Si chiama Sindrome di Otello e parte l’origine, prende il nome dall’Otello di William Shakespeare, questa condizione non ha nulla di poetico. Come riportato dal Cortex Journal, alcuni studiosi britannici hanno osservato questo effetto collaterale in cinque malati di Parkinson, ma a cosa ci si riferisce nello specifico? Serve probabilmente fare un passo indietro e richiamare alla memoria il passaggio dell’Otello che dà il nome alla stessa sindrome. Tutto ha origine da Iago, l’alfiere che per destituire Cassio dal ruolo di luogotenente dell’esercito della Repubblica di Venezia, prova a convincere il proprio superiore – appunto Otello – che in realtà la moglie Desdemona ha una relazione con Cassio. Architettata una serie di stratagemmi, Otello, in preda alla gelosia, uccide Desdemona nel letto nuziale soffocandola; poi, preso dal rimorso e consapevole del suo errore, si toglie la vita. Tornando allo studio dei medici britannici, è stato riscontrato che in alcuni pazienti malati di Parkinson, soprattutto in quelli che prevedono nel loro piano terapeutico farmaci agonisti della dopamina, volti a stimolarne la produzione poiché i neuroni distrutti dalla malattia non riescono più, la gelosia coniugale ha raggiunto dei livelli a dir poco preoccupanti.



I 5 CASI DI SINDROME D’OTELLO

Fra i cinque casi di sindrome d’Otello riscontrati sui pazienti di Parkinson dai medici dell’Ospedale Nazionale di Neurochirurgia di Londra, uno ha interessato un 51enne convintosi che la moglie dormisse con altri uomini, incluso suo figlio. Il malato aveva assunto un detective privato per controllare la moglie e aveva installato dei microfoni nella propria casa, facendo buchi nelle pareti e rimuovendo i pavimenti. I sintomi sono spariti alla cessazione della terapia dopaminergica. Diverso il caso di una donna di 47 anni vittima di shopping compulsivo e allucinazioni visive. La signora era persuasa che il marito la tradisse con diverse persone, tra cui le sue migliori amiche e che anche una volta separati la molestasse cercando di entrare in casa. Un altro paziente di 36 anni ha piazzato dei microfoni sugli abiti della propria moglie, convinto che lo tradisse con diversi amanti. Una donna di 50 anni era convinta che gli stessi suoi familiari stessero provando a portarle via il marito, mentre l’ultimo caso – quello di un 60enne – si caratterizzava per la comparsa di allucinazioni nelle quali l’uomo vedeva la propria moglie flirtare con altri amanti. Tutti questi sintomi, con la sospensione della somminsitrazione di farmaci agonisti della dopamina, sono fortunatamente cessati.

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