Ha destato scalpore e sgomento il nuovo fatto di sangue consumatosi questa mattina, intorno alle 9:00 a Cerignola e nel quale è rimasto vittima un pregiudicato 46enne, Stefano Tango. Mentre procedono le indagini per far luce su dinamica e responsabili dell’agguato mortale, iniziano ad emergere i primi dettagli della vicenda. Come rivela La Gazzetta del Mezzogiorno, a differenza di quanto trapelato in un primo momento, la vittima non sarebbe stata colpita al volto ma sarebbe morta dopo che un proiettile le avrebbe perforato un polmone con fuoriuscita di sangue dalla bocca. A causa delle copiosa macchia di sangue in viso, era stato inizialmente ipotizzato che il killer gli avesse esploso un colpo di arma da fuoco in pieno volto. Ugualmente drammatica la fine del 46enne che, secondo gli accertamenti dei Carabinieri, si trovava a piedi esattamente come il sicario. Secondo fonti inquirenti il delitto non sarebbe legato alla faida tra clan mafiosi nel Foggiano. Secondo quanto rivelato da Immediato.net, inoltre, l’agguato sarebbe opera di un solo killer poi fuggito in pochi istanti. Potrebbe esserci a breve un sospettato in quanto gli inquirenti avrebbero posato l’attenzione su un uomo con il quale Tango avrebbe avuto di recente un diverbio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UNO O PIÙ SICARI? CACCIA ALL’UOMO

E’ stato ucciso con un colpo di pistola in pieno volto, Stefano Tango, un uomo di 46 anni vittima di un agguato consumatosi oggi a Cerignola, nel Foggiano. Ancora sangue al Nord della Puglia, dove in mattinata si sono vissuti nuovi momenti di tensione in seguito all’ennesimo episodio di estrema violenza. Come rivela l’edizione online del Corriere del Mezzogiorno, la vittima si trovava all’esterno di un bar- sala scommesse, nei pressi del cimitero della città foggiana. Mentre era in strada sarebbe stato raggiunto dal sicario che gli avrebbe esploso contro alcuni colpi di arma da fuoco, presumibilmente una pistola. Uno di questi lo avrebbe raggiunto al volto, sfigurandolo ed uccidendolo sul colpo. Il 46enne era un pregiudicato il cui nome, dunque, era già noto alle forze dell’ordine per una serie di precedenti per spaccio di droga, armi e reato contro il patrimonio. Subito dopo l’agguato sono prontamente giunti sul posto i magistrati ed il comandante provinciale dei Carabinieri i quali hanno dato il via a tutti gli accertamenti del caso nel tentativo di ricostruire la dinamica del delitto.



ESCLUSA LA PISTA DELLA GUERRA DI MAFIA

Le indagini sull’omicidio di Cerignola sono già in corso e gli inquirenti stanno tentando di capire, in particolare, quale sia stata l’esatta dinamica dei fatti. Si è trattato di un solo killer o all’azione vi erano diversi sicari? Per il momento, come rivela Repubblica.it, sarebbe esclusa la pista della guerra di mafia in atto nel Foggiano e che ha già lasciato una lunga scia di sangue. Nonostante i suoi precedenti penali, la vittima, Stefano Tango, non sembra affatto essere inserita in contesti legati alla criminalità organizzata. Intanto il lavoro degli uomini del Reparto operativo è quello di individuare eventuali telecamere di videosorveglianza le quali avrebbero potuto riprendere il o i killer autori dell’agguato in strada. Sentiti anche parenti ed amici del 46enne. La strada dello spaccio di stupefacenti a Cerignola non è stata invece del tutto abbandonata e la testimonianza arriva dal fatto che gli inquirenti avrebbero già avviato alcune perquisizioni tra i pregiudicati del settore.

Leggi anche

Liliana Resinovich, la consulenza Cattaneo slitta ancora/ Cresce l'attesa per l'esito della seconda autopsia