale anche altri media di Pyongyang: stando al quotidiano statale Rodong Sinmun, le manovre che Usa e Corea del Sud dovrebbero cominciare nella giornata di domani rischiano seriamente di fare scoppiare una terza guerra mondiale nucleare. «Un comportamento sfacciato che potrebbe portare in maniera incontrollata a una guerra nucleare», rilanciano i media del regime, con il dittatore Kim Jong-un che intende far desistere Seul, Tokyo, Washington e l’Onu dalle sanzioni contro la Corea del Nord. Di contro, le esercitazioni previste dai sistemi di difesa americani e sudcoreani non intendono cedere: «le esercitazioni di domani, che vengono effettuate a cadenza annuale, non sono negoziabili». (agg. di Niccolò Magnani)



COREA DEL NORD, “ESERCITAZIONI PORTANO VERSO LA GUERRA”

L’ammiraglio Jerry Harris è arrivato oggi in Corea del Sud per supervisionare le esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud. Stando a quanto riportato dall’agenzia Yonhap ha già parlato con il ministro della Difesa Han Min-goo e ha partecipato alla cerimonia di trasferimento del potere al nuovo capo di Stato Maggiore delle forze armate sudcoreane. Domani invece assisterà al via delle esercitazioni “Ulchi Freedom Guardian”. Per la Corea del Nord queste manovre contribuiranno ad un’ulteriore escalation di tensioni nella penisola coreana: secondo Pyongyang sono «una manifestazione di azioni ostili» contro la Corea del Nord e quindi aggiungono «benzina sul fuoco» sullo sfondo delle crescenti tensioni. «Le esercitazioni congiunte sono la manifestazione più evidente dell’ostilità contro di noi, nessuno può garantire che le manovre non si trasformeranno in una vera e propria battaglia», dichiarano i media nordcoreani. (agg. di Silvana Palazzo)



USA E SEUL CONFERMANO LE ESERCITAZIONI ANTI-MISSILE

Gli Stati Uniti d’America e la Corea del Sud vanno dritti per la loro strada: da un lato la proposta di dialogo continua, con il presidente Moon Jae-in in prima linea, dall’altra la volontà di far capire al nemico nordcoreano che l’intenzione di rispondere ad un’eventuale guerra missilistica non viene mai meno. Come spiega la Reuters questa mattina, le manovre ed esercitazioni congiunte di Usa e Seul in Corea sono confermate dal 21 al 31 agosto prossimi, con 17mila soldati americani presenti. «Le esercitazioni hanno l’obiettivo di migliorare il livello di cooperazione militare e mantenere la stabilità nella penisola coreana», fanno sapere le ambasciate dei due Paesi alleati. Il regime di Pyongyang ancora non ha risposto ma evidentemente non gradirà per nulla la provocazione e il messaggio indiretto lanciato dai nemici rivali di Washington e Seul. (agg. di Niccolò Magnani)

PROPAGANDA PYONGYANG ANTI-SOLUZIONI ONU

La Corea del Nord è in un momento di stallo: proseguire con le ultime provocazioni e mettere in piedi così per davvero una terza guerra mondiale, globale e terribile nel Pacifico, oppure condurre e aprire trattative diplomatiche per provare a trovare una soluzione, di fatto economica e strategica, che possa accontentare tutti? Nel frattempo che gli strateghi del regime pensano e valutano tutte le opzioni, proprio per il fatto che ci troviamo di fronte ad un regime anti-democratico la “demagogia” e la propaganda non possono certo fermarsi. E dunque, come spiega LaPresse, in questi giorni grafici e disegnatori sono al lavoro in tutto il NordCorea per illustrare alcuni manifesti che condannano le sanzioni dell’Onu e degli Usa contro il loro programma missilistico e nucleare. La KCNA, l’ormai consueta agenzia di regime, ha diffuso la notizia e le prime immagini per fare capire alla popolazione che la guerra la “vogliono” i “maledetti occidentali”, in attesa di capire poi se sul tavolo delle trattative ci si potrà davvero sedere nei prossimi mesi. Intanto il pericolo rimane altissimo sull’isola di Guam dove la base militare americana è messa sempre nel mirino di Pyongyang, con un piano per poterla colpire con missili balistici che potrebbe essere pronto entro la fine di agosto. (agg. di Niccolò Magnani)

TRUMP “PROVOCA” ANCORA PYONGYANG

Non appena sembrava che l’ipotesi di una Terza Guerra Mondiale fosse leggermente più distante dal realizzarsi, ecco che i carri armati tornano a muoversi sulle mappe dei potenti della Terra. Questa volta, però, a differenza di quanto accaduto negli ultimi mesi, a stuzzicare il can che dorme potrebbero essere gli USA. Gli americani, infatti, come riportato dall’Express, per lunedì hanno in programma l’esercitazione annuale con la Corea del Sud denominata Ulchi Freedom Guardian. Una prassi che tra alleati va avanti ormai dagli anni Settanta e a cui gli Usa molto difficilmente potrebbero rinunciare senza che il passo indietro venga letto come una chiara debolezza. C’è da dire, però, che l’esercitazione di lunedì – qualora fosse confermata – sarebbe la prima da quando Kim Jong-un ha minacciato apertamente di bombardare l’isola di Guam, appartenente al territorio americano, con una testata nucleare. Il rischio, dunque, è quello di offrire un pretesto per colpire al dittatore della Corea del Nord. 

LE MANOVRE DEI DIPLOMATICI

Se l’esercitazione Usa-Corea del Sud di lunedì, dunque, potrà essere la causa dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale è difficile da dire, ma quel che è certo è che anche gli americani stanno cercando di mitigare le tensioni crescenti con il leader della North Korea. Se Trump da una parte e Kim Jong-un dall’altra sfoggiano i muscoli, sono infatti i cosiddetti gregari a lavorare sotto traccia nella speranza che l’orgoglio dei capi di stato non mandi in fumo gli sforzi delle diplomazie. Anche un esperto del dossier come Anthony Cordesman del Center for Strategic and International Studies, ha rimarcato gli sforzi del Segretario alla Difesa americano Jim Mattis e del segretario di Stato Rex Tillerson. I due nello specifico hanno lanciato dei messaggi neanche troppo velati a Kim, ribadendo che gli Usa “non hanno alcun interesse ad un cambiamento del regime o alòa riunificazione accelerata della Corea”. Cordesman è convinto che tanto Mattis quanto Tillerson sono personaggi che “viaggiano molto” e in grado di “moderare e rassicurare”.