Anche dopo la sua morte, sopraggiunta nei giorni scorsi, pare, in seguito ad un malore, prosegue il mistero attorno alla figura di Giovanni Aiello, detto “Faccia da mostro”, ex poliziotto della Mobile di Palermo e finito al centro di una serie di controverse vicende. Nell’annunciare il suo decesso era stato ipotizzato l’infarto come causa principale, ma i dubbi restano e proprio per questo motivo la Procura di Catanzaro ha voluto vederci chiaro disponendo l’autopsia e l’esame tossicologico sul corpo dello 007 che secondo alcuni testimoni avrebbe avuto un ruolo di rilievo in molteplici e clamorose vicende legate alla presunta trattativa Stato-Mafia. Al tempo stesso, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria ha proceduto con il sequestro preventivo dell’abitazione di Aiello, ma anche della sua barca e del cellulare. La casa di Montauro nella giornata di ieri, come rivela Corriere della Sera, è stata messa a soqquadro dai poliziotti della Mobile di Catanzaro, i quali hanno anche sentito la moglie di “Faccia da mostro”. Di certo c’è che Giovanni Aiello dopo la pensione si era rifugiato in Calabria dove aveva iniziato a coltivare la passione per la pesca. Di tutta la sue esistenza ed ora persino della sua morte, però, non è mai stata fatta chiarezza.



SINONIMO DI POTERE E TERRORE

L’ultima ad occuparsi di Giovanni Aiello era stata la Procura reggina che proprio lo scorso luglio aveva effettuato una perquisizione nell’ambito delle indagini sulla presunta trattativa Stato-Mafia. In passato Aiello è stato indagato, accusato e poi prosciolto anche dalle Procure di Palermo, Caltanissetta e Catania. Il suo nome era venuto a galla dopo le dichiarazioni di diversi pentiti che lo avevano tirato in ballo anche in merito alla stragi di Falcone e Borsellino. In ultimo, un’altra fonte fino ad ora rimasta nell’ombra avrebbe avanzato la presunta amicizia tra l’uomo dei misteri e Bruno Contrada, ex numero due dei Servizi Segreti, riferendo fatti ben dettagliati. “Faccia da mostro” avrebbe agito sempre nell’ombra, senza mai lasciare tracce di sé. Il suo nome secondo quanto dichiarato da molti pentiti, era legato a fatti inquietanti nonché sinonimo di terrore e potenza al tempo stesso. Dopo i misteri lasciati in vita, ora Giovanni Aiello continua a far parlare di sé anche da morto, lasciandosi dietro una scia di mistero che in parte sarà chiarito dall’autopsia.

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