Una lettera di espulsione per i cittadini dell’Unione Europea che si trovano ancora in Gran Bretagna dopo la Brexit. Per la serie, a mali estremi, estremi rimedi, si potrebbe pensare. Se non fosse che le cento missive recapitate anche a stranieri che ricoprono ruoli professionali di primissimo livello in Gran Bretagna, non sono altro che una clamorosa gaffe, un madornale errore. E’ accaduto e il Ministero dell’Interno britannico non sa spiegarsi il perché. L’incidente è venuto alla luce a causa della denuncia di un’accademica finlandese dell’Università di Helsinki ospite alla Queen Mary University di Londra, Eva Johanna Holmberg, che ha pubblicato sui suoi profili social la lettera ricevuta in cui le si intimava di lasciare il Regno Unito entro un mese dal momento della ricezione della missiva, altrimenti sarebbe stato avviato per lei un procedimento di espulsione. Una comunicazione sorprendente che sarebbe stata inviata a circa cento altri cittadini pronti ad essere espulsi.
IL MISTERO DELLA PROVENIENZA DELLA LETTERA
Ovviamente, anche dopo la Brexit è stato stabilito come i diritti dei cittadini UE che vivono nel Regno Unito resteranno inalterati, ed eventuali restrizioni saranno ad appannaggio di chi in futuro arriverà in Gran Bretagna. Ma l’imbarazzo del Governo per le lettere spedite è stato grande, visto che non era ovviamente previsto che nessuno ricevesse una comunicazione del genere. Imbarazzo dovuto anche al fatto che Londra proprio nei giorni scorsi aveva garantito all’Unione Europea come i circa tre milioni e mezzo di cittadini dell’UE che vivono in Gran Bretagna non avrebbero dovuto richiedere la residenza, né ai visitatori sarebbe stato per il momento richiesto il visto. Non si comprende da quale ufficio possano essere partite le lettere come quella ricevuta dalla professoresse Holmberg. Di sicuro potrebbe trattarsi di una comunicazione di prova redatta per essere pronti a ogni evenienza dopo la Brexit, ma resta l’imbarazzo per aver anche solo ipotizzato una vera e propria deportazione per i cittadini UE in Gran Bretagna.