Mohamed Houli Chemlal è uno dei terroristi coinvolti nell’attentato di Barcellona della scorsa settimana, compiuto sulle Ramblas e poi, più tardi, a Cambrils, a Sud del Paese. Ha 21 anni, è originario dell’enclave spagnola di Melilla ed è rimasto ferito nell’esplosione avvenuta nell’appartamento di Alcanar nella notte tra il 15 ed il 16 agosto scorso. Era la notte precedente al drammatico attacco nel quale sarebbero morte 15 persone e qui, secondo la polizia catalana, la cellula jihadista stava mettendo a punto un attacco di proporzioni decisamente maggiori rispetto a quello consumatosi. Mohamed Houli Chemlal, secondo quanto riportato dai media spagnoli, da El Pais a El National, presentandosi davanti al giudice dell’Audiencia Nacional, Fernando Andreu, avrebbe chiesto scusa dicendosi pentito per gli attacchi terroristici realizzati a Barcellona e Cambrils. Un pentimento che sa tanto di ipocrisia e che certamente non basta di fronte al numero di vittime e feriti registrato.



LE SCUSE NON BASTANO: RESTA IN CARCERE

Dopo aver reso un’ampia confessione alla polizia sui piani messi a punto dalla cellula terrorista responsabile dei tragici attentati, il 21enne si è presentato davanti al giudice e, secondo fonti legali certe, si sarebbe detto pentito. Mohamed Houli Chemlal non è il solo a restare in carcere. Con lui anche Driss Oukabir, a cui era intestato il furgone che si è lanciato sulle Ramblas. Scarcerati, invece, Salh El Karib e Mohamed Aalla, due dei quattro terroristi arrestati ma che nei confronti dei quali, secondo i magistrati spagnoli, non ci sarebbero sufficienti prove in grado di dimostrare il loro coinvolgimento con i due attacchi a Barcellona a Cambrils. Il primo è un 34enne gestore del phone center di Ripoll, luogo di raduno dei terroristi che hanno realizzato l’attentato della passata settimana. Secondo El Nacional, in realtà, il giudice avrebbe esteso la sua detenzione ad ulteriori 72 ore in attesa del completamento della procedura in corso, prima di prendere la sua decisione definitiva. Il secondo, invece, è il proprietario dell’Audi A3, l’auto sulla quale vi erano i cinque attentatori di Cambrils uccisi dalla polizia catalana. 

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