Si riaccendono i riflettori su una vicenda che vede protagonista Don Andrea Contin, ex parroco di San Lazzaro, in provincia di Padova, al centro di uno scandalo sessuale di elevate proporzioni che aveva scosso l’intera Chiesa padovana e non solo. Contin non ha nessuna intenzione di mollare, anche di fronte alle inquietanti accuse da parte della presunta vittima che aveva dichiarato, non solo alla Diocesi (che non l’aveva creduta fino in fondo) ma anche alle Forze dell’Ordine e in diretta tv gli scandalosi incontri con il parroco in canonica e non solo. Dalla denuncia della donna, con la quale il sacerdote aveva avuto una relazione tormentata, ne era seguita l’iscrizione del suo nome nel registro degli indagati per violenza privata e sfruttamento della prostituzione, nonché la sospensione a Divinis da parte del vescovo che aveva fortemente condannato le azioni dell’ex parroco. Nonostante questo però, come rivela oggi Il Corriere del Veneto nella sua edizione online, Don Contin non avrebbe alcuna intenzione di abbandonare il suo ruolo di prete, tanto da rifiutare la proposta della Diocesi di Padova relativamente alle dimissioni volontarie.

PRONTO AD AFFRONTARE IL PROCESSO CANONICO

Don Andrea Contin non molla la tonaca ed ha manifestato tutte le intenzioni di andare fino in fondo alla faccenda, non solo di fronte alla procura di Padova ma anche in sede canonica. Una volontà irremovibile che sorge dall’esigenza di dimostrare di non aver fatto nulla di male ma soprattutto che quanto emerso dalla parrocchiana nei suoi confronti, in realtà sarebbe – sempre a sua detta – esagerato e gonfiato, per non dire montato ad arte da qualcuno che covava il desiderio di farlo cadere in trappola. Ecco allora che alle persone che le sono rimaste vicine, Don Contin ha espresso il desiderio di non arrendersi e di essere pronto ad affrontare un processo canonico al cospetto del Supremo Tribunale della Signatura Apostolica, una sorta di Cassazione della Chiesa romana. Sarebbe pronto addirittura ad arrivare fino a Papa Francesco pur di far valere le sue ragioni. Un cammino che si preannuncia tortuoso e per nulla semplice e che si dipanerà in una doppia sede, penale e canonica, per l’appunto. Sul primo piano, il sostituto procuratore che conduce l’indagine, lo scorso giugno ha ottenuto un prolungamento dei termini di altri sei mesi.

LE TAPPE DELLO SCANDALO

Lo scandalo che ha travolto la Chiesa di Padova e Don Andrea Contin è esploso tra la fine del 2016 e l’inizio dell’anno seguente. Tutto partì dalla denuncia di una parrocchiana di 49 anni, la quale si rivolse ai Carabinieri per denunciare le violenze ed i soprusi che da anni subiva dal sacerdote, allora parroco di San Lazzaro. Uno scandalo destinato ad allargarsi per via di altri nomi emersi dalla denuncia-sfogo della donna, relativi ad altri preti della medesima Diocesi e che, a sua detta, avrebbero preso parte alle presunte deviazioni di Contin. Tra questi spuntò anche il nome di Don Roberto Cavazzana, il prete che rifiutò di sposare Belen Rodriguez onde evitare la realizzazione di un “circo mediatico”. Il sacerdote di Carbonara di Rovolon, tuttavia, non fu mai raggiunto da alcun provvedimento e nei suoi confronti la stessa Diocesi ha assunto un atteggiamento meno severo rispetto a quello riservato a Don Contin verso il quale ha proceduto con la sospensione a Divinis. Da allora, Contin vive in una località segreta, lontano dagli sguardi indiscreti in attesa della sua nuova battaglia che potrebbe presto svolgersi in due differenti aule.