Il silenzio e la tristezza si fondono oggi, un anno dopo il terribile terremoto di Amatrice, tra le strade ancora percorribili del paese simbolo della devastazione. In tanti sono arrivati oggi, anche dai paesi limitrofi, in occasione della cerimonia commemorativa delle vittime nella grande tenda allestita nel campo sportivo di Amatrice. Un’occasione intima in cui per volontà degli stessi parenti delle vittime, rivela Repubblica.it, non ci sono state telecamere o riprese da cellulare. Nel corso dell’omelia delle 11 alla presenza, tra gli altri, del premier Gentiloni e del sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha preso la parola anche il vescovo che ha asserito: “Ricostruire vuol dire sempre andare avanti. Anche Amatrice allora rinascerà. Ma è bene che conservi perfino le ferite, perché da quelle le future generazioni apprenderanno che la città, più che dalle sue mura e dalle sue vie, è fatta dall’ingegno e dalla passione di chi la edifica”. Monsignor Pompili ha auspicato però che la rinascita non possa basarsi solo su “eroi solitari”. “Non basta nascere, bisogna imparare a rinascere. Questa è la fede. Ma anche la ricostruzione che verrà, se verrà”, ha aggiunto. Alle 17 è attesa la messa celebrata dal vescovo di Ascoli Piceno ed alla quale sono attesi la presidente della Camera, Laura Boldrini ed il ministro dell’Interno, Marco Minniti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL RICORDO DELLE VITTIME

A un anno dal terremoto che l’ha sconvolta, Amatrice ricorda le sue vittime. Lo ha fatto con una celebrazione cominciata la scorsa notte: una fiaccolata culminata con 249 rintocchi di campana, quante le vittime di Amatrice e Accumoli. Prima sono state lette le biografie delle vittime, poi è stata costeggiata la zona rossa in quasi totale silenzio. Al parco don Minozzi sono stati suonati i rintocchi e si è tenuta la veglia di preghiera con i familiari delle vittime. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha scoperto un monumento eretto in ricordo dei morti. Prova a ripartire così il paesino laziale e, infatti, l’anniversario del terremoto «’vuole essere anche sforzo di speranza, puntando a una visione del futuro positiva anche se le difficoltà, gli ostacoli e gli intralci della burocrazia spietata tentano di spingere lo spirito a un realismo fatale che rasenta il fatalismo della disperazione». Queste le parole del vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, in un messaggio alla Diocesi. (agg. di Silvana Palazzo)



UN ANNO DOPO IL SISMA

Il 24 agosto scorso è un giorno che sarà ricordato per sempre da tutta la popolazione del Centro Italia. Un anno dal terribile terremoto che ha sconvolto le località di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. In particolare Amatrice è stata letteralmente distrutta dal terremoto: la scossa più forte, di magnitudo 6.0 con epicentro ad Accumoli, avvenne alle 3:36 del mattino del 24 agosto 2016, e riecheggiano ancora le parole del Sindaco Sergio Pirozzi, che fu il primo a comunicare attraverso i media a tutta Italia: “Il paese non esiste più”. E non si trattava purtroppo di un’esagerazione. Un patrimonio dell’Italia intera distrutto, con un tributo di vittime purtroppo altissimo non solo tra gli amatriciani, ma in tutti i paesi colpiti dal sisma, con 299 vittime e 338 feriti trasportati in ospedale. Dopo il terremoto a L’Aquila del 2009, un altro tributo di sangue pagato da tutti gli abitanti della zona e da un Centro Italia che, anche in questo caso, ha saputo rialzare la testa. 



AMATRICE RISORGE LENTAMENTE

C’è voluto però molto tempo e anche un’ampia opera di ricostruzione. Ad Amatrice il Sindaco Pirozzi si è battuto per sensibilizzare sulla necessità di un’immediata ricostruzione, ma ci sono voluti mesi per vedere realizzate le prime casette, consegnate a quegli amatriciani che non hanno voluto abbandonare la loro terra. Oltre ad esse, sono state realizzate anche attività commerciali, con la riapertura del supermercato e quella di un centro commerciale molto frequentato dagli amatriciani che hanno iniziato di nuovo a respirare la vita, a un anno di distanza dal più terribile terremoto degli ultimi tre secoli in una terra martoriata dai fenomeni sismici, ma che godeva secondo la tradizione della protezione di Sant’Agostino: il crollo della chiesa a lui dedicata è sicuramente il simbolo, oltre a quello del campanile che svettava sulla cittadina, di quanto terribile sia stato il terremoto del Centro Italia del 24 agosto 2016.

LE SCOSSE DI OTTOBRE E GENNAIO

E’ stato purtroppo solo l’inizio di un lungo sciame sismico che ha provocato altri gravissimi danni in altre due distinte occasioni. Il 26 ed il 30 ottobre nella zona dei Monti Sibillini, e in particolare a Norcia dove la magnitudo di 6.5 è stata la più alta mai registrata in un terremoto in Italia dai tempi di quello dell’Irpinia, avvenuto nel 1980. Quindi, altre scosse (la più forte di magnitudo 5.5) avvenute lo scorso 18 gennaio quando si verificò, a causa delle valanghe dovute all’eccezionale maltempo e al sisma, il terribile incidente di Rigopiano con l’albergo travolto da una valanga. Tra i centri più colpiti oltre ad Amatrice, quello di Accumoli, altro paese in provincia di Rieti praticamente raso al suolo, e in provincia di Ascoli Piceno i comuni di Pescara del Tronto ed Arquata del Tronto. Anche nel capoluogo i danni del sisma si sono fatti sentire in maniera evidente, tanto che anche lo stadio Cino e Lillo del Duca ha visto abbattuta la tribuna centrale per motivi di sicurezza.

LE POLEMICHE SULLA RICOSTRUZIONE

Come purtroppo era accaduto anche sette anni prima in occasione del sisma a L’Aquila, la ricostruzione è stata particolarmente sofferta e laboriosa, senza dimenticare le polemiche sulle condizioni di sicurezza non rispettate nella costruzione degli edifici. L’ex presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani, è stato nominato commissario per la ricostruzione in virtù della sua esperienza nel terremoto dell’Emilia di qualche anno prima. I ritardi nella consegna delle casette si sono aggiunti alle polemiche relative alle indagini che hanno coinvolto lo stesso Sindaco di Amatrice Pirozzi, che ha comunque mostrato la sua estraneità alle accuse di non aver supervisionato su alcuni edifici come la scuola e l’ospedale, e il Sindaco di Accumoli, Petrucci. Lo sciame sismico, a un anno di distanza, non si è ancora esaurito con piccole scosse che si fanno registrare ogni giorni tra le province di Macerata, Ascoli, Perugia e Rieti in particolare: il ritorno alla normalità procede a piccoli passi.